Aprite la porta... Oh! Oh!

grygeraInizia più o meno così l'inno del Genoa, un po' fuori dagli schemi, quasi da cartone animato: coi pantaloni rossi e la maglietta blu, tutta la curva nord, immancabilmente, chiede ad ogni partita ad una fantomatica donna di preparare la bandiera per il prossimo scudetto che il Genoa vincere dovrà.

Generazioni intere han cantato, e cantano da 85 anni, lo scaramantico ritornello, per appuntarsi finalmente la stella ed entrare nell'élite del calcio italiano: l'ultimo dei nove scudetti, infatti, lo festeggiarono nella stagione 1924/1925, tra una guerra e l'altra, proprio negli anni delle grandi invenzioni, per esempio il primo apparecchio televisivo.

Eppure non se ne parla di vederla da casa, quando arriva la Juventus: ancor più del derby con l'odiata Sampdoria, Genova si incupisce, Genova si surriscalda, Genova non è per noi. La curva nord ribolle più del solito, abbonamenti a numero chiuso, tramandati di padre in figlio, a popolare la curva più british di tutta la penisola, e generazioni di Genoani, dai ragazzini fino ai loro nonni, ad aspettare il pullman dei "ladri" bianconeri all'ingresso del cancello per sputarglielo in faccia.

Genova diventa Firenze, o Napoli, Marassi però è in città, una città chiusa dalle montagne e dal mare, quasi un enorme paese, dove tutto è amplificato, fuori e dentro lo stadio. Ero su quegli spalti l'ultima volta, e nemmeno io ho sentito dal vivo quel fischio arbitrale, tra una bolgia infernale ed un coro ripetuto alla noia "Ladri, Ladri..." urlato senza vergogna, senza nemmeno arrossire, da uomini che inneggiano ad altri uomini, quelli con la valigetta, quelli con le mani ancora appiccicose di marmellata, uomini che giocano con le inibizioni e le squalifiche, che non potrebbero, ma che invece possono.

Ecco, questo è l'ambiente che ci aspetterà domani, senza sconti, dove una banda di ragazzi simpatici con la maglia a strisce, bianconere ovviamente, dovrebbe scendere in campo ed imporsi. Così non va, servirà una squadra da battaglia, perché tale sarà: più che in qualsiasi altro campo, servirà una Juventus vecchio stampo, concentrata, tosta e da corsa fino alla fine. Non c'è spazio per chi non corre, non c'è spazio per chi tira indietro la gamba, in campo ci vogliono Juventini veri.

Il Bayern, partito in sordina e zoppicando è già arrivato alla quinta vittoria consecutiva tra campionato e coppe, noi ci apprestiamo a giocarla, appena prima di sfidare i tedeschi a Monaco; battere i liguri in trasferta diventa fondamentale anche in vista dell'impegno Europeo. Buffon continua a ripetere che vincere aiuta a vincere, che serve a creare la giusta mentalità per trovare quello che, in fondo, non abbiamo mai perso, quel qualcosa che manca a tutti gli altri, quella formula segreta che non so come spiegare.

Andate al mare e spiegategliela voi.