Una Juve arruffona regala un punto al Cagliari

vucinicCi sono alcune differenze tra una grande squadra e una squadra che grande non lo è ancora. Ad esempio me ne ricordo una che era allenata da uno dei più grandi allenatori della storia del calcio italiano, il quale aveva a disposizione un undici titolare che non aveva eguali al mondo, ma non sempre giocava bene come sarebbe stato lecito aspettarsi dalla classe dei suoi interpreti. Anzi, a volte era noiosa e faceva fatica a creare azioni da gol soprattutto contro le cosiddette “piccole”, che però alla fine venivano puntualmente battute grazie alla zampata di un cecchino francese o alla classe di un armadio svedese, piuttosto che del suo capitano o di un Pallone d’Oro ceco. E vinceva così spesso che si poteva permettere di stravincere i campionati perdendo gli scontri diretti. Poi ci hanno detto che rubava, ma questa è un’altra storia.
Veniamo così a Juventus-Cagliari, diciottesima giornata di campionato e penultima di andata. Conte schiera la formazione tipo con la sola variante di De Ceglie al posto dello squalificato Chiellini e porta in panchina il tanto criticato neo-acquisto Borriello. Anche Ballardini schiera il Cagliari con un 4-3-3 che vede Cossu dietro alle due punte Ibarbo e Larrivey. I primi venti minuti mostrano una Juve stretta parente della bella squadra ammirata fino al mese scorso: reparti corti, circolazione di palla veloce e condizione fisica ritrovata. Testimone di tutto ciò l’azione del gol: bella triangolazione tra Lichtsteiner e Marchisio inframmezzata da uno splendido colpo di tacco di Pepe, con lo svizzero che serve Vucinic il quale insacca a porta sguarnita. Uno a zero dopo 5 minuti. La partita scivola via con un paio di buone occasioni targate Matri e Pepe, ma la squadra inizia a perdere concentrazione e puntualità nelle giocate, sebbene il Cagliari non crei molto se non su calcio piazzato. Indiscutibilmente in affanno il centrocampo tutto (in particolare Vidal non ne ha azzeccata una in entrambe le fasi) insieme ad un Pepe molto meno brillante del solito. Il Cagliari da parte sua fa tanto pressing e chiude gli spazi, cercando di sfruttare il contropiede con Cossu e il “simil-Suazo” Ibarbo.
All’inizio della ripresa i sentori negativi si materializzano: rilancio corto al limite dell’area del solito Bonucci che si produce in un 'assisti al bacio per il piccolo Cossu, che dal limite non si fa pregare e insacca trafiggendo un incolpevole Buffon. Uno a uno dopo una manciata di minuti della ripresa. Ma quando si ci aspetterebbe che la Juve cacci fuori il carattere che la contraddistingue quest’anno si rimane delusi. Il Cagliari non vedrà più la porta, ma i bianconeri attaccano in maniera confusa e disordinata con lanci lunghi e inutili cross dalla trequarti, facendo il gioco degli uomini di Ballardini che aspettano arroccati dietro, pronti a sfruttare i numerosi errori di impostazione degli uomini di Conte, con il colombiano Ibarbo che stravince il confronto con Bonucci. In più, per la prima volta anche mister Conte non azzecca i cambi: entrano Krasic, Del Piero e Borriello per Matri, Pepe e Vucinic. Palesemente fermo e inconcludente il capitano, volenteroso ma con troppo poco tempo a disposizione Borriello e completamente fuori da qualsiasi cosa che abbia a che fare con la Juventus il serbo. Illuminanti le occasioni bianconere del secondo tempo: in tutta la ripresa c’è solo un colpo di testa di Del Piero da due passi che però è troppo centrale per non essere preda di Agazzi, durante i 5 muniti di recupero vengono sprecate ben due palle gol, una clamorosa con Krasic che sciupa solo davanti al portiere sardo, e una che vede protagonista Vidal che, di testa, manda alto.
Due punti buttati come era già successo con Bologna e Genoa allo Juventus Stadium. Sicuramente c’era da aspettarsela una flessione da parte di una squadra che sta facendo un grande campionato, ma i segnali di questo primo scorcio di 2012 sono negativi. Vistoso il calo del centrocampo tutto, urge sicuramente un ricambio più qualitativo dei soli Marrone e Pazienza, rivengono a galla i limiti strutturali di questa squadra incarnati a mio parere da Leonardo Bonucci. Nonostante nei mesi scorsi sembrasse cresciuto col resto della squadra, il difensore viterbese continua a non sembrare uno da Juventus e non solo per i famigerati lanci lunghi tanto invisi al mister, ma anche per la scarsa decisione nei contrasti e per errori grossolani tipo l’assist a Cossu quest’oggi. Martin Caceres sarebbe un ritorno più che gradito. Infine da menzionare la poca qualità del reparto offensivo, composto quasi esclusivamente da buoni giocatori che però non riescono a decidere con un colpo di genio una partita come questa, ad eccezione di Vucinic, uno che si sta facendo apprezzare anche per il lavoro in fase difensiva (cosa che a Roma non aveva mai fatto) e senza il quale lì davanti si perde in imprevedibilità. Inutile dire che andrebbe preso uno in grado decidere partite rognose come questa, ma andrebbe già bene se in questa sessione di mercato venissero smaltiti gli esuberi costosi (compreso Krasic, che andrebbe venduto domani mattina) e fossero rinforzate la difesa e la linea mediana. Speriamo che le prestazioni di oggi e di Lecce si rivelino solo episodi isolati e che si possa tornare a giocare il bel calcio mostrato finora. Ma, duole dirlo, la Juventus ancora non è una grande squadra e sarebbe meglio che anche i tifosi lo capissero.

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