Pechino è bianconera. Napoli battuto 4-2.

buffon03Se ragionassi come quel tizio che dirige Milan Channel metterei subito le mani avanti dicendo che, comunque vada, la stagione della Juventus è già positiva.
Siccome per grazia di Dio non ho nulla in comune con questo signore, non ricadrò nell’autocelebrazione per un successo sì importante ma che per chi tifa Juve è solo un aperitivo di quel che ci si aspetta dalla stagione “vera”.
Di bello questa manifestazione ha lasciato, nell’ordine: la Coppa, portata a casa; la mentalità della squadra che, seppur in evidente ritardo di condizione, ha sempre fatto la partita; note positive su alcune individualità; il ben ritrovato rosicamento di mezza Italia non juventina.
Per il resto, aspettiamo che la proverbiale fame che ha animato il gruppo juventino durante la scorsa stagione torni a manifestarsi in corrispondenza di appuntamenti più prestigiosi.
Oggi si è vista una buona Juve, ottima nella prima mezz’ora, ma non la Juve guerriera che ha marchiato la scorsa stagione.
Bene la manovra, incerta la fase difensiva (Bonucci soprattutto, testardo anche in impostazione: perché ostinarsi con lanci lunghi avendo Giovinco davanti?), solito problema di sterilità sotto porta.
Le motivazioni di una gara che ha illustrato la superiorità della Juve nei confronti dell’avversario potrebbero essere un paio ed entrambe valide: si va dai vari condizionamenti esterni che hanno reso la preparazione un pochino complicata al ritardo fisico – soprattutto nei reduci dall’Europeo- nei confronti di un Napoli che è sembrato atleticamente più pronto e per nulla timoroso di ricorrere al gioco duro per frenare le iniziative dei bianconeri più in palla (Asamoah, Vidal, Giovinco e Vucinic).
Interventi spesso sopra le righe, e che sono stati pagati nel finale con due espulsioni sacrosante (più quella di Mazzarri), nell’insieme forse un po’ tardive.
A proposito della cacciata di Mazzarri c’è poco da aggiungere: il tecnico toscano commentando il caso-Conte aveva definito la presenza/assenza del mister in panchina “ininfluente”.
Voglio sperare che l’allenatore livornese sia rimasto coerente col proprio pensiero del prepartita, ma a chiudere il cerchio ci ha pensato una volta di più il “Principe della Coerenza”, al secolo Aurelio De Laurentiis, l’uomo che per tutta l’estate ha sfogliato la margherita (“Pechino sì, Pechino no…”) approvando infine la “diserzione” dei suoi ragazzi alla premiazione per protestare contro l’arbitraggio di Mazzoleni.
Ora, bene ha fatto Marchisio nel dopo partita a pretendere rispetto, lo stesso rispetto che la Juve usò nei confronti degli stessi avversari di stasera dopo la finale di Coppa Italia, quando un rigore clamoroso negato a Marchisio sullo 0-0 non suggerì ai bianconeri la fuga dalla premiazione e il silenzio stampa.
E poi, di che si lamenta il Napoli?
Sugli episodi si può discutere solo avendo un paio di mozzarelle sugli occhi, perché il rigore su Vucinic è netto - e ulteriori dubbi sussistono per un intervento di Campagnaro su Matri nel primo tempo - , Pandev sfancula l’assistente Stefani e Zuniga prende due gialli ineccepibili in pochi minuti.
Sul piano del gioco il Napoli aveva mostrato catenaccio più Pandev (il macedone ringrazi Bonucci…) e Cavani, il solito grande Cavani autore di un gol che, al netto delle distrazioni juventine, sarebbe da mostrare in ogni scuola calcio alla voce: “come gettare alle ortiche un’occasione e crearsene immediatamente dal nulla una seconda”..
Avviso a Marotta e allo staff: se per il fronte interno – svarioni a parte, ma siamo ancora in rodaggio - il materiale a disposizione può bastare per riconfermarsi al vertice (Udinese e Napoli seconde forze, Inter e Milan due cantieri, Roma poco credibile), per fare buone cose anche in Europa serve per forza un bel centravanti.
Attendiamo novità.