THE DAY AFTER: Campionato a marce basse, dateci anche un Maccarone qualsiasi!

delneriSe è vero che guardare la classifica a questo punto della stagione conta poco, come spiega Del Neri, è vero anche che, giornata dopo giornata, i valori espressi dalle squadre in campo sembrano sempre di più avvicinarsi a quelli dei pronostici della vigilia, al di là di questo o quel pareggio di giornata. Ecco che allora il pareggio del Milan colto a Marassi contro la Sampdoria è ben diverso da quelli racimolati dalla Lazio e dalla Juventus che oggi la seguono in classifica. Il pareggio del Diavolo è quello di una squadra che domina l’avversario pagando a caro prezzo l’unica distrazione di tutto l’incontro, capitalizzata da Pazzini, un lusso in questa Sampdoria. Allegri dimostra di avere le idee sempre più chiare puntando ancora con convinzione su Ibra e Robinho davanti, supportati da Seedorf: e la squadra gira che è un piacere. Dietro alla capolista si arranca e non poco. I risultati stanno inesorabilmente ridimensionando la Lazio, che all’Olimpico non va oltre al pareggio contro il Catania. Nelle ultime cinque giornate la squadra allenata da Reja ha vinto solo una volta, pareggiando due partite e perdendone altrettante. Il Napoli, dal canto suo, perde la seconda partita consecutiva in trasferta giocando a Udine forse la peggior partita della stagione.

In questo contesto l’occasione per un salto di qualità in classifica sarebbe stato ghiotto per la Juventus e invece è stata solo un’invenzione di Pepe che, a una manciata di minuti dalla fine, ha fatto riacciuffare un punto ai bianconeri nella partita casalinga contro la Fiorentina. Un punto che si può vedere da diversi punti di vista. C'è rammarico, perché con una vittoria sarebbero aumentate le quotazioni Juve in orbita scudetto, ma c’è anche chi accetta questo punto con sano realismo. Uno sciagurato autogol a freddo e la non brillante giornata di Aquilani e Krasic hanno condizionato non poco la partita. Se a ciò aggiungiamo la profonda inadeguatezza del reparto avanzato consegnato da Marotta a Del Neri, traiamo la logica conseguenza. Forse sarebbe bastato un Matri o anche un Pinilla, un Maccarone o un Caracciolo per dare maggior peso a un attacco che nel ruolo di prima punta presenta un vuoto che è una voragine. Presentarsi con tre attaccanti e mezzo ai nastri di partenza della stagione (perché Quagliarella non può giocare in Europa League) si sta rivelando una “leggerezza” grave nella costruzione della squadra, soprattutto dopo tutti i guai fisici toccati nel recente passato ad Amauri e Iaquinta, guai che, puntualmente, si sono ripresentati anche in questo avvio di campionato. Se è vero che Del Neri sta facendo i miracoli, plasmando una Juventus piena di scommesse, il lavoro di Marotta per questa stagione è ben lungi dall’essere finito. A gennaio saranno imperative quelle scelte correttive sull’organico che, solo se effettuate, potranno assicurare alla società maggiori chances di raggiungere i traguardi prestabiliti. Ovvero la "zona Champions" e, se gli altri andranno con il freno a mano tirato, magari anche qualcosa in più.

Sì, perché poi la differenza fra le squadre che si collocano fra il secondo e il settimo posto è poco più di un’inezia. Alle spalle della terza piazza c’è il ritorno imperioso di un'Inter, ancora convalescente, ma destinata comunque a recuperare posizioni. Ad affiancare i nerazzurri c'è il Palermo che stronca la Roma scavalcandola in classifica. Fra la provvisoria zona Champions e la Roma ci sono appena due punti a testimonianza di un equilibrio da cui sarà difficile venire a capo. L’unica vera possibilità di sovvertire tale equilibrio, per la Juventus, è quella di poter fare, con la sessione di mercato invernale, un reale salto di qualità a livello di organico, anticipando quelle scelte di mercato che probabilmente sono state programmate per la prossima estate. Sotto i piani nobili della classifica si fa largo l'Udinese, ma sgomita anche il Cagliari che coglie contro il Lecce la seconda vittoria consecutiva, mentre a Bologna è comparsa la neve e, dopo una paio d’ore di fiocchi, il vecchio Dall’Ara, costruito nel 1925 e ristrutturato nel 1990, ha issato bandiera bianca costringendo l'arbitro a rinviare Bologna-Chievo. Come al solito tutti gli addetti ai lavori continuano a lamentarsi per la situazione degli stadi italiani, vecchi e inadeguati, ma a parte il nuovo stadio della Juventus non sembra muoversi foglia in un calcio, quello italiano, che continua al massimo a parlarsi addosso o, ancor peggio, fa da palcoscenico a sproloqui di politici da cortile che sfoggiano tutta la loro provincialità...

TOP DI GIORNATA

Di Natale (Udinese). Altra tripletta per l’attaccante dei friulani che trascina i suoi a un successo importante proiettando la squadra a ridosso dei quartieri nobili della classifica.

Palermo. La squadra vincitrice di tappa è quella rosanero che fa girare la testa alla Roma, ubriacata dal ritmo di gioco e dal tris di gol realizzato dalla squadra allenata da Delio Rossi. Rischia poco o niente in difesa, incassando solo il gol della bandiera giallorossa in pieno recupero, esprime qualità e quantità con Bacinovic in mezzo al campo e Migliaccio e Nocerino a correre per quattro, Cassani e Balzaretti signori delle fasce e davanti un turbine di imprevedibilità con Pastore e Miccoli con l’aggiunta della potenza di Ilicic.

Matri (Cagliari). Una doppietta per l’attaccante che raggiunge quota otto marcature in campionato, la metà di quanti ne ha segnati il Cagliari. Per lui già si parla di futuro in una grande squadra.

FLOP DI GIORNATA

Motta (Juventus). Il ragazzo è pure sfortunato in occasione dell’autogol, ma poi si rivela un’autentica sciagura per tutta la partita. Quando qualcuno capita sulla sua fascia poco ci manca che gli stenda un tappeto rosso, poi sbaglia anche semplici appoggi e il pubblico incomincia a rumoreggiare. Sembra ripercorrere il percorso di Molinaro. Ora che si accomodi pure in panca.

Il Sindaco di Firenze. Nella gara con i Della Valle a chi è più tifoso , questo Renzi cerca di ingraziarsi i tifosi bollando la Juventus come “una squadretta” ed elevare la partita fra viola e bianconeri a “Un’esperienza mistica” da vincere come “atto di giustizia storica e culturale per tutti i furti che siamo stati costretti a subire nella nostra storia”... Se questo è il primo cittadino di Firenze non ci si può meravigliare se poi gli ultras viola inneggiano ad ogni occasione ai 39 morti dell’Heysel. Complimenti Sindaco!

Hamsik (Napoli). Il campioncino ceco è la controversa immagine del Napoli che a Udine fa harakiri. Prima frazione di gioco abulica, poi un clamoroso liscio a favorire il terzo gol dei friulani, quindi l’orgoglio con cui reagisce mettendo a segno il gol della bandiera, ma la resa definitiva è in quel rigore che lo stesso Hamsik si fa parare da Handanovic e che spegne ogni speranza di rimonta.