Prima di ululare, chieda scusa

gogna mediaticaQuando, al suo insediamento alla direzione di Tuttosport, ribattezzai Paolo de Paola "Lupo de Lupis", l'ex vice direttore della Gazzetta dello Sport ai tempi di Calciopoli - proprio lui, nel caso qualcuno se lo fosse scordato - inserì Ju29ro. com nella black-list dei covi di oltranzisti con i quali non valeva la pena di intavolare alcun contraddittorio.

Certo la vicenda del comunicato stampa della Juventus contro Tuttosport è (forse) la cosa giusta, in linea di principio, ma fatta al momento sbagliato da persone sbagliatissime. Personalmente - e non sono l'unico, tra i tifosi che alle sentenze da bar sport sui cambi sbagliati del mister preferisce la realpolitik - ho sempre sperato che la Juventus, in materia di comunicazione, si dotasse di strumenti in grado di fronteggiare le offensive mediatiche rese scienza esatta dall'avvento delle TV del Cavaliere; ma che comunque, anche nell'era avanti Cribbio, grazie a una RAI degobbizzata e romanocentrica non scherzavano.

E' l'idea di comunicazione che la Triade, per esempio, pur nella propria eccellenza in fatto di gestione finanziaria e sportiva della Juve sportivamente più forte e politicamente più debole dell'era moderna non seppe mai tradurre in pratica, se non attraverso le maldestre sceneggiate di Luciano Moggi al Processo di Biscardi o per mezzo di improbabili ritorsioni telefoniche (da violenza privata, le definirebbe il presidente dell'ANM Luca Palamara) verso i conduttori televisivi cui negare l'ospite bianconero di turno.

Uscire allo scoperto, prendere posizione in maniera ufficiale, sistematicamente, contro chiunque brandisca la caciara da un tanto al chilo mascherandola da libertà di opinione, avrebbe dovuto essere - a mio avviso - uno dei punti cardine da cui partire per dare vita a un modo nuovo - perlomeno per noi - di pretendere e ottenere il giusto rispetto. Come ho detto all'inizio, però, oggi purtroppo lo si è fatto nel modo peggiore, scegliendo l'obiettivo sbagliato e su temi risibili. Con tutte le argomentazioni che la storia recente avrebbe da dare alla Juventus per pretendere dai media un minimo di obiettività e di rispetto del dovere di informare i lettori, la think tank di Corso Galfer non ha trovato di meglio che fare la morale a Tuttosport per l'eccessivo numero di candidati al toto-panchina della Juve per il 2011-2012.

Le ragioni di Paolo De Paola, in questo senso, sono condivisibili. Certo, la linea editoriale del giornale sul calciomercato è quantomeno discutibile - checché ne dica il direttore sulla natura ineccepibile dei contatti dai quali le notizie proverrebbero - in quanto segue, ad onor del vero anche da prima del suo avvento, la teoria di Amadori: se molli tre galline in un aeroporto e lanci un petardo sulla pista, magari non prendi niente; ma se chiudi cinquemila galline in una cabina telefonica e ci butti dentro una granata, stai sicuro che in mezzo alla poltiglia almeno un arrosto ti ci esce. Ecco, Tuttosport con il calciomercato fa un po' come nella seconda ipotesi. Sai che scienza.

Una cosa, però, signor De Paola. Io ricordo ancora il suo editoriale di insediamento, nel 2008, così come ricordo quello di commiato scritto da Giancarlo Padovan. Se alla base del Suo tardivo cambio di rotta nei confronti di Calciopoli ci sia una sorta di ravvedimento, o una forma di approfondimento, o un moto di pentimento, o quale altra causa interna o esterna, beh, a tutt'oggi, non ci è dato sapere. E questo buco nero, se permette, rende le Sue argomentazioni da cronista incompreso, proprio perché imperniate su quel tema così scottante, un po' poco credibili. A quelli come noi, che "doveri nei confronti dei nostri lettori e non della Juve" sentivamo di avere gli stessi quattro anni fa come oggi, la Sua reazione a difesa di questi ultimi sa un po' di chi, di punto in bianco, vorrebbe addirittura insegnare al culo a cagare. Ben lieti di prenderne atto, se così fosse. Ma come minimo - da lettori, appunto - , se così fosse, ci aspetteremmo delle scuse.

Perché lo scempio di oggi ha ragioni che partono da molto lontano, e Lei lo sa bene. Altro che giocare al toto-allenatore.