L'ita(g)lia è questa

boniek

Giusto ieri mattina, mio malgrado, tra una pausa obbligata e l'altra che il mio lavoro mi "consente", sono capitato su uno dei canali satellitari di Raisport. Non sono solito seguire trasmissioni di approfondimento, soprattutto perché di approfondimento ne fanno solitamente poco, e male, mancano spesso di contraddittorio e tendono ad assumere toni da Bar Sport.
Ovviamente l'argomento è quello più in voga ultimamente, quello del calcio-scommesse. Non so dire in tutta sincerità il titolo esatto della trasmissione, non me ne frega nulla. Il canale in questione è Raisport1 e la conduttrice che ho riconosciuto è Valeria Ciardiello, sì, quella di Juventus Channel, che evidentemente sta facendo carriera anche al di fuori del canale tematico bianconero; l'altro conduttore non ho idea di chi sia e nemmeno mi interessa. Tra i "prestigiosi" ospiti in studio spicca l'onnipresente, sulle reti pubbliche, Zbigniew Boniek, l' "opinionista" rosso di capelli e giallorosso nell'animo. Immagino che il "bello di notte" non abbia bisogno di presentazioni di sorta: per un biennio ha fatto parte, prima di essere sostituito, senza tanti pensieri e remore, con il giovane Laudrup, di quel gruppo di giocatori straordinari che vestiva la casacca bianconera e dominava in Italia e in Europa (oltre che in Nazionale); di cotanta gloria riflessa usufruisce tuttora, vista la carriera tutt'altro che straordinaria vissuta come calciatore una volta lasciata Torino, per non parlare del completo fallimento di quella da allenatore, roba da far invidia al massimo ad Aldo Agroppi.

Tornando alla questione principale, una delle prime cose dette dal succitato Zibì è stata una sorta di difesa nei confronti della persona di Antonio Conte, un garantismo e un rispetto che soprattutto di questi tempi è abbastanza raro trovare, il che mi ha quasi fatto pensare che ci fosse qualche interferenza audio e stessi seguendo immagini provenienti da un canale e parole da un altro. Il dubbio è scomparso però nel giro di pochi secondi, quando evidentemente i freni al livore dell'ex calciatore polacco sono improvvisamente saltati ed è partito in quarta sul raccordo anulare del rancore da Bar Sport. Spero che la citazione sia abbastanza fedele, ma la sostanza è più importante delle singole parole: "Bisognerebbe radiare i colpevoli", sbotta uno dei presenti. "Radiare? Sì, ma il problema è che poi te li trovi all'Isola dei Famosi, a Ballando con le Stelle! (risate in studio) L'Italia è questa! Non si cambia mai. Anche dopo Calciopoli alla Juve la dirigenza è cambiata, ma che vuol dire cambiata? La prima cosa che ha fatto Andrea Agnelli è stata levarmi la stella dallo stadio che era già assegnata! E quando gli ho chiesto spiegazioni...(qui il "nostro" mugugna qualcosa di poco chiaro, cominciando a diventare più rosso in faccia che sulla testa), l'hanno data a uno che ha preso sei mesi per nandrolone! Che non ha vinto niente, campionati, niente in Europa...(giuro, è quello che ho sentito mentre si riferiva ad Edgar Davids ndr). Ma perché, perché ho criticato Moggi e Giraudo? E' un paese dove Moggi ha ha il suo spazio in TV! L'Italia è questa qua!".
Tolto il fatto che sia preoccupante che dopo un bel po' di tempo il soggetto in questione ancora non abbia capito che la Stella (assegnatagli inizialmente d'ufficio nonostante non rispondesse a nessuno dei requisiti richiesti, pensa un po') non gli sia stata levata per decisione del Presidente Andrea Agnelli, ma in seguito ad una votazione dei tifosi a sua volta seguita a una sommossa popolare dei tifosi stessi, i quali non accettavano l'esclusione di una stella, vera, come Edgar Davids, a fronte dell'assegnazione del riconoscimento ad una decisamente meno meritevole da parecchi punti di vista. Ma magari fa e continua a far finta di non averlo capito, una pratica che va molto di moda in questo paese, soprattutto quando si ha il privilegio di parlare a ruota libera senza che nessuno si azzardi a farti notare come stanno le cose. Senza considerare inoltre che le vittorie, guadagnate, meritate e sudate sul campo (sia con Juventus che Ajax) dal Pitbull olandese altri nemmeno se le possono sognare. Oltre alle vittorie sul campo e all'amore dei tifosi, un'altra grande differenza tra gli entrambi ex calciatori è senza dubbio la riconoscenza verso la società che ha conferito (per fortuna a uno solo dei due) l'onore della stella all'esterno dello Juventus Stadium. Spesso Edgar Davids (nonostante l'addio burrascoso) ha speso parole di affetto ed elogio nei confronti della Juventus e dei suoi sostenitori, mai risparmiando ringraziamenti e appunto riconoscenza per quanto avuto. Dall'altra "sponda" per contro non si è mai sentito nulla di simile, e spesso le frasi sull'argomento iniziano con "Io alla Juventus ho dato..."
Quando si dice la signorilità...
La storia del nandrolone poi, per sgradevole e senza giustificazioni che possa apparire, riguardò anche altri giocatori olandesi, cui la sostanza fu somministrata prima di una partita della Nazionale orange e, per quel che se ne seppe allora e ancor oggi risulta, all'insaputa dei giocatori stessi.
Tolto pure che non si capisce perché una persona, che secondo la Costituzione di questo paese è innocente fino all'ultimo grado di giudizio, non possa avere "il suo spazio in TV", considerando oltretutto quello che in TV circola, pubblica o meno che sia.

Eh già, cari miei, l'Italia (o ItaGlia?) è questa qua.
Un paese dove su una rete nazionale un giorno si e l'altro pure si possono vedere e sentire personaggi che approfittano dello spazio concesso (e mica gratis, of course) per vomitare veleno ed esprimere il loro livore, ovviamente senza alcun tipo di contraddittorio, contro chiunque abbia loro fatto, a loro dire, qualche "sgarbo". Un paese dove il direttore di uno dei principali quotidiani nazionali afferma, senza vergogna né il minimo sdegno da parte di alcuno, che la loro missione è "orientare l'opinione della gente!". Un paese dove i processi si fanno prima sui giornali e poi (forse) nelle aule dei tribunali. Un paese dove si sbatte il mostro in prima pagina con titoli a 12 colonne ma, se mai il mostro tale non era, bisogna andare a cercare la smentita con il microscopio tra gli oroscopi e le previsioni del tempo regionali, a pagina 40, sempre che ci sia. Un paese dove i giornali vengono a conoscenza di perquisizioni e indagini 48 ore prima che avvengano, o annunciano come indagate persone addirittura mai raggiunte da avviso di garanzia. Un paese dove qualcuno è colpevole ancora prima di essere indagato e dove qualcun altro si fregia di "scudetti dell'onestà" con tanto di illeciti sportivi nell'armadio, ben sigillato da un adesivo (candido come la neve e qualche insolito smoking) con su scritto "Prescrizione". Un paese dove nonostante una sentenza di assoluzione passata in giudicato si continua ad accusare di doping una società uscita pulita da tale accusa in tutte le sedi. Un paese dove giornalisti navigati (!) hanno il barbaro coraggio di affermare, in radio e TV, che l'onere della prova spetta all'accusato, roba che forse nemmeno in Corea del Nord, giustizia ordinaria o "da avanspettacolo" che sia...
Un paese dove si emettono verdetti tenendo conto del "sentimento popolare", la giustizia "da avanspettacolo" (sempre lei) conta più di quella ordinaria, basta che colpisca "quello giusto", e gli arbitri stanno chiusi sei anni negli sgabuzzini anche se non ci sono mai stati. Un paese in cui un'avvenente conduttrice/giornalista afferma in diretta TV che una sentenza penale che ridicolizza letteralmente l'80% dei capisaldi delle accuse e definisce non alterato in nessuna forma un campionato finito sotto indagine "conferma che quello che erano le accuse della giustizia sportiva". Un paese dove per dare risalto mediatico a uno scandalo di proporzioni enormi è necessario buttare in pasto al popolino un nome importante, meglio se legato a qualcuno di ancora più importante nonché odiato dal bar sport, perché sennò dopo una settimana lo scandalo chi se lo fila più? Se poi fosse completamente estraneo ai fatti chi se ne frega, l'importante è fare casino.
Un paese dove, oltre che all'Isola dei Famosi e a Ballando con le Stelle, qualche mostro tocca sorbirselo anche in trasmissioni che teoricamente dovrebbero essere serie, con indosso, sotto la giacca buona, la maglietta da ultrà della curva sud al posto di quella della salute, e con la licenza di trasformare una rete pubblica nel proprio palchetto personale.
Si, l'Ita(g)lia è questa. l'italia non lo so, caro Zibì.