I quattro anni disastrosi di Abete

abeteL’eliminazione azzurra dal Mondiale sudafricano sancisce il fallimento definitivo del cosiddetto Nuovo Calcio Pulito firmato Giancarlo Abete, dopo quattro anni di insuccessi e imbarazzi diplomatici senza precedenti nella recente storia del calcio italiano.
E i prossimi imbarazzi, questi molto personali, sono dietro l'angolo: sono infatti attese con trepidazione le nuove intercettazioni, relative al cosiddetto filone di Calciopoli 2, che riguardano il presidente federale.
Di questo parleremo a tempo debito, per il momento limitiamoci a ricordare le figuracce collezionate dall'erede del "Poltronissimo" Franco Carraro.
Risultati della Nazionale: il fresco fallimento Mondiale é una novità assoluta (in negativo), un risultato catastrofico in termini di punteggio e immagine, ma non possiamo dimenticare che pure agli ultimi Europei austro-svizzeri non è andata molto diversamente.
Eliminati ai rigori dalla Spagna (poi campione) dopo 120 minuti trascorsi a difendersi dagli iberici, gli uomini allora guidati da Donadoni avevano trovato il viatico per gli ottavi, dopo una batosta rimediata dall’Olanda, un pareggio miracoloso contro la Romania (San Gigi Buffon…) e un successo contro la Francia, già allora parente di quella rivista in questi giorni.
Per la cronaca, quel successo arrivò grazie ad un rigore maldestro provocato da Abidal (espulso nell’occasione) raddoppiato da un’autorete su punizione di De Rossi.
Nulla di entusiasmante.
Peggio ancora hanno fatto le Nazionali giovanili: dopo 5 titoli europei su 7 conquistati nei 14 anni precedenti (più un bronzo olimpico) l’Under 21 è passata in modo, diciamo, “brusco”, dalla gestione Gentile a quella Casiraghi (voluta dal vicepresidente federale Albertini, “amico” di procura dell’ex centravanti monzese): avvicendamento maturato all’indomani dell’eliminazione che gli azzurrini subirono (per differenza reti) al primo turno della fase finale del torneo 2006.
In quel torneo l’ex difensore Mundial partì ad handicap, dovendo rinunciare al suo bomber più prolifico (Gilardino, top scorer della Under 21 azzurra di sempre) aggregato ai futuri campioni del Mondo, mentre negli anni a seguire gli “azzurrini”, mai più vincenti e neppure finalisti del torneo di categoria, hanno potuto contare sul talento di Mario Balotelli, l’uomo da più parti invocato da certa stampa come il salvatore della Patria colpevolmente ignorato da Lippi in previsione della spedizione in Sudafrica.
Ma successi nemmeno a parlarne, e un’eliminazione olimpica nel 2008 ad opera del “colosso” Belgio.
Non più felice è il confronto fra la Nazionale Under 19 pre-2006 e quella post 2006.
Nel 2003 il gruppo comprendente Chiellini e Pazzini vinse l’ultimo titolo europeo di categoria (il secondo in assoluto dal 1958), mentre nel 2008 abbiamo assistito ad una finale, risultato già ottenuto nel 1995 e nel 1999.
Le partecipazioni alle coppe europee, seppur teoricamente staccate dalla sfera federale, sono significative per risultati ottenuti, soprattutto per le modalità con cui si sono verificati certi eventi.
Si è lavorato nell’interesse di pochi trascurando l’intero movimento.
Successo in Champions League di quest'anno a parte, segnato dalla protettiva benevolenza nei confronti dell’esterofilia nerazzurra, il miglior risultato dell’intero contingente schierato in questi anni resta quello della modesta Roma giunta ai quarti nel 2008, sonoramente bastonata dal Manchester United (nel 2007, quando vinse il Milan, Abete si era insediato solo da un mese).
Per il resto, un preoccupante regresso nelle classifiche UEFA che ha portato la Germania, più competitiva in Europa League, ad avvicinarsi fino a sfiorare il sorpasso nel ranking, evento sfiorato quest’anno e solo momentaneamente scongiurato se non si ritroverà competitività a breve.
Di politica sportiva internazionale vogliamo parlare?
Dopo la figuraccia di Cardiff 2007, quando la candidatura italiana all’Europeo 2012 venne bocciata in favore dell’accoppiata Ucraina-Polonia, e in FIGC si diede la responsabilità dell’insuccesso allo scandalo di Calciopoli (ma Carraro era fra gli invitati all’investitura…), è di poche settimane orsono una figura ancora peggiore: lo sberleffo di Ginevra, con l’Italia fuori al primo turno per colpa di un “programma fumoso”, dissero gli esperti, e costretta ad assistere al ballottaggio finale per l’assegnazione di Euro 2016, finito alla Francia di misura sulla Turchia.
Che resta da dire ancora? Sulla gestione della giustizia sportiva, con i suoi tentennamenti e le sue decisioni a singhiozzo, abbiamo speso e sicuramente spenderemo ancora molte parole, soprattutto a proposito del superprocuratore Palazzi, colui che deferisce secondo criteri, modalità e tempistiche incomprensibili per un’istituzione che ha pure la faccia tosta di definirsi credibile.
“Non sono una persona attaccata alla poltrona” ha detto Abete oggi in conferenza stampa commentando il fallimento sudafricano.
E’ il momento di dimostrarlo.