Il Metodo Palazzi e il caso Bonucci

BonucciSi legge nelle carte della Procura federale relative al filone calcioscommesse su cui ha indagato la Procura di Bari che la partita Udinese-Bari del 9 maggio 2010 venne aggiustata realizzando un risultato finale di 3-3, in gergo un over. Gli attori di questa combine sarebbero stati Andrea e Salvatore Masiello, Nicola Belmonte, Alessandro Parisi e Leonardo Bonucci, tutti del Bari. L'ex-Udinese Pepe, sempre in relazione a questa partita, è stato accusato di omessa denuncia, in quanto Salvatore Masiello lo avrebbe contattato telefonicamente prima della partita proponendogli, secondo l'accusa, di aggiustare la partita in cambio di soldi. Pepe avrebbe rifiutato, non denunciando però il fatto alla Procura federale e incorrendo quindi nel reato sportivo di omessa denuncia. Salvatore Masiello, sentito da Palazzi il 12/06/2012, smentisce di aver mai contattato telefonicamente Pepe e ancor più di avergli proposto una combine come invece testimonia Andrea Masiello. Bonucci invece è accusato di essere uno dei calciatori del Bari che avrebbero alterato il corretto andamento della partita. A chiamarlo in causa è la testimonianza di Andrea Masiello. E come per il caso Conte la parola di un solo “pentito” è bastata per incolpare Bonucci di illecito. Ma veniamo ai fatti.
Sulla vicenda, come detto, ha indagato la Procura di Bari. Masiello viene sentito dalla Procura di Bari il 25/01/2012 ed il 24/02/2012. Nel primo interrogatorio racconta che De Tullio (un titolare di un'agenzia di scommesse in Bari) lo avrebbe contattato chiedendogli se poteva attivarsi per fare in modo che quella partita finisse con molti gol, permettendo ad alcuni scommettitori di vincere ingenti somme. Nel secondo interrogatorio Masiello precisa che dopo la richiesta di Di Tullio si era attivato nei giorni precedenti la partita contattando suoi compagni di squadra negli spogliatoi di Bari. Tra quelli contattati ci sarebbe stato Bonucci. Accuse che sostanzialmente Masiello ripete quando viene sentito dalla Procura di Cremona il 15/03/2012.

De Tullio, sentito da CC di Bari il 10/02/2012, fa dichiarazioni divergenti da Masiello, dichiara infatti che prima di quella partita due amici di Masiello si erano presentati da lui per realizzare una puntata su quella partita. I due erano Giacobbe e Carella a cui avrebbe consegnato in seguito la vincita. In un secondo interrogatorio del 2/03/2012 dichiara invece che i soldi della vincita li avrebbe consegnati direttamente a Masiello. Ma l'aspetto importante è che De Tullio smentisce Masiello sul fatto che sia stato lui a chiedergli di combinare la gara. Interessanti sono anche le dichiarazioni di Iacovelli, che era un dipendente dell'ospedale di Bari che si adoperava come tuttofare del Bari calcio, e che è stato, come egli stesso ha testimoniato ai pm, l'uomo di contatto tra Gegic e Masiello in molti casi di combines. Iacovelli, sentito dalla Procura di Bari il 5/03/2012, riferisce di essere stato contattato da De Tullio, il quale gli riferì che alcuni tizi stavano scommettendo senza copertura per conto di Masiello sul pareggio di Udinese-Bari. Giacobbe, uno dei due scommettitori, viene sentito dalla Procura di Bari il 6/03/2012 e riferisce che Masiello gli aveva detto che Udinese-Bari sarebbe finita in parità: 2-2. Giocò quindi per sicurezza sul pareggio e non sul risultato esatto. Ma prima di scommettere chiese conferma a Masiello, il quale gli riferì che erano in 9 del Bari ad essere d'accordo e, particolare molto importante, questa confessione venne fatta da Masiello a Giacobbe nel bagno dell'aeroporto (presumibilmente quello di Bari, ma anche se fosse quello di Udine non cambierebbe niente come vedremo). Da quanto testimoniato da De Tullio, da Iacovelli e da Giacobbe sembra evidente che la decisione di provare a taroccare Udinese-Bari venne presa da Masiello alcuni giorni prima della partita. Questo è il contesto: ma passiamo finalmente ad analizzare la posizione di Bonucci. Abbiamo visto che Masiello ai PM di Bari e di Cremona afferma di aver contattato Bonucci, insieme ad altri “nei giorni precedenti la partita”. Bonucci, sentito a Bari l'8/03/2012, smentisce Masiello affermando che la settimana precedente Udinese-Bari era stato in ritiro con la Nazionale ed era rientrato a Bari la sera di mercoledì, giovedì era rimasto a casa a riposo e si era presentato all'allenamento del venerdì pomeriggio. Il sabato poi erano partiti in aereo alla volta di Udine. Era quindi impossibile che Masiello lo avesse contattato nei giorni precedenti la partita, non trovandosi egli a Bari per l'impegno con la Nazionale. La Procura di Bari ha evidentemente creduto a Bonucci e non lo ha rinviato a giudizio lo scorso 22 giugno, quando ha rinviato a giudizio Masiello, Carella e Giacobbe per associazione a delinquere e frode sportiva.

Ma se la vicenda penale di Bonucci si è avviata verso l'archiviazione, la vicenda sportiva ha avuto un esito nettamente differente. La Procura federale, ricevute le carte dalla Procura di Bari, sente Masiello il 10 luglio e questi aggiusta nettamente il tiro rispetto alle tre precedenti dichiarazioni rese ai Pm di Bari e di Cremona. Dichiara infatti a Palazzi essere vero che Bonucci non era presente quella settimana a Bari; ma si era aggregato in ritiro e venne infatti contattato proprio durante il tragitto dall'aeroporto di Udine all'albergo. Questa nuova versione, che stranamente Masiello ricorda dopo essere stato rinviato a giudizio a Bari il 22 giugno e quindi dopo aver preso visione di tutte le carte processuali, viene riferita solo a Palazzi e mai ai Pm che lo hanno interrogato in precedenza. E vi è una sostanziale differenza tra l'aver contattato Bonucci negli spogliatoi di Bari nei giorni precedenti o averlo avvicinato sul pullman che dall'aeroporto di Udine portava la squadra in albergo. Dichiarazione che contrasta, oltre che con le precedenti dichiarazioni dello stesso Masiello, anche con quanto riferito da Giacobbe sulla confessione fattagli da Masiello nel bagno dell'aeroporto. Masiello riferì che erano in 9 del Bari ad essere partecipi e che la partita sarebbe finita 2-2, prima di contattare Bonucci, secondo la versione fatta a Palazzi. Iacovelli, quando è stato sentito dai Pm di Bari, ha affermato che né Bonucci né Ranocchia gli risultava avessero mai partecipato a taroccamenti. Tralasciamo poi le precisazioni di Masiello sulla posizione occupata dai due sul pullman, entrambi al centro, come dice Masiello, o distanti, come dice Bonucci, perché francamente ha del ridicolo. Ma è soprattutto il metodo della Procura federale che ci lascia molto perplessi: quale affidabilità ha questo modo di indagare di Palazzi? Quale rassicurazione viene fornita a chi come Bonucci si vede tirato in ballo da una nuova versione che viene ricordata dal pentito di turno solo davanti a Palazzi, che rivede e/o ritocca le precedenti dichiarazioni fatte ai PM? E la stessa cosa è successa a Conte con Carobbio. Evidentemente Palazzi è dotato di quel dono che gli antichi filosofi greci definivano l'arte della maieutica, ovvero l'arte di tirar fuori dall'interlocutore le verità nascoste, o semplicemente solo le verità che interessano.

nota: Tutti i riferimenti agli interrogatori ed alle deposizioni sono prese dal documento di deferimento di Palazzi.