Calcioscommesse, le mani delle mafie sul calcio

spioneLa palla continua a rotolare, ma il giocattolo è sempre più scassato e corre il serio rischio di rompersi definitivamente. Siamo in una situazione di piena emergenza e non si tratta di un facile allarmismo. Menagramo chi lo sottovaluta o fa finta di niente. Il pericolo che sta correndo il calcio italiano è il condizionamento dalla malavita che traspare da quanto sta emergendo dai filoni di inchiesta sulla cosiddetta Scommessopoli. Le indagini condotte dalle Procure di Cremona, Bari e Napoli stanno infatti mettendo a fuoco un sistema, quello del calcio, facile preda delle organizzazioni criminali. Sotto gli occhi degli inquirenti, per la serie A dello scorso campionato, non ci sono solo Napoli-Sampdoria, Brescia-Lecce, Brescia-Bari, ma anche le ultime nove partite disputate dal Bari lo scorso campionato; e chissà quante altre ancora potrebbero essere nascoste nei verbali secretati degli ultimi interrogatori. Viene da sé che l’ultimo campionato risulti falsato per l’enorme mole di partite alterate. Ma come l’ultimo chissà quanti campionati in precedenza. Fa sorridere pensare a Calciopoli come “il più grande scandalo della storia del calcio”, quello stesso processo sportivo che ha condannato la Juventus alla serie B senza alcun illecito perché, come per un sortilegio di Belzebù Moggi, “le classifiche sarebbero state alterate senza alterare le singole partite”.

Il paradiso delle scommesse. Quella del calcioscommesse è un’inchiesta seria in cui viene messo a fuoco un sistema di malaffare che mette i brividi. Partono dalle capitali delle mafie italiane le puntate in Estremo Oriente, perché non c’è niente di meglio che una puntata nel paradiso degli scommettitori di Singapore per ripulire denaro sporco. Alla “Singapore Pools”, capitale mondiale del calcioscommesse, si può puntare su tutti i principali eventi sportivi del pianeta, serie A inclusa. Questo tipo di scommesse rappresenta a tal punto una fonte primaria di entrate nel bilancio statale, che a Singapore, con i proventi, ci finanziano non solo lo sport locale, ma anche l’arte e la cultura. Un po’ come avviene nel nostro Paese per quanto riguarda le ormai giornaliere estrazioni di questa o quella bisca legalizzata. Se il “sistema calcio”, a livello europeo e mondiale, ovvero UEFA e FIFA, non riesce in breve tempo ad intervenire con efficacia sul fenomeno, questo sport rischia davvero di perdere quel residuo di credibilità rimasto al netto di scandali più o meno seri. Ma tutto il resto scompare di fronte alla portata del fenomeno criminale e alla pervasività che emerge dall’ultima ondata del calcioscommesse.

La sottovalutazione del problema. Il problema non è quello di poche mele marce interne al sistema che hanno truccato partite per far soldi. Se fosse così si tratterebbe di un fenomeno che avrebbe la possibilità di essere circoscritto e su cui agire tramite la giustizia ordinaria e quella sportiva. Ma la questione vera assume una dimensione che va ben al di là di calciatori compiacenti e qualche giro di farabutti. Qui ci sono intere piazze in balia di mafie che nelle scommesse hanno trovato il modo più facile per riciclare denaro. Non serve molta immaginazione per capire a quale tipo di pressioni possa essere condannato quel calciatore che si trovi ad essere avvicinato da esponenti di questo o quel clan con la proposta di un’offerta che non si può rifiutare. Gente che tiene famiglia lasciata alla mercé di un fenomeno criminale per cui il tentativo di mettere le mani sul calcio è solo un’appendice del controllo effettivo di taluni territori del nostro Paese.

L’impotenza del sistema calcio. La FIGC ha già dichiarato la propria impotenza di fronte alla dimensione del fenomeno, chiamando il governo del calcio europeo (l’UEFA) a far valere tutta la propria forza politica per estirpare alla radice un cancro per cui non sembra esserci medicina. “Chi si vende vada a casa per sempre” aveva tuonato Michel Platini, presidente UEFA, dettando la linea, ma circoscrivendo la medicina al calcio su cui poter influenzare certe scelte. Ma anche l’organismo europeo è consapevole che, quando si parla di scommesse, non si parla più solo di calcio. C’è un fenomeno criminale da combattere chiamando a raccolta tutte le forze in causa, in primis giudici e polizia. Il problema vero è la criminalità organizzata che mette le mani sul calcio.