Stagione nuova, Juve vecchia

delneriDove eravamo rimasti?
Alla Juve disastrata e confusa della scorsa stagione.
Alla Juve senza mordente, senza idee, bloccata nel cuore, nelle gambe e nel cervello.
Alla Juve che “è troppo brutta per essere vera”.
Alla Juve che “è un anno disgraziato, ne càpita uno ogni 50 anni”.
Bene, cambiano le stagioni ma, se questo è l’inizio dell’ennesimo anno della riscossa, campa cavallo.
La prima partita del nuovo campionato riannoda il filo con la stagione appena terminata, anche per quel che riguarda il libro nero dei record negativi: la Juventus non perdeva la prima partita di campionato dal 12 settembre 1982, Sampdoria-Juve 1-0, gol di Armando Ferroni che visse la sua giornata di gloria, con gol e annullamento di un avversario che debuttava in maglia bianconera.
L’avversario era Michel Platini, la Juve era quella dei 6 neo-campioni del Mondo più il francese, Boniek, Bettega ecc.ecc...
Questa è la Juve dei Motta, dei Pepe, dei Martinez, dei Quagliarella e dei Krasic.
La domanda resta la solita: chi gestisce la parte sportiva ha una vaga idea di cosa sia la Juventus?
L’impressione, forse prematura, è quella del precampionato e dei primi dubbi sorti in sede di mercato: sono arrivati tanti giocatori da Chievo dei miracoli, o da Sampdoria, e nessuno da Juventus.
Il gioco di Del Neri prevede specialisti del ruolo, ma questi specialisti non sono nemmeno in grado di fare l’ordinario, figurarsi qualcosa di speciale.
Mr. “Niente Infortuni” De Bellis deve già registrare un innalzamento di media: solo nell’ultima settimana siamo alla quota di uno a partita.
E Del Neri mostra subito la sua inesperienza ad alti livelli, inserendo uno dopo l’altro gli uomini a disposizione nel primo quarto d’ora della ripresa in una gara di inizio stagione, bruciandosi la possibilità di far fronte ad un’emergenza, che puntualmente è arrivata.
Sfiga, certo, ma se hai in campo Martinez, l’oggetto misterioso del precampionato, uno dei tanti compromessi di questa Juve, uno che già a Catania aveva dato prova della fragilità dei suoi muscoli e che ha sofferto per tutto il precampionato, un po’ te la vai a cercare.
Martinez, uno dei tanti, troppi mezzi giocatori di mezza età (calcistica) arrivati a Torino quest’estate, “Nuovo Nedved” (Pavel, perdona loro, non sanno quel che dicono…) Krasic compreso.
Invece di farsi prendere da un attacco di bulimia e fagocitare acquisti tanto per fare numero, la mission, lo ripeteremo fino allo sfinimento, doveva essere: meno quantità, più qualità.
Invece di 10 mezze figure erano meglio 3/4 mezze figure e un paio di campioni veri.
Quelli che possono vincere le partite da soli e trascinano i compagni.
La Juventus non ha nessun giocatore di questa categoria, spiace ma è la verità.
Esemplare nel prepartita l’analisi di Zvonimir Boban, uno che non le manda a dire a nessuno, squadre del cuore comprese.
Boban ha detto testuale: “La Juve è un cantiere incompleto, una squadra che ha preso tanti giocatori ma non ha nessun campione. E per vincere ci vogliono i campioni”.
La partita ha poco da dire: nessuna parata degna di nome di Gillet, Bari agile e veloce con un Almiròn assoluto dominatore del match. Galletti pericolosi almeno cinque volte oltre al gol, Juventus in totale disarmo.
Il gol è una chicca da mostrare ai bambini per insegnare loro cosa non si deve fare su un campo di calcio: Marchisio che interviene su Donati dal lato sbagliato e il raddoppio che non arriva in tempo (erano in tre nei paraggi, arrivati tutti in ritardo) è roba da calcetto del giovedì.
La difesa resta sempre un reparto a sé, scollata dagli altri settori: non è mai allineata e viene poco protetta dal recupero dei centrocampisti, esterni compresi.
Melo è l’unico che ha provato qualcosa, ed è forse l’unica nota positiva della serata, insieme alla generosità di Lanzafame: meglio la sua mezz’ora delle due ore complessive giocate da Pepe, Martinez e Krasic.
Non si tira la croce addosso ai nuovi, semmai bastava conoscerli meglio e lasciarli dov’erano.
Quagliarella non è un centravanti, la Juventus oggi lo ha impiegato come tale.
Non ne aveva a disposizione altri. Bah…
Con tutto il rispetto per Del Piero, è disarmante iniziare l’ennesimo campionato con lui titolare.
Inutile sparare su De Ceglie (Alvarez in giornata può battere chiunque, salvo non vedere mai la porta) se l’erede di cui si parla è tale Armand Traoré dell’Arsenal, classe ’89 abbonato all’infermeria.
Anche perché con due giorni di mercato a disposizione, comprare o “affittare” tanto per comprare abbiamo visto che frutti porta.
Lo vediamo da quattro anni, e la musica almeno in quel senso non è cambiata.
Due cose per concludere: qui non si fa critica distruttiva, si critica esclusivamente per aprire gli occhi a chi sta lavorando e vedere le cose con obiettività, non con gli occhi foderati di prosciutto bianconero.
Altrimenti saremmo tifosi di altre squadre, quelle che pretendevano di vincere con i Brechet, e i Dalmat, oppure i Comandini e gli Javi Moreno e si arrabbiavano perché a Natale giravano a 20 punti di distacco dalla vetta.
Speriamo anche che la squadra freni il proprio processo di interistizzazione, vista l’abitudine ormai crescente di reclamare con l’arbitro per episodi marginali in una partita persa meritatamente.
Per il resto, speriamo che la sorte ci aiuti.

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