Buona Juve, ma è presto per esultare

krasicQualcuno, vista la non brillante classifica delle due contendenti, capaci di assicurarsi un punto in due partite sui dodici a disposizione, aveva ironicamente parlato della sfida del “Friuli” come di un primo “scontro salvezza”.
La Juventus vestita di bianco e tricolore sponsorizzata BetClic (azienda che evidentemente si è assicurata visibilità anche sulla seconda maglia, presumibilmente in saldo…) mostra i muscoli al cospetto di Di Natale, colui che l’aveva rifiutata negli ultimi giorni di mercato.
Il capocannoniere dello scorso campionato tenta di farsi rimpiangere subito: lancio di quaranta metri e difesa di Del Neri sorpresa come spesso è avvenuto negli ultimi tempi, palla ad Alexis Sanchez il quale sbaglia il controllo a tu per tu con Storari, favorendo il recupero (non propriamente nitido…) di Chiellini.
Bergonzi, che i tifosi della Juve ricordano bene per quella famosa serata in cui “regalò” due rigori inesistenti al Napoli, aveva già iniziato la sua giornata orribile (l’ennesima) avallando una segnalazione dell’assistente su Del Piero, fermato erroneamente mentre si stava involando senza ostacoli verso la porta di Handanovic.
Il vantaggio juventino arriva anche stavolta su calcio piazzato: punizione battuta da Del Piero, mischia in area dove il portiere friulano “sfarfalla” e, fra trattenute e contatti più o meno leciti, non è ben chiaro chi fra Chiellini, Bonucci e Coda abbia fatto carambolare la palla in fondo alla rete, secondo lo “schema” prediletto applicato anche giovedì scorso.
Da quel momento la partita per la Juventus si mette in discesa, e l’Udinese, passiva come di rado la si è vista, resta stordita dallo svantaggio, ormai destinata ad offrirsi come vittima sacrificale per le sgroppate di Krasic, che nel contropiede trova il suo habitat naturale.
E’ sintomatico del momento dei friulani, che da cinquant’anni non iniziavano il campionato così male, che alla Juventus sia sufficiente giocare su una fascia per stravincere la gara.
In effetti dalle parti di Grygera (sostituto di De Ceglie) e Pepe iniziative non ne partono, almeno fino a quando la partita ha un senso, ma almeno da quel lato del campo rischi non se ne corrono.
Dalla parte opposta, viceversa, Krasic almeno per ora non conosce il significato del verbo “ripiegare”, ma in attacco si erge a protagonista mostrando le sue doti peculiari, resistenza e velocità, qualità che gli consentono di disporre a piacimento del modesto Pasquale.
Dal serbo nascono le iniziative di rimessa che portano al secondo gol (splendido colpo di tacco di Quagliarella) e al terzo (altrettanto pregevole colpo al volo di Marchisio al termine di una combinazione Del Piero-Krasic), e il canovaccio della gara è chiaro: Juve che riparte e Udinese molle, timida e impacciata a guardare.
Una traversa di Bonucci, altre topiche di Bergonzi (un giallo a Melo per una volta eccessivo, un fallo inesistente su Coda fischiato a Quagliarella lanciato a rete) e la perdurante arrendevolezza dei padroni di casa completano il quadro del primo tempo.
Il secondo tempo non ha molto da dire, a parte la solita occasione per i padroni di casa in apertura: stavolta Sanchez controlla bene e chiama Storari all’unico intervento serio di giornata.
La sensazione che la gara sia finita all’intervallo è evidente, i cambi tesi al dosaggio delle forze effettuati da Del Neri non influenzano il corso di una gara ormai chiusa, e le numerose occasioni non trasformate dagli attaccanti juventini vanno addebitate ad un eccesso di imprecisione.
Le uniche note rilevanti della ripresa riguardano i reiterati inviti da parte del pubblico di casa ai propri giocatori a tirare fuori gli attributi, e il momento-Iaquinta.
All’incirca a quindici minuti dal termine il numero nove juventino segna il gol del 4-0 ed esulta polemicamente nei confronti dei suoi ex tifosi: si scatena un putiferio, Bergonzi ammonisce il giocatore, il pubblico inveisce ripetutamente all’indirizzo dell’attaccante calabrese e Domizzi si fa carico della responsabilità di difendere l’onore friulano camminando sulla caviglia dell’ex campione del Mondo.
In definitiva, un pomeriggio tranquillo come non si viveva da mesi: atteggiamento positivo, nessun infortunato e nessun gol subìto; resta da vedere quanto tutto questo sia merito della Juventus e quanto demerito del remissivo avversario di oggi. Prendiamo atto della buona gara ma non esaltiamoci, prendiamoci i tre punti per la classifica e i quattro gol per il morale.
Giovedì a Torino arriva il Palermo, altra delusione della fase iniziale di questo torneo, ma che i siciliani possano rappresentare un banco di prova più serio rispetto a quello odierno è più di una sensazione.
Poi toccherà a Cagliari e Inter.
E allora ne sapremo davvero di più.

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