L’ultimo bluff - La triste fine del giornalismo italiano

orrori stampaLe reazioni scomposte ai nuovi sviluppi dell'affaire Farsopoli dello schieramento quasi da ribrezzo (cit. Ostellino) dei giornalisti (?) sportivi sembrano il disperato colpo di coda di chi si sente sull’orlo del precipizio.
Hanno paura, una paura matta... si giocano tutto... e arrancano in tv e sui giornali balbettando dei luoghi comuni abusati contro Moggi e la vera Juventus da quattro anni (e in molti casi già sbugiardati nel dibattimento di Napoli) e appellandosi ai tifosi della Juventus affinché scarichino l’orco cattivo e diano credito al giovane illuminato Elkann, che a Farsopoli diede il là con quell’intervista durante Juventus-Palermo il 7 maggio 2006.
Sono vecchi. Sono italiani. Sono quelli del “Lei non sa chi sono io”. Chiedono ai tifosi della Juventus e ai cittadini di questo disgraziato paese di ignorare i fatti, di non pensare con la propria testa, ma di dare credito una volta di più ciecamente alla casta dei potenti da loro perfettamente rappresentata, e di punire chi si è distinto per meriti e, con una storia di umiltà e lavoro alle spalle, ha osato sfidare gli eletti per discendenza, ridicolizzandoli.
In Italia il potere vince sempre, non si pensi di avere successo basandosi sul merito, per quello bisogna emigrare, oppure si fa la fine di Moggi: questo, purtroppo, è il messaggio che il popolo deve tenere bene a mente.
Hanno perso tante occasioni per fare marcia indietro. Lo avevamo scritto già nel gennaio 2008 su questo sito.
Stanno perdendo anche l’ultima, sembra che abbiano deciso di scommettere ancora sul sistema, che abbiano deciso di bluffare fino in fondo.
Hanno scommesso la loro credibilità professionale sulla tenuta della farsa dell’estate del 2006.
Hanno sottovalutato la forza d’animo di Moggi, un uomo che dopo quella maledetta estate non aveva più nulla da perdere.
Hanno sottostimato la qualità e l’indipendenza dei suoi legali e consulenti, che probabilmente non hanno scheletri negli armadi, nemmeno un innocuo massaggino in un centro benessere, e si possono permettere il rischio di sfidare apertamente datori di lavoro di servizi segreti e mandanti di spioni privati.
Hanno sperato che gli Juventini veri si accontentassero di stadio e palloncini.
Hanno creduto che il blocco di potere che ha consentito il compimento della farsa fosse più forte della verità, che avesse la forza di trasformare una realtà artificiale in verità storica.
Hanno sottovalutato il fenomeno calcio in Italia e la passione dei tifosi.
Ma soprattutto hanno sottovalutato la forza dirompente di internet.
Internet ha cambiato e sta cambiando il modo di fare informazione.
Il numero di connessioni Internet nel mondo è passato da un milione nel 1992 a un miliardo nel 2008, finalmente uno strumento di libera informazione è a disposizione delle masse. Nel 2006 Times ha consacrato l’utente Internet come personaggio dell’anno.
In Cina lo hanno capito bene e hanno messo il bavaglio alla rete, speriamo che i nostri politici non ne seguano l’esempio.
Ci auguriamo che i legali di Moggi continuino con la stessa determinazione a lottare per la giustizia e che i giudici possano emettere i propri verdetti in serenità.
Grazie a Internet, il sentimento popolare sta cambiando, noi continueremo a mettere a disposizione dei nostri lettori gli elementi utili perché possano formarsi la loro opinione, racconteremo fatti in maniera oggettiva e offriremo i nostri commenti di parte, da contrapporre alla gran parte dei media tradizionali schierati a sostegno della farsa del 2006.
Noi, Internet lo sappiamo usare e continueremo a usarlo, io scrivo dall’Australia, i numeri ci danno ragione.