THE DAY AFTER: La Juve riprende la marcia, l'Inter sprofonda

krasicIl Campionato potrebbe essere arrivato alla prima svolta importante della stagione. Per la prima volta dalla farsa del 2006 infatti l'Inter sembra già tagliata fuori dalla lotta scudetto, distante ben 9 punti dalla capolista Milan.
Con due pareggi e due sconfitte negli ultimi quattro turni è crisi nera per gli uomini di Benitez. Qualcosa sembra essersi rotto in una squadra che ormai è molto più simile alla vera Inter, quella pre-2006, che alla schiacciasassi che ha avuto la strada spianata dall'opera di Guido Rossi & co. Gli infortuni sembrano essere ormai un'attenuante sempre più labile, c'è una squadra che mostra di aver esaurito la spinta propulsiva regalatale quattro anni e mezzo fa, svuotata nel fisico e nella testa in molti suoi elementi.
La panchina di Benitez traballa sempre più, ma sarà dura anche per il suo eventuale sostituto rimettere in piedi una baracca che verosimilmente dovrà fare a meno per diversi turni anche del trascinatore Eto'o, resosi protagonista di un gesto che riassume il corto circuito nervoso nel quale è finita la squadra. Dopo uno strattonamento reciproco con il clivense Cesar che poi lo colpisce con un pugnetto sulla spalla, il camerunense decide di farsi giustizia da solo emulando la testata di Zidane a Materazzi nella finale mondiale di Berlino. L'arbitro non vede, ma le telecamere sì.
Sarà impossibile per Palazzi ignorare questo episodio, nonostante da più parti siano già partite le arrampicate per minimizzare l'accaduto, con picchi di comicità che risparmiamo ai nostri lettori per rispetto della loro intelligenza. Vedremo come valuterà il giudice sportivo Tosel.

All'ora di pranzo, per la prima volta quest'anno, era scesa in campo la Juventus sul difficile terreno di Marassi. Gli uomini di Del Neri erano chiamati a riprendere la marcia dopo gli ultimi due pareggi e la risposta è stata molto confortante. Successo strameritato, con un primo tempo di netta supremazia impreziosito dalle giocate del rientrante Krasic, che si conferma più che mai uomo in grado di fare la differenza. La sua presenza è una spina nel fianco della difesa genoana e nemmeno i fischi che riceve puntuali ad ogni tocco di palla possono nulla contro i suoi slalom ubriacanti. I benefici del lavoro di mister Del Neri sono sempre più evidenti, la squadra è un monolite difficile da scalfire, sa chiudersi bene e colpire con le giocate dei suoi avanti. Certo, ci fosse anche un centravanti di livello europeo magari si potrebbe sognare davvero in grande.
Da segnalare l'ennesima conferma ad alti livelli della spina dorsale dalla squadra, composta dalle due coppie centrali: Bonucci-Chiellini insuperabili dietro e Aquilani-Melo padroni di un centrocampo che oggi pare avere pochi rivali in Italia. E ancora un'ottima prova del danesino Sorensen, che entra in un secondo tempo dove la squadra controlla agevolmente il risultato e non sbaglia un intervento.
Squadra che si insedia al quarto posto in solitudine e che deve ora inanellare una serie di vittorie consecutive per tenere fede al proposito di restare agganciata al treno di testa il più a lungo possibile.

Eh sì, perché davanti il Milan non sembra voler mollare un colpo. Nell'anticipo di sabato si sbarazza non senza affanni della Fiorentina grazie all'ennesima prodezza del mangia-campionati Ibrahimovic, ad un Abbiati ritornato ad ottimi livelli e ad una coppia di centrali difensivi che, finché la salute li sorreggerà, costituirà la base ideale su cui fondare un undici che deve solo mettere nelle condizioni migliori sua maestà Ibra, senza indulgere in tentazioni ultraoffensive figlie di qualche input presidenziale. Se Allegri avrà la forza di confermare questo schieramento accorto anche quando saranno guariti Pato e Pirlo, sarà difficile che lo scudetto finisca lontano da Via Turati. Il ruolino di marcia recita 8 vittorie nelle ultime 9 partite, con in mezzo la sola sconfitta casalinga ad opera della Juve. Numeri che parlano da soli.
Da segnalare anche la continua risalita della Roma, che sembra voler ripercorrere le orme della scorsa stagione quando, dopo un inizio disastroso, partì per una rincorsa che la portò a 45 minuti dal sogno tricolore. Ancora a segno Borriello, vero uomo in più rispetto all'anno scorso e autore già di 7 goal in campionato.

La classifica inizia a sgranarsi anche nelle zone medio-basse, con Cesena, Brescia e Bari che perdono ancora e insieme al Lecce (quarta sconfitta nelle ultime 5, inframmezzata solo dal punticino strappato all'Inter) rischiano di ritrovarsi a lottare per l'unico posto utile per salvarsi. Corsa alla quale parteciperà con ogni probabilità anche il Bologna soprattutto se, come pare scontato, la società felsinea verrà penalizzata per le irregolarità amministrative che potrebbero minare anche l'armonia e il rendimento degli uomini di Malesani.


TOP DI GIORNATA

Krasic (Juventus). Dopo un mese di assenza dai campi, la furia serba recupera a tempo di record dal problema all'adduttore e ricomincia da dove aveva lasciato. Decisivo, devastante, imprendibile.

Ibrahimovic (Milan). La classica partita che poteva risolvere solo lui, il vinci-campionati. Unisce alla prodezza anche tanto sacrificio, cosa mai vista per uno come lui. E' già il leader indiscusso del Milan.

Donadoni (all. Cagliari). Non era facile invertire la china che aveva preso la squadra sarda, ancor di più dopo essere andati sotto a Brescia. Chi ben comincia...


FLOP DI GIORNATA

Eto'o (Inter). A nulla vale la scusante di essere stato, eventualmente, provocato. Gesto sconsiderato, da prova tv, che metterà ancora più in difficoltà la sua squadra nelle prossime giornate. Almeno si scusi...

Ventura (all. Bari). La favola del Bari sembra giunta a conclusione, la squadra che disegnava calcio lo scorso anno è solo un pallido ricordo. Urge intervenire.

Sergio Porcedda (Presidente Bologna). A Bologna ormai gli hanno "consigliato" di non farsi più vedere. La squadra rischia, come minimo, tre punti di penalizzazione per il ritardo nei pagamenti, lui rischia di passare alla storia come il più fugace e maldestro dei presidenti.