Ruggiero, non aver paura a tirare il calcio di rigore

palomboRuggiero, li hai spiazzati ma non li hai convinti. Su J1897.com discutevano, due giorni prima, del tuo ammettere a Radio Radio che avevate bucato la notizia del deferimento di Moratti e dell'Inter e, subito, tutti a scrivere "Facile dirlo lì, ma sulla Gazzetta non lo scrive". Tu, invece, lo hai scritto anche nel tuo "Palazzo di vetro" del 12 giugno e subito è stato ripreso in tutti i forum. Oddio, girando tutti quelli bianconeri non è che abbia trovato consensi per te. Anzi, è meglio che non li leggi. Ma si sa, gli juventini dal 2006 sono rancorosi e anche maliziosi. Eppure stavolta hai osato mettere in discussione Palazzi ed i tempi della giustizia sportiva, scrivendo che è una giustizia sportiva malata quella che fa pagare a Zamparini, otto anni dopo, un fatto avvenuto nel 2002. Hai aperto quelle spesse tende che ti oscuravano la visuale del "Palazzo di vetro" ed hai visto e scritto che "È malata quella giustizia sportiva che manda a processo Moratti e Preziosi un anno dopo il consumarsi di un reato (lo squalificato Preziosi che tratta la cessione di Milito e Thiago Motta) che, tempo d’una verifica presso giornali e televisioni del 21 maggio 2009, quando diedero risalto alle ingenue dichiarazioni del patron del Genoa, non poteva richiedere più di giorni sette di indagini". I rancorosi sostengono che le tende avresti dovuto aprirle prima, e scrivere un anno fa che Moratti e Preziosi erano da deferire, ed incalzare Palazzi. I più maligni arrivano a sospettare che sia un attacco a Palazzi perché non avrebbe gestito questo caso come altri precedenti che riguardavano l'Inter. Dicono che se lo hai scritto tu, ormai, Palazzi è un "dead man walking". Hai bacchettato anche la Federazione, dicendo che non è sana, se un deferimento del 31 maggio diventa pubblico solo per una fuga di notizie "generando così il sospetto, più che giustificato ripensando a certe intercettazioni rimaste chiuse nei cassetti per almeno tre anni, che quanto a deferimenti da rendere più o meno pubblici esistano figli e figliastri". I rancorosi juventini hanno avuto da ridire anche su questo, interpretando le tue parole come un'accusa contro la fuga di notizie, fenomeno sul quale la Gazzetta ci ha marciato e venduto alla grande nel 2006. Il coraggio che hai dimostrato a scrivere di "figli e figliastri" non ha convinto nessuno, perché i più benevoli dicono che te ne sei accorto troppo tardi. Hai osato dove neppure le aquile scrivendo "Non è malato, ma non fa bene alla salute di tutti, un certo modo che taluni hanno di porsi di fronte all’opinione pubblica: Narducci, il pubblico ministero di Calciopoli, Auricchio, il tenente colonnello che ne guidò le indagini, e Moratti, il presidente dell’Inter, potevano risparmiarsi la comparsata a braccetto dell’altra settimana...", un implicito riconoscimento al nostro lavoro di indagine, ancora più apprezzato venendo da un pallone d'oro dell'indagine, tu che hai vinto un premio Ussi-Coni 2006-07 per la la categoria "Cronaca ed indagine". I più buoni scrivono che ci avete messo troppo a parlarne (eppure ci dicono che Piccioni c'era), altri l'hanno interpretata come una tirata d'orecchie ai tre, un invito ad essere più prudenti, perché diventa difficile il lavoro di giornalista, e non parlare di certi rapporti, se loro li ostentano in pubblico.
Avrai capito che quelle del 2006 sono ferite aperte per chi fu punito, che sopra vi è stato versato il sale delle intercettazioni che non dovevano esserci e, invece, piaccia o non piaccia, c'erano, eccome. Avrai capito che non c'è perdono per chi dettava la linea a giudici e Federazione, per chi anticipava fatti e sentenze.
Però non devi abbatterti, perché hai una grossa occasione per provare a stupirli. Ruggiero, questa è l'occasione per "sdoganarti" come fece De Santis prima di ricevere una sim straniera (se credi sia illogico chiedi ad Auricchio, fatti dare il numero da Galdi).
Riprendi quel tuo articolo del 28 settembre 2006 nel quale scrivesti: "Se Tavaroli dice il vero, si può tranquillamente affermare che un alto dirigente dell'Inter come minimo sapeva quel che stava accadendo presso la Procura di Napoli. Al massimo, visto che in Telecom sembra proprio che non se ne facessero un problema, poteva, volendo, conoscere anche il contenuto di quelle telefonate. [...] 4) Secondo la testimonianza di una dipendente Telecom, anche il traffico telefonico in entrata e uscita di Juventus, Federcalcio, Gea, delle due figlie di Geronzi, Benedetta e Chiara, e del guardalinee Enrico Ceniccola (uno degli indagati dalla Procura di Napoli) era controllato dalla task force Telecom. [...] Per quale motivo in Telecom c'erano dei signori così interessati al mondo del calcio? Chi ha commissionato i dossier? Perché l'attività «spionistico-investigativa» sembra essersi esaurita con il 2003, cioè poco prima che più Procure (Torino e Napoli) dessero il la alle intercettazioni? E' a queste tre domande che il mondo del calcio ha urgenza di dare risposte certe, anche perché la contiguità dell'Inter con Telecom, che in sé non vuol dire nulla, è sotto gli occhi di tutti".
Tu ci avevi provato a puntare l'area di rigore, ma la risposta di Carlo Buora ti aveva steso.

Ora c'è un giudice a Milano, la Panasiti, che ha fischiato rigore. "Le richiesta di acquisizione di informazioni e di intrusione informatica erano attività strettamente pertinenti a scelte aziendali, nelle due aziende pienamente condivise e conosciute, idonee a soddisfare e a corrispondere a specifici interessi delle due società e del gruppo dirigente che in quegli anni era rappresentato dalle medesime persone, nella specie Marco Tronchetti Provera e l'ad Carlo Buora", scrive il gup Panasiti, come riporta Tuttosport.
Va' sul dischetto, Ruggiero. Già ti vedo che ciucci la stanghetta degli occhiali, con i tuoi occhietti da furetto e quel ghigno di chi la sa lunga. Visto che ci sei, ricordati anche che Palazzi, nell'archiviazione sui dossier illegali, riferisce di De Santis e Fabiani (Operazione Ladroni del 2003) e di giocatori dell'Inter che dovrebbero essere stati "attenzionati" nell'Operazione "Care" del 2000, ma non ci sono tracce di indagine sugli spiati con la "Pratica Como". Fagli vedere chi sei, Ruggiero.
Va' e non aver paura di sbagliare il calcio di rigore.
Vai Ruggiè, faje er cucchiaio.