Quando un'infamia passa per "cattivo gusto"

vomitevole

Riferiscono le cronache che nella curva Bulgarelli a Bologna, durante la partita Bologna-Juventus, è apparso uno striscione che definire idiota è fargli un complimento. Uno striscione (riportare cosa c'era scritto ci sembra superfluo... ) che non fa certo onore ai bolognesi che si vantano di rappresentare una delle città più progressiste e tolleranti. Uno striscione che ha causato l'indignazione degli stessi tifosi bolognesi vicini di posto degli idioti che l'hanno esposto.

Lo striscione ha suscitato reazioni anche forti. Marotta, per conto della Juventus, ha parlato di infamia augurandosi, invano a quanto pare, che "sia stata rilevata dalle autorità preposte". Vaciago su Tuttosport ha titolato "Lo striscione dell'idiozia", Damascelli (del Giornale) ha urlato, dal blog di Radio Radio, "Una razza di bastardi. Vediamo chi ha il coraggio di sbattere fuori dal tempio questi mercanti", concludendo con lucido realismo: "Aspetto ma non spero". Fabrizio Bocca, sul blog di repubblica.it, ha provocatoriamente scritto di "stadio da chiudere"; emblematica e sacrosanta la sua conclusione: "Ma ovviamente la pilatesca giustizia sportiva di una Federcalcio che non si prende mai la responsabilità di nulla (e di una Lega di serie A capace solo di parlare di soldi e mai di queste cose ben più importanti), non lo farà". Se n'è accorta anche la Gazzetta che, tanto per non smentirsi, ha dedicato all'episodio solo un ridottissimo trafiletto di Andrea Tosi che ha avuto il coraggio di titolare sulla "riprovevole ironia" dei tifosi bolognesi, definita poi solo "un gesto di cattivo gusto".

Il fatto che sia stato esposto per pochi istanti non può essere una scusa per evitare di punire i responsabili. Forse la FIGC (esiste qualcuno in FIGC oltre allo Scilipoti del calcio Abete capace di prendere decisioni sensate?) dovrebbe obbligare il Bologna a fare di tutto per individuare i colpevoli, pena una squalifica del campo. Perché quelli da punire sono prima di tutto gli autori del gesto, e solo in seconda battuta il Bologna Calcio. Ecco, questo è il passo che dovrebbe fare la FIGC: rendere le società responsabili della sicurezza all'interno degli stadi. Se fosse possibile. Perché, essendo gli stadi di proprietà dei Comuni, sono luoghi soggetti al controllo delle autorità preposte, ed allora è la Polizia responsabile della sicurezza anche all'interno dello stadio. Ma non in tutti gli stadi italiani è così. A Torino ad esempio c'è uno stadio di proprietà, quello della Juventus, e proprio nella gara d'andata contro il Bologna si è visto cosa vuol dire avere uno stadio di proprietà. In quella gara c'è stato il famoso episodio del tifoso che cercò di colpire Di Vaio. Grazie al servizio di sicurezza interno allo stadio il responsabile è stato rapidamente individuato. Immediata la condanna: allontanamento da tutti gli stadi italiani per cinque anni. Ecco cosa vuol dire avere uno stadio di proprietà: essere responsabile di quello che succede in casa tua, ed eventualmente pagarne le conseguenze.
Riusciranno a Bologna ad individuare gli idioti responsabili con la stessa solerzia vista nel caso del tifoso della Juve? Ne dubitiamo fortemente, vista anche la sentenza del giudice sportivo Tosel arrivata nel tardo pomeriggio che ignora completamente il fatto e si concentra anzi sull'introduzione di petardi in curva da parte dei tifosi del Bologna. Concludendo tuttavia che, visto l'esclusivo utilizzo nel proprio settore da parte dei tifosi bolognesi, non si deve punire la società. Capito? Se introducete un bazooka e ne fate uso esclusivo nel vostro settore non farete squalificare il campo della vostra squadra. Ma nessuno della Lega Calcio di serie A o della FIGC ha pensato di segnalare l'episodio al giudice sportivo? E la quaterna arbitrale, oltre a evidenziare “l'atteggiamento offensivo” di Conte, non ha visto nulla? E la prova televisiva vale solo per pescare le gomitate tra i calciatori ignorando completamente quello che succede sugli spalti? Ma le telecamere si sorveglianza sono presenti nello stadio dall'Ara? O forse, molto più semplicemente, offendere la Juve i suoi dirigenti ed i suoi tifosi non costituisce atto punibile dalla giustizia sportiva. E basta andare a rivedere tutti gli episodi di oltraggio alle vittime dell'Heysel in molti stadi italiani e le conseguenti decisioni della Figc, cioè nessuna, per avere una conferma.