La Juventus allunga su Napoli e Lazio, crollano le milanesi

day afterLa Juventus vince d'anticipo e si gode la più dolce delle domeniche pomeriggio davanti alla tv. Se il Napoli non riesce ad andare oltre il pari a Catania, nonostante abbia giocato in superiorità numerica tutta la partita, i risultati più eclatanti sono quelli del crollo delle squadre milanesi e l'inattesa sconfitta interna della Lazio contro il Genoa. “Si riscatta” invece la Roma di Zeman che con ogni probabilità vincerà a tavolino contro il Cagliari, che dovrebbe così pagare a caro prezzo l’assurda sfida lanciata dal proprio presidente contro le decisioni assunte dalla Prefettura di Cagliari riguardo all'autorizzazione di giocare solamente a porte chiuse la partita Roma-Cagliari.

Juventus troppo forte per il Chievo. Un’altra giornata pro Juventus, insomma, una Juve che la sua pratica l’ha sbrigata nell’anticipo del sabato sera. E va detto che la Juventus ha giocato così bene che non può che essere un piacere vedere una squadra di calcio giocare in modo così convincente. Chi ama il calcio non può non ammirare una squadra che gioca con questa intensità una partita di campionato tre giorni dopo aver giocato in Champions League in casa dei campioni d'Europa. Conte cambia mezza squadra, ma il risultato non cambia, anzi, migliora, perché chi subentra a Barzagli, Lichtsteiner, Pirlo, Vidal e Giovinco, titolari a Londra, lo fa mettendo in campo uno spirito così combattivo e vincente da non lasciar nemmeno una zolla di campo al malcapitato Chievo. Fin qui è la più bella partita disputata in questa stagione dalla Juventus che ha letteralmente annichilito un avversario sembrato ancor più piccolo di quello che in realtà è. Menzione dovuta per Quagliarella, autore della doppietta vincente. Ha saputo aspettare in silenzio ed è finalmente arrivato il suo momento. Per lui i tre gol segnati in pochi giorni sanno di vera e propria svolta.

Il Napoli non passa a Catania, la Lazio paga pedaggio alle fatiche di coppa. Non passa il Napoli a Catania, nonostante abbia giocato per tutta la partita in superiorità numerica per l’espulsione di Alvarez per un fallo su Cavani dopo 1’ di gioco. Tradito dai suoi uomini di maggior classe (prova grigia soprattutto di Inler, Hamsik e Pandev), non riesce a perforare la difesa degli etnei che anzi rischiano di beffarli quando, allo scadere, un tiro di Gomez si stampa sul palo. Mazzarri, a corto di un perché per spiegare una prova tanto incolore dei suoi, ha evidenziato che a Catania forse i suoi hanno sofferto il caldo. Sorprendente anche la sconfitta interna della Lazio che ha provato in tutti i modi a sbloccare il risultato senza riuscirci e ha finito per subire pure il gol della beffa realizzato da Borriello.

E’ crisi rosso-nero-azzurra per il calcio milanese. Sprofonda ancora l’Inter a San Siro e il Milan, che pure prova ad alzare la testa, torna a casa sconfitto dalla trasferta di Udine. Sia Inter che Milan si affrettano a confermare i rispettivi tecnici e peccato che non ci sia il fantamercato degli allenatori, perché altrimenti, dopo il baratto Cassano-Pazzini, un bello scambio di tecnici potrebbe movimentare almeno qualche battuta. Voglia di ridere invece non ce n’è a Milano, come si può vedere dalla sintomatica espressione colta nella triade morattiana qualche momento dopo il gol del vantaggio del Siena. Certo l’Inter ha attaccato molto, ma se ha prestato il fianco sfilacciandosi in occasione dell’uno-due degli ospiti Stramaccioni dovrebbe fare un mea culpa senza offendersi se qualcuno dà della “provinciale” alla sua squadra (facendole per altro un complimento!) ed evitando di andare in conferenza stampa lamentando il mancato arrivo di un esterno destro d’attacco e di un ricambio a Milito che non sono arrivati dal calciomercato. Marca male Stramaccioni, manca di umiltà, se la sua Inter fosse stata più “provinciale” difficilmente avrebbe perso contro il Siena. L’aria è ancora più pesante sull’altra sponda milanese: Milan sconfitto che termina la partita in 9 per le espulsioni di Zapata e Boateng. Qualche sprazzo nella manovra milanista questa volta c’è stato e forse è proprio per questi sprazzi di speranza che la società ha fatto quadrato intorno ad Allegri al termine di una settimana in cui il tecnico ha tenuto banco soprattutto per la sua lite con Inzaghi. Ma l’Udinese ha vinto con pieno merito contro i rossoneri, nonostante la squadra di Guidolin sembri solo una lontana parente rispetto a quella capace di arrivare terza la scorsa stagione.

Tripletta a tavolino per la Roma di Zeman? Nel primo anticipo del sabato ben tre rigori assegnati (sono stati 7 quelli di giornata, 4 realizzati), con la Fiorentina che sciupava con Jovetic un rigore allo scadere e si faceva beffare con la stessa moneta dal Parma in pieno recupero. Quello che non ti aspetti da una giornata di calcio arriva però a bocce ferme. Durante la notte. Il Prefetto di Cagliari rinvia Cagliari-Roma perché Massimo Cellino, presidente del Cagliari, aveva invitato i tifosi ad andare allo stadio contravvenendo così alle disposizioni impartite dalla Prefettura che prevedevano la disputa della partita solo a porte chiuse. Non era mai successo nel calcio italiano che un presidente andasse contro le disposizioni di un Prefetto. Lo ha fatto Cellino. La Roma non ha perso tempo e ha già inoltrato reclamo alla FIGC ritenendosi parte lesa. E pensare che da Zemanlandia erano rimasti a casa gli indisponibili De Rossi, Totti e Osvaldo. E' una manna per la Roma questo rinvio. Se la squadra vincesse pure a tavolino si presenterebbe straordinariamente riposata e "vincente" nei prossimi ravvicinati turni di campionato. In attesa delle decisioni della FIGC, quel che è certo è che comunque dovrebbero essere in arrivo guai grossi per il Cagliari e lo stesso Cellino.

Primo punto del Pescara a Bologna. Nell’anticipo di mezzodì tanta aggressività e corsa hanno messo in campo Sampdoria e Torino, che hanno impattato grazie alla trasformazione di due rigori. Meglio i doriani, ma i granata non hanno rubato nulla ed anzi hanno cullato l’idea di vincere visto che il rigore con cui la Sampdoria ha pareggiato è arrivato solo nei minuti finali. Altro pari a Bologna dove i felsinei, pure in vantaggio con un altro gol di Gilardino, non sono riusciti a piegare il Pescara. Pareggio ospite realizzato su calcio piazzato da Quintero, centrocampista diciannovenne colombiano, già sui taccuini degli osservatori delle grandi società. Provvidenziale anche Pelizzoli che, subentrato a Perin espulso per fallo su azione giudicata da chiara occasione da gol, ha respinto il rigore a Diamanti. Una bella rivincita per il portiere ceduto dal Padova al Pescara come fosse una scarpa vecchia. Chiude la giornata il successo in extremis dell’Atalanta sul Palermo, sulla cui panchina è stato poco fortunato l’esordio di Gasperini.

TOP DI GIORNATA

Quagliarella (Juventus). Ha aspettato tanto il suo momento. Lo ha fatto senza una protesta, senza una polemica che potesse mettere a repentaglio lo spirito di gruppo che anima la Juventus contiana. Adesso è arrivato il suo momento. Tre gol in 95’ minuti (10’ quelli giocati contro il Chelsea più 85’ contro il Chievo) è uno score da top player tirato fuori dalla naftalina.

Vergassola (Siena). Il capitano senese riesce a tessere le giuste geometrie fra difesa e centrocampo fino a quando riesce a spaccare la partita chiudendo alla perfezione un triangolo con Calaiò e coronando così il più bruciante dei contropiede.

Pelizzoli (Pescara). Se il Pescara muove finalmente la classifica lo deve molto al rigore parato, a freddo, da Ivan Pelizzoli subentrato un attimo prima a Perin. Ceduto frettolosamente dal Padova, Pelizzoli è tornato così ad essere protagonista in serie A, una categoria che gli spetta di diritto.

FLOP DI GIORNATA

Cellino (pres. Cagliari). Questo è un presidente che potrebbe girare il remake del celebre film in cui Alberto Sordi impersona il presidente del Borgorosso Football Club. Lascia marcire il Sant’Elia e si mette a costruire uno stadio come se si trattasse di un mobiletto dell’Ikea. Manca l’agibilità per ospitare tifosi, ma lui li invita lo stesso allo stadio in aperta sfida a Questura e Prefettura. Un gesto irresponsabile che non dovrebbe rimanere impunito: chi continua a rimetterci è il Cagliari con i suoi tifosi.

Stramaccioni (all. Inter). Certi scivoloni Moratti deve averli messi in preventivo, ma cominciano a essere sinceramente troppi da sopportare facendo buon viso a cattivo gioco. A San Siro l’Inter, fra partite della fase eliminatoria di Europa League e Campionato, ha raccolto 2 pari e 3 sconfitte. L’Inter contro il Siena attacca a testa bassa, ma si sfilaccia e si scopre colpevolmente facendosi bucare dal contropiede senese. E’ tutta la fase difensiva a destare non poche perplessità, perché sacrificata dalla contemporanea presenza di tre giocatori con poca attitudine difensiva (Sneijder, Cassano e Milito). Un po’ di presunzione in meno forse non guasterebbe.

Jovetic (Fiorentina). Passaggio a vuoto del montenegrino che soffre la marcatura di Paletta e quasi mai riesce a liberarsi per il tiro. L’occasione ghiotta gli capita quasi allo scadere quando può tirare il rigore del gol della sicurezza, ma lo calcia in modo così molle e centrale da farselo respingere da Mirante. In pieno recupero arriverà poi anche la beffa per i viola.



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