CARTELLINO ROSSO - Fischietti, polli e Rolex

cartellino rossoFinalmente… si potrebbe dire!
La battaglia di Gianluca Paparesta contro i “poteri forti”, che gli hanno praticamente impedito il reintegro nei ranghi arbitrali della CAN, comincia a riscuotere interesse presso la carta stampata “che conta”.
Infatti è di questi giorni un articolo de L’ESPRESSO, a firma di Alessandro Gilioli, che, raccogliendo gli spunti offerti dall’ex arbitro barese, conferma la tesi di un sistema che vede protagonisti gli stessi personaggi in voga in epoca “moggiana”.
Qualcuno potrebbe osservare che in maniera ermafroditica il mondo del calcio riproduce se stesso perché, sempre secondo quanto sostiene Paparesta, tutto e tutti siano “funzionali” al sistema.
E in verità, ci ricorda Gilioli, il braccio destro del rieletto Abete è proprio quell’Antonello Valentini (tutti uomini nuovi come si può notare) intercettato nell’agosto 2004 in una telefonata col suo amico Moggi, telefonata integralmente riportata nel blog di Paparesta.
Inoltre fischietti ed ex fischietti dell’era “calciopoli” continuano ad occupare ruoli di prestigio.
Sempre l’attento Gilioli ci parla di Rosetti (selezionato tra l’altro per Sudafrica 2010) che secondo l’ex assistente Pisacreta, ora vice di Nicchi alla guida dell’AIA, ricevette una strana telefonata nell’intervallo di Lazio-Fiorentina, per commentare un fallo di mano.
Va da sé constatare il divieto assoluto per un arbitro di parlare al cellulare durante lo svolgimento di una partita.
E’ ancora Gilioli a ricordarci che un altro arbitro, Dondarini, rinviato a giudizio a Napoli, risulta in piena attività, come pure Trefoloni, quest’ultimo “immacolato”. Singolare la vicenda di Trefoloni, il quale non ha visto un seguito alla sua confessione ai Carabinieri di Roma, circa le pressioni psicologiche subite nelle stagioni sotto inchiesta, pressioni che lo costrinsero addirittura ad un certificato medico, presuntivamente per non essere designato la domenica di un Juve-Roma.
Trefoloni, ricorda sempre Gilioli, la settimana scorsa ha parlato ai fischietti di Carrara della necessità per un arbitro di trasmettere sicurezza… (sic!)
Nelle righe de L’ESPRESSO non poteva mancare un accenno al designatore Collina, il quale, secondo Paparesta, si sarebbe rimangiato la parola di riammetterlo tra gli arbitri della CAN.
Tutta la documentazione bibliografica, riguardante gli argomenti testé trattati, è disponibile sul sito www.espressonline.it.
Speriamo che il nuovo presidente dell’AIA Nicchi riesca finalmente a diradare ombre, sospetti e timori di un nuovo scenario a tinte fosche nel mondo arbitrale di vertice, a patto però che non si ripetano episodi ridicoli come quello capitato a Lecce ultimamente. In breve: un macellaio leccese si era impegnato a regalare 100 kg di polli al direttore di gara che avesse assegnato un rigore alla squadra salentina e dopo 28 giornate accade con l’arbitro Celi; ma lo sfortunato macellaio non riceve collaborazione per mantenere la sua promessa né da Collina che rimette la responsabilità all’AIA né dal segretario di quest’ultima, tal Meloni, e così solo con la collaborazione della sezione arbitri di Lecce, riesce nell’intento, ottenendo poi dal sensibilissimo Celi la restituzione dei polli in beneficenza a sostegno dei bambini disabili in quel territorio. Insomma non guasterebbe maggiore ironia in questo mondo arbitrale, anche per dissipare la costante coltre di sospetto: in questo caso poi si trattava di polli e non di Rolex!