THE DAY AFTER: E’ di Marotta il flop dell’anno

marottaDi partita vera all’ultimo turno ce n’era una, Udinese-Milan, dal risultato annunciato peraltro, tutto il resto faceva contorno con partite utili solo a incasellare numeri nelle statistiche del campionato.

Come da pronostico l’Udinese ha pareggiato contro il Milan, conquistando quel quarto posto utile a qualificarsi ai preliminari di Champions, mentre quei due spiccioli di residua speranza della Juventus di raggiungere quel sesto posto utile a qualificarsi alla prossima Europa League se ne sono andati di fronte al prevedibile successo della Roma contro la Sampdoria; ma, anche in caso di miracolo dei doriani, i bianconeri non ce l’avrebbero fatta perché bloccati dal Napoli su un pareggio anche piuttosto generoso nei confronti della squadra di Del Piero e compagni.

Nell’ultima di Del Neri sulla panchina della Juventus non ci si aspettava niente di che e infatti poco si è visto. Da parte della squadra c’è stata almeno la forza per rincorrere e raggiungere per ben due volte il risultato che la vedeva soccombere di fronte a un Napoli che aveva saputo approfittare delle consuete amnesie difensive dei bianconeri. Fatto sta che la Juventus si mette così alle spalle una delle stagioni più deludenti della sua storia: settima in campionato per la seconda volta consecutiva, ma questa volta fuori dalle prossime competizione europee, dopo essere stata eliminata al primo turno dell’Europa League ed essere pure uscita troppo presto dalla Coppa Italia. Un fallimento in piena regola che ha costretto il presidente Andrea Agnelli a congedare anticipatamente Del Neri per consegnare la prossima Juventus ad Antonio Conte, juventinovero, per un ingaggio per cui manca ormai solo l’ufficializzazione.

Della Juventus vista anche oggi contro il Napoli si fa fatica a capire da quali giocatori poter ripartire anche in funzione del calcio proposto dal futuro tecnico bianconero, anche perché il migliore in campo finisce per essere ancora nonno Del Piero, insieme a un Buffon che ride meno del solito, ma salva il risultato con un paio di buoni interventi. Per il resto è una galleria dell’orrore o quasi, con menzione particolarmente negativa per Krasic che, al termine di una parabola discendente, offre la sua peggiore prestazione in maglia bianconera. E’ veramente difficile trovare in questa squadra dei punti di riferimento imprescindibili da cui Conte possa in qualche modo ripartire. La verità è che quello che va in archivio per la Juventus è stato un anno perso, al termine della quale Del Neri finisce per pagare anche colpe non sue. Insieme al tecnico se ne dovrebbe andare anche Marotta, responsabile di aver costruito una squadra mediocre, sopravvalutandola, ma riempiendola invece più che altro di scommesse per la maggior parte perse alla prova dei fatti. Si spera che la società possa correre ai ripari in qualche modo, prima di rischiare un nuovo disastro. Se Marotta ha speso male quei pochi soldi che aveva a disposizione un’estate fa, non voglio nemmeno pensare che potrebbe combinare se i cordoni della borsa si dovessero veramente allargare...

I TOP DEL CAMPIONATO

Thiago Silva (Milan). Certo che Ibrahimovic è stato determinante con gol e assist, ma c’era da aspettarselo. Ma se lo scudetto del Milan è stato costruito partendo dalla difesa, la meno battuta del campionato grazie anche alla strepitosa stagione di Abbiati, è stato Thiago Silva il protagonista assoluto per aver disputato un campionato su livelli stratosferici. Un difensore di livello mondiale, tanto che è difficile trovarne di migliori, acquistato dalla Fluminense per appena 9 milioni di euro nell’estate del 2009, e che oggi non ha prezzo.

De Canio (all. Lecce). Il suo campionato De Canio lo ha vinto alla grande. Personalmente non avrei scommesso un euro sulla salvezza del Lecce che, sulla carta, sembrava la squadra meno attrezzata per salvarsi. Se il Lecce disputerà il prossimo campionato di serie A buona parte dei meriti ce li ha quindi l’allenatore, capace di dare gioco e solidità a una squadra che ha conquistato una salvezza che a un certo punto pareva insperata.

Cavani (Napoli). Se il Napoli arriva alla qualificazione diretta alla prossima Champions League è anche grazie allo strepitoso campionato di Cavani che Mazzarri ha avuto il merito di scoprire come prolifica prima punta, e che punta! 26 gol in 35 presenze e un titolo di capocannoniere sfuggito solo per una sciocca protesta che ha costretto Cavani a guardare dalla tribuna le ultime tre partite della stagione.

FLOP DEL CAMPIONATO

Martinez (Juventus). Purtroppo l’uruguaiano è stato il floppone del campionato, ma anche chi lo ha acquistato per 12 milioni di euro e chi lo ha fatto giocare spesso fuori ruolo non è da meno. Martinez è soprattutto una seconda punta, ma è stato acquistato per farlo correre sulla fascia, per incappare in due gravi infortuni e toppare alla grande ogni volta che ha avuto una possibilità.

Adriano (Roma). La scommessa di Rosella Sensi si è persa di infortunio in infortunio, annegando poi in qualche birra di troppo. Cinque presenze in tutto il campionato e zero gol prima di dire addio alla Roma con tanto di risoluzione contrattuale.

Garrone (pres. Sampdoria). Se i doriani passano da un anno all’altro da un quarto posto, e conseguente qualificazione ai preliminari di Champions League, alla retrocessione in serie B, le principali responsabilità sono del presidente, che ha rotto un giocattolo che stava funzionando cedendo i pezzi migliori senza sostituirli adeguatamente. Non male come sbaglio anche l’avvicendamento dell’allenatore Di Carlo con Cavasin, una decisione che non ha fatto altro che far precipitare le cose senza che il presidente doriano si ravvedesse prima che la situazione diventasse irrimediabilmente compromessa.