Petrucci flop: non c’è due senza tre?

petrucci

“Basta, basta, non se ne può più. Oggi le pagine dei giornali sono più piene di aspetti giuridici, legali, che di aspetti sportivi, calcistici. Oggi il calcio di vertice è malato di doping legale, legale, doping legale. Voi vi rendete conto perché siete attenti osservatori di quello che sta accadendo: assenza di etica, di rispetto delle regole. Oggi chi grida di più pensa di vincere, ma non vincerà. Non vincerà. Finché c'è questa struttura, finché lo sport italiano è così solido com'è, e lo stiamo dimostrando ogni giorno, non prevarranno i prepotenti, gli arroganti".
Abbiamo ancora nelle orecchie l’accorato grido di dolore di Petrucci, accorato ma anche sgradevole nei toni, visto che, pur senza nominarla mai, la destinataria dell’invettiva era sicuramente la Juventus, decisa ad andare a fondo contro la Figc (ed ora anche il Coni, incompetente a braccetto, è entrato nel mirino) per null’altro che per voler veder riconosciuti dalla giustizia ordinaria quei suoi diritti su cui quella sportiva, dopo averli calpestati, si rifiutava persino di pronunciarsi. Non era prepotenza e non era arroganza. E lo dimostrò il tono fermo, ma pacato e non ostile, con cui arrivò, tempestiva, la risposta di Andrea Agnelli: ‘Parliamone’.
E così Petrucci partorì il Tavolo della Pace, beneaugurante solo nel nome, in realtà intriso di veleni. Petrucci svolse allora il suo primo ‘bel tema’, un documento, più fumo che arrosto in verità, con il quale il numero uno del Coni ammetteva che sì, forse in Calciopoli qualcosa era andato storto, ma in fondo bisognava stare sereni e guardare al futuro. La commissione incaricata di ‘promuoverlo’ non firmò e il Tavolo si concluse con una solenne bocciatura.
Abbiamo ritrovato i giorni scorsi lo stesso tono accorato di Petrucci, che si produceva in più di un appello, con voce carica di affanno e di trepidazione ma al tempo stesso di speranza: “Il presidente Monti deve crederci .. Mai occasione appare così favorevole, non è scontato vincere, ma se la Spagna che non sta meglio di noi si sta impegnando con grandi sforzi, perché noi non possiamo fare altrettanto? Oggi vengono premiati i Comitati che hanno bilanci solidi e questo vale per noi. Ostacoli? Io credo più ai vantaggi… Io cerco di ragionare in termini positivi''. Si era armato di alleati autorevoli e di petizioni. Aveva svolto un altro bel tema, e aspettava ansioso il voto del professor Monti. Che è arrivato, accompagnato da una bacchettata sulle mani. Il tema è corretto, ma è fuori contesto. Il contesto di un’Italia in difficoltà, cui il governo non si è sentito di addossare un ulteriore peso: perché certe esperienze del passato, tra cui i Mondiali di Calcio di Italia ’90 (ma anche dei Mondiali di nuoto 2009), avevano lasciato più ombre che luci.
E Petrucci è apparso di nuovo in tv, deluso e affranto per la bocciatura, con parole che trasudano la stessa amarezza di due mesi fa (un altro 14, di dicembre), lamentando anche una certa mancanza di rispetto per un no sul filo di lana: “Avrei apprezzato un po' più di rispetto nel darci prima questa risposta. Nelle mie parole c'è grande amarezza, ma lo sport italiano sarà sempre uno sport importante. La ferita però rimane, perché Monti ci ha detto che il progetto era serio e credibile, ma che in questo momento il governo non se la sentiva di prendere questo impegno finanziario. Il nostro compito è stato eseguito perfettamente, non abbiamo fatto nulla di diverso da quello che il governo ci aveva chiesto, abbiamo compiuto appieno il nostro dovere”.
Lui aveva fatto i compiti, ma stavolta era davvero incompetente: la decisione spettava a Monti ed è stato un no. Lui ancora una volta preferiva non ripensare al passato e guardare solo al futuro, un po’ la sua magnifica ossessione. Anche se in realtà i personaggi cui si appoggia sono quasi tutti reliquie di un passato non certo da incorniciare.
Non c’è due senza tre. Quale sarà il terzo fallimento di Petrucci? Non sarà che dopo aver svolto due temi bene, ma inutilmente, stavolta il Coni verrà punito per non essersi preparato ed essersi detto in-competente?