Voi scommettereste su questa Juve?

blancNon c’era Blanc in tribuna, e forse la sua assenza si spiega con il “sontuoso” contratto di sponsorizzazione con la società di scommesse BetClic ufficializzato oggi dal sito della Newventus, accordo ”innovativo” che prevede introiti per 8 milioni di euro l’anno per due anni per la sola maglia bianconera. Lo spazio sulla seconda divisa verrà occupato da un’azienda di cui per il momento non si hanno notizie.
Un accordo innovativo, quello stipulato con BetClic, soprattutto perché è il più basso nella storia della Juventus, che ormai ha un appeal pari agli avversari di stasera, con tutto il rispetto per l’Udinese. In passato si erano già visti contratti di questo genere, ma mai la discriminante aveva riguardato la maglia, semmai avevamo visto uno sponsor far bella mostra di sé in campionato e un altro nelle Coppe.
Siamo curiosi di sapere quale sarà il criterio col quale lo sponsor che si abbinerà alla seconda maglia chiederà garanzie di visibilità. Anche se, a giudicare dall’ennesima, indegna prestazione di questo sabato pasquale, forse per una volta ci troviamo d’accordo col “trino” Jean-Claude: cedere a prezzo di saldo i diritti per la prima divisa tradizionale e d’ora in poi privilegiare l’uso di una qualsiasi seconda maglia (oro, acciaio, madreperla, viola, granata o nerazzurra che sia) piuttosto che continuare ad esporre la maglia con i colori più vincenti nella storia del calcio italiano a figuracce come quelle collezionate in serie quest’anno.
Anno disastroso che, ora lo possiamo dire, è il peggiore di ogni tempo della storia juventina. Dodicesima sconfitta in campionato, come non accadeva dal 1961/62, sconfitta numero 16 in 44 partite dall’inizio della stagione; con i tre di stasera fanno 47 gol subiti in stagione (solo cinque difese hanno fatto peggio), 62 in tutte le competizioni ufficiali.
Anche l’Udinese (al terzo successo nei confronti diretti in tre anni dal 2006, altro record), quartultima in classifica e con un punto di margine sull’Atalanta prima della partita, distrugge i resti di una squadra che, non sapendo più vincere da mesi (sarebbe meglio dire da anni), ormai ha persino disimparato a perdere.
Perché c’è modo e modo di perdere e la Juve attuale è disarmante per mancanza di dignità, mordente e coraggio. La dignità non esiste più dalle parti di Vinovo e Corso Galileo Ferraris, si è persa o qualcuno l’ha trafugata: c’è chi pensa al proprio look, al proprio tornaconto, ai propri vezzi, alle proprie “missioni”. Di giocare a calcio, e di pensare in funzione di una società di calcio, nemmeno a parlarne.
Fateci caso: la Juventus è diventata una squadra e una società di tuttologi sempre presenti davanti ai microfoni, sui giornali, oppure ospiti dei salotti televisivi o impegnati in qualche campagna pubblicitaria. Ma in campo raramente qualcuno si guadagna la pagnotta.
L’esperimento Zaccheroni stasera segna il passo e di fatto si conclude con un fallimento. La sua parabola è simile, se non peggiore, a quella di Ferrara; un inizio confortante, ma al primo ostacolo ecco il crollo.
Squadra lunga, sfilacciata, disunita e anarchica. Che ora va in silenzio stampa, ma non rinuncia ai due giorni di riposo pasquale. Domenica scorsa il meno peggio è stato Giovinco, puntualmente in panchina stasera con l’altro rarissimo esemplare “vivo”, Candreva.
In campo i soliti indecenti brasiliani disponibili, il Sissoko modello Oliseh di questi tempi, il De Ceglie anche stavolta determinante in due marcature su tre (ovviamente degli avversari).
Quanto ai vecchi, mister Ego Smisurato rinfodera le palettine della claque e viene semplicemente scherzato da Isla. Isla, capito? Qualcosa provano Camoranesi e Zebina, ma è troppo poco, soprattutto perché i due si trascinano per il campo con la spada di Damocle del prossimo infortunio che inevitabilmente prima o poi arriverà.
Si schianta Cannavaro col suo compagno devoto e troppo loquace a fianco, e l’azione del secondo gol è da incubo, una fuga solitaria di uno contro quattro che, una volta sventata, lascia Pepe tranquillo a giocarsi una partita a poker, fumarsi una sigaretta, bersi un drink ed infine concludere. E Manninger è il migliore dei suoi.
Buona Pasqua a tutti, inutile pensare ad una resurrezione di chissà cosa. Non ci sono le basi, mancano gli uomini a tutti i livelli, uomini nel senso di persone, prima ancora che calciatori.
Finiamola di parlare di Champions League, di quarto posto.
L’Europa, anche quella piccola, non è roba per questa Newventus.
Finiamo questa stagione e mandiamo a casa tanta gente, cominciando dai piani alti: John Elkann si prenda le sue brave responsabilità per tutte le scelte effettuate in questi sciagurati anni, e chi sotto di lui abbia la decenza di fare i bagagli e riprendere la strada per Chambéry.
Con le sue maglie da vendere al peggior offerente e il suo “less is more” ormai sempre più “less is less”, tanto che, giocando con il business dello sponsor appena annunciato, è durissima trovare qualcuno disposto a scommettere sulla Juventus, dal semplice tifoso all’addetto ai lavori. Figuriamoci come deve essere dura trovare qualche professionista serio disposto a farsi carico di una ricostruzione che si prospetta proibitiva, specie se gestita da un gruppo manageriale emanazione dell’attuale reggenza.
E, per quanto ci riguarda, seguiremo con più passione le vicende del Processo di Napoli rispetto alle vicende di questa che qualcuno, molto ottimisticamente, nel 2006 aveva ribattezzato Juvinese.

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