Il processo di revisione

PalazziIl popolo bianconero comincia a trovare ragione nei tanti, troppi scandalosi fatti che hanno colpito e affondato la storia della Juventus lo scorso anno.
Tutto era cominciato col ragionamento a freddo di molti addetti al settore. Giocatori e allenatori, chi più chi meno, hanno capito dove risiedesse la forza e la superiorità della Juventus targata Capello. Non certo in Moggi. Quel tarlo sull'incomprensibile piccolo particolare che non ci fosse per la Juventus assolutamente bisogno di condizionamenti esterni ha fatto il suo lavoro fra chi nel calcio ci lavora.
A dire il vero le categorie citate sono state le più caute ed equilibrate fin dallo scorso anno, escludendo le piazze di Roma (a cui anche quest'anno la porchetta ha fatto brutti scherzi di digestione dopo la sfida con la Juve) e quella di Milano, sponda triste (ma lì più che di porchetta trattasi di atavica frustrazione a cui ancora gli ex juventini Ibrahimovic e Vieira stentano a piegarsi, proprio per aver conosciuto altre e più elevate professionalità).
Ora come un rullo compressore, del cui rumore in avvicinamento nessuno ha fatto o non ha voluto far caso, la procura di Milano ci spiega che non tutta la verità, è quella depositata a Napoli. Finalmente si deve ragionare sui tempi. Da Quando cioè quel rumore del rullo compressore si sentiva. E' una macchina lenta, non poteva essersi materializzata dal nulla, non ci vuole intelligenza a capirlo questo. E da questo, dal rumore che in molti nei PALAZZI hanno evitato con dei buoni tappi per le oracchie o col sempre valido metodo del proverbiale "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire", si sta scardinando ciò che con dati alla mano sullo scorso anno non si era riusciti a fare.
In ordine sparso i signori della carta stampata iniziano a dire pubblicamente cose che non avremmo mai sperato di sentire.
Gigi Moncalvo al Processo di Biscardi: "Comincio a dar ragione al popolo Juventino sulla strana fretta dello scorso anno, la Juventus sembra proprio che sia stata il capro espitorio per coprire tutto il marcio di questo calcio. Una giustizia sportiva a due velocità, che fu assente in caso dei passaporti, che fu velocissima in altri casi come Fiorentina e Genoa e soprattutto lo scorso anno, questa volta attende prove certe e si dice prudente in attesa di carte e fatti". Tutto questo mentre la piazza romana e milanese tentava di tappargli la bocca.
Xavier Jacobelli rispondeva nel suo blog ad una semplice domanda, non tanto sulla Juve, ma sulla giustizia a due velocità, che sì, è questo il vero scandalo. Si riconosce che per giudicare valido il processo dello scorso anno, quest'anno a luglio si doveva fare un processo altrettanto eclatante in modo altrettanto "efficiente".

Un Palazzi immobile mentre da giugno sapeva, che attende prove mentre lo scorso anno dichiarava che non poteva attenderle per la regolare iscrizione delle squadre ai campionati e in Europa, è il vero scandalo. La nostra chiave per far capire le ragioni e le perplessità che avevamo lo scorso anno. I dubbi che tanta fretta nascondesse la reale volontà di distruggere la Juventus e non di cercare di far giustizia.
Sono i fatti di oggi, più che le ragioni dello scorso anno, a darci ragione. La sabbia nasconde, ma ne hanno dovuta portare talmente tanta che chi passa si chiede cosa ci stia a fare quella montagna in via Allegri.
Forse c'è un motivo, si attendono le carte da tutte le altre procure: da Torino, da Roma, da Perugia. Ma anche questo non regge. Preziosi per le sue plusvalenze è già stato processato.
Comunque attendere tutte le procure e mischiare il tutto in una melma informe permetterà di far passare le responsabilità più gravi nella forma di un condono tombale per tutti? Chissà (ma sono aperte le scommesse), sta di fatto, sempre dal ragionamento seguìto con Jacobelli che conferma queste ragioni, oggi un processo sportivo sarebbe viziato da una poco serena quanto reale non applicabilità delle sanzioni più gravi. Non si può cancellare oggi un calendario nell'eventualità di sanzioni gravi, non si può riscrivere e far ripartire un calendario di un'eventuale categoria di assegnazione. Difficile dire "giocate e divertitevi che il prossimo anno traslocate". Rimane, dell'articolo 13, solo il paragrafo "buffetto e rimprovero". Questo per tutti, ovviamente.

Ma un pensiero va proprio al giornale QN in cui Marco Liguori, già nel 2006, parlava un pò per tutti di plusvalenze, di debiti, di marchi venduti, ricomprati e finanziati da banche di fatto in odore di controllo personale. Faceva nomi già a fine 2006. I suoi dossier, precisi forse quanto quello della procura di Milano (o forse più in quanto completo per tutte le altre squadre), rimane lì, nascosto ai più in un link perso nel web.