Il contraffatto quotidiano

giornali drogati

Malcom Pagani scrive su 'Il Fatto quotidiano', lo stesso giornale che ospita le filippiche di Travaglio. E, forse per emulare il più famoso collega, si produce in uno scritto mirante a fustigare il deprecabile simposio tenutosi a Firenze in quel di Coverciano e organizzato da quel covo eversivo che è la Camera Penale di Firenze. Che orrore vedere avvocati che difendono individui accusati dai PM, ergo colpevoli manifesti secondo la logica che sembra imperare a 'Il Fatto quotidiano'. E se poi questo simposio di eversori organizza una serie di incontri per discutere de "La giustizia sportiva tra diritto e cronaca" in quel di Coverciano con il patrocinio del Comune di Firenze e del CONI, allora l'eversione è manifesta. Ed a peggiorare la situazione irrompe la circostanza per cui alcuni indagati (condannati in primo grado quindi ancora liberi cittadini) del processo Calciopoli di Napoli sono stati invitati a parlare.
“Che ingiustizia! Che vergogna!” avrebbe potuto scrivere Pagani, rifacendosi al suo collega Pellegatti. Invece si limita a scrivere: “L'Ancien regime che non tramonta mai. Il vecchio che penetra nel nuovo. Il vasto mondo venato di gattopardismo che urla al cambiamento perché nulla muti davvero. L'instancabile fautore di tanto movimentismo si chiama Federico Bagattini, fa l'avvocato e nelle lunghe giornate di Napoli dedicate alla scandalo di Calciopoli, difendeva Innocenzo Mazzini.”
Belle parole, e poi citare Tomasi di Lampedusa è sempre un tocco di classe, peccato che in questo caso c'entri come i cavoli a merenda. E per comprenderlo basta vedere l'ostracismo che hanno subito gli indagati di Calciopoli dal mondo del calcio. Mazzini non riveste più alcun ruolo, Moggi adesso fa lo stesso mestiere di Pagani, Giraudo s'è autoesiliato in Inghilterra, De Santis è stato espulso dall'Aia. Bergamo e Pairetto non erano più designatori già nel 2006. Pieri e Dondarini espulsi anche loro dall'Aia. Quindi chi è il Gattopardo, dov'è il gattopardismo? Forse Pagani avrebbe dovuto guardare in FIGC o nel CONI, forse avrebbe dovuto controllare le cariche di Abete, Carraro e Petrucci prima durante e dopo Calciopoli. Ma è più comodo additare gli appestati di Calciopoli. E poi quale sarebbe questo grande scandalo da segnalare? Il fatto che avvocati difensori e accusati abbiano ancora il diritto di parola?
O forse più semplicemente Pagani ritiene che la Camera penale di Firenze abbia commesso un reato di lesa maestà osando analizzare il comportamento dei cronisti di fronte alle indagini sportivo-giudiziarie. Perché pare proprio che essa abbia centrato uno dei problemi principali di tutta la vicenda Calciopoli: la condanna mediatica prima ancora di celebrare i processi. Ovvero l'influenza che i media hanno avuto nelle condanne sportive prima e penali poi.
E la Camera penale lo ha fatto dando voce agli indagati, che ovviamente riporteranno le loro ragioni e le loro tesi. Non certamente la verità assoluta, ma scrivere che a Coverciano è andato in onda il Truman Show è francamente troppo. Anche perché chi ha seguito i processi e letto le carte processuali (a 'Il fatto quotidiano' avete letto gli atti dei processi?) ha avuto l'impressione che il vero Truman Show sia quello raccontato da Auricchio, Narducci, Capuano, Sandulli, Borrelli etc etc.
Un Truman Show che ha fatto dire a molti colleghi di Pagani che Paparesta era stato segregato al Granillo di Reggio Calabria quasi fosse stato sequestrato dalle 'ndrine dell'Aspromonte e che le palline dei sorteggi erano state manipolate da maghi che farebbero invidia a Silvan.

La notizia de 'Il Fatto Quotidiano' è stata ripresa il giorno successivo da Ruggiero Palombo della Gazzetta, ed anche il nostro eroe non lesina critiche, anzi, si cimenta nel solito predicozzo. E Palombo ha fatto il giro delle sette chiese, per sentire le opinioni di tutti i grands commis dello sport pedatorio italico: Macalli, Tavecchio, Abete e Valentini (toh, due che nel periodo di Calciopoli ci sembra ricordare avessero delle cariche in FIGC ...). Tutti a stracciarsi le vesti e a deprecare che i locali di Coverciano siano stati concessi per tale convegno carbonaro. Tavecchio tuona: "Mi farò sentire in consiglio federale"; evidentemente non c'è incompetenza in tal caso. In realtà questa vicenda denota il profondo fastidio dei vertici calcistici che si parli di Calciopoli e che soprattutto gli indagati di Napoli (Palombo anche Lei non ha ancora compreso che fino a sentenza passata in giudicato si è liberi cittadini?) possano esprimere le loro opinioni. Infine Palombo non perde l'occasione per la sua chiosa finale: "vicenda tragicomica, dove tutti ci fanno una brutta figura. Chi sapeva e non ha fatto sapere, chi sapeva e ha fatto finta di non sapere, e anche chi non sapeva ma non può mai permettersi di non sapere. Ecco che cosa intendeva Petrucci quando a novembre ammoniva sui rischi che il calcio corre a causa del 'doping legale'".
Quindi, oltre a doversi astenere dal tutelare i propri diritti in ogni sede ed in ogni grado di giudizio, così com'è garantito dall'ordinamento giuridico e dalla Costituzione, bisognerebbe anche astenersi dall'esprimere le proprie idee sulle sentenze di Calciopoli, per non incorrere nel doping legale?
Ma che strana idea di giustizia ha Ruggiero Palombo...