Moggi su Abete: "Venga da me, gli dico tutta la verità"

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Da Libero del 09-08-2011

Non so fino a quando Abete potrà abusare della pazienza dei suoi ascoltatori. Per carità, non intendo qui ispirarmi né a Catilina, né a Cicerone, sta di fatto che il presidente della Federcalcio sarà anche cresciuto, dall'epoca in cui faceva il secondo, ma i sistemi sono rimasti gli stessi e non fanno bene al calcio. Porta in consiglio federale per dirimere - lui così crede - alcune delicate questioni, per poi andare alle strette quando si tratta di rispondere alle domande dei cronisti, come quelli della Gazzetta.

Sbaglierebbe, però, chi in queste "perle" cercasse risposte adeguate alle domande che incombono, e che debbo dire sono state fatte senza risparmio e senza sconto da Ruggiero Palombo. Sul punto riguardante l'arbitrato secretato che ha cancellato le squalifiche del presidente del Genoa Preziosi - ivi compresa quella a 5 anni con proposta di radiazione, come la mia - Abete sostiene che sulla vicenda «c'è grande confusione». Io sostengo invece che in confusione c'è solo lui, quando dice che «si è trattato solo di una conciliazione relativa all'ultimo periodo di squalifica». Palombo ribatte che «giusta o sbagliata che fosse, una proposta di radiazione è sparita» (santa verità!), ma Abete si difende con una risposta indisponente per chiunque voglia realmente sapere e capire: «Non è stato nascosto nulla. Basta farsi bene i conti». Quali conti non si sa, e in quanto alla circostanza che non sarebbe stato nascosto nulla, appena un passo prima Abete aveva detto che «quanto era secretato doveva restare tale». Di grazia, per quale motivo?

L'inizio dell'intervista è occupato dal cosiddetto "tavolo della pace". Abbiamo appreso che non si farà, perché nessuno lo vuole. Non ne avevo dubbi, ma un chiarimento va fatto: Della Valle si era riferito effettivamente a un tavolo nella sua lettera aperta, ma con particolare indirizzamento a Moratti. Al presidente dell'Inter - secondo il patron della Fiorentina - toccava chiarire, e figuriamoci se Moratti si sarebbe deciso a farlo. Ha urlato contro tutti, si è nascosto dietro la memoria di Facchetti, ma si è ben guardato dal rinunciare alla prescrizione per sottoporsi alla giustizia sportiva. D'improvviso il procuratore sempre elogiato era diventato il nemico numero uno.

Dopo 14 mesi dall'istanza della Juventus il Consiglio federale si è detto non competente. Abete, ineffabile, dice che non è vero che la Federazione non ha deciso. «Una decisione è stata presa». Chiedo aiuto a Domenico Rea, «Gesù fate luce». Il non dichiararsi competenti equivale a una non decisione. E Palombo, gliene rendo atto, gli ha infilato in mezzo la famosa frase, di cui penso si sarà tante volte pentito, «l'etica non va in prescrizione». Abbiamo visto che c'è sempre un modo per trovare un modo di arrivare alla prescrizione.

Passiamo ad altre "perle", quelle delle intercettazioni sparite. Qui Abete pontifica: Guido Rossi, commissario della Figc, ne ignorava l'esistenza. Forse nessuno gli ha detto che Borrelli aveva detto il contrario. E se Borrelli ne era cosciente, Guido Rossi non poteva non sapere. È meno assolutorio nei confronti della Procura penale. Sul tema delle intercettazioni scomparse dice che «Beatrice, Narducci e Auricchio suscitano qualche interrogativo in più». Arrivo al capolavoro: sul «giallo delle intercettazioni sparite e di una verità nascosta» Palombo gli chiede se «cercherà la verità». Sentite la risposta: «Come presidente della Federcalcio oltre un certo livello non la cercherò, perché devo tenere conto del ruolo istituzionale della Federazione». Abete spieghi perché non dovrebbe andare «oltre un certo livello», e cosa c'entra il ruolo istituzionale della Federazione. Sciocchezze simili non sono degne di un presidente federale. Ultima delle perle. Abete «è colpito dal fatto che l'unico soggetto che chissà come ha acquisito le telefonate» è stato il sottoscritto. Illustre Abete, l'ho fatto naturalmente per difendermi e per difendere tanti innocenti, quello che avrebbe dovuto fare la Federazione se voleva fare vera giustizia, e il "chissà come" è stupido oltre che offensivo. Abete sostiene che la Federcalcio sta ancora sbobinando quelle telefonate e le utilizzerà per vedere «se ci sono condizioni di autodenuncia, qualora lo riguardassero».

Glielo anticipo io, ci sono tutte le condizioni di autodenuncia. Si predisponga a farlo e tragga anche le conseguenze, prima che lo facciano altri. Infine, per quanto riguarda il "tavolo" da lui tanto sospirato, è stato organizzato per giovedì 11 ore 18 alla Versiliana, presente il sottoscritto, se vorrà concedersi.