Dopo Juve e Napoli, il nulla

day afterIl primo turno infrasettimanale era presentato da molti come la giornata in cui si sceglieva l'anti Juve. Ebbene, la prima vera sentenza emessa dal torneo dopo 5 giornate è che la lotta scudetto sarà un discorso ristretto a due sole squadre: la Juventus e il Napoli. Sarà con ogni probabilità una lotta molto meno scontata di quanto alcuni commentatori, compresi molti tifosi juventini, pensassero appena tre giorni fa, quando si parlava già di fuga Juve e di bianconeri senza veri rivali. I partenopei sono avversari credibili, non hanno la Champions ma una coppa minore nella quale schiereranno a lungo quasi tutte le seconde linee. Privilegeranno con decisione l'obiettivo interno, per il quale si sono attrezzati in estate migliorando la profondità della rosa. Dispongono probabilmente del miglior reparto offensivo della Serie A, sicuramente del miglior centravanti, e da diversi anni seguono uno spartito di gioco consolidato.

La Juventus era attesa al primo scoglio importante della stagione ed è incappata in una serata complicata. La Fiorentina di Montella si è dimostrata squadra vera, che gioca un calcio propositivo senza buttare mai via un pallone. Ha messo sotto la Juve proprio sul suo punto di forza, il ritmo di gioco. Bianconeri sottotono come mai si erano visti quest'anno (e forse in tutta la gestione Conte), che non hanno avuto nemmeno il solito crescendo della mezz'ora finale. Punto conquistato e danni limitati, in una serata che ha messo in evidenza ancora una volta il preoccupante down atletico di Andrea Pirlo, una condizione che dura ormai dall'inizio della stagione, e in avanti la pochezza di alternative credibili a Mirko Vucinic. Il mercato non ha portato il grande attaccante, ma solo un Giovinco che continua a non convincere e un Bendtner ancora tutto da verificare. A Cavani invertiti il campionato non avrebbe storia, così invece la lotta si profila avvincente sino alla fine. La Fiorentina, invece, se non avrà grossi problemi di infortuni (le alternative all'undici titolare sono davvero limitate), potrà sicuramente dire la sua per il posto che garantisce i preliminari di Champions League.

Al San Paolo il Napoli ha superato il secondo avversario di un certo livello dopo la Fiorentina. La Lazio ha fatto sfoggio di fair play con Klose, che aiuta l'arbitro ammettendo di aver segnato con la mano, ma dopo il primo, fortuito goal di Cavani si scioglie e la partita non ha più storia. Forse la squadra di Petkovic paga i troppi impegni ravvicinati affrontati con una bassissima rotazione di uomini. Cavani si porta a casa il pallone con la seconda tripletta agli aquilotti della sua carriera, poi sbaglia il rigore del poker. L'impressione è che i problemi maggiori il Napoli li abbia a sbloccare le partite, quando è costretto a fare gioco, come si è visto a Catania. Una volta in vantaggio, può sfoggiare il contropiede migliore della Serie A, interpretando lo spartito tattico che meglio conosce.

Dietro le due grandi, come detto, c'è davvero poco. Qualcuno dirà della rinascita delle milanesi, ma siamo a livelli appena superiori al brodino. L'Inter soffre a Verona col Chievo, passa a sorpresa in vantaggio alla prima occasione con un goal in fuorigioco e poi raddoppia nel finale in contropiede, dopo aver prodotto ancora pochino. Insomma, checché ne dica Stramaccioni in versione imitatore di Mourinho, è un Inter che vince da provinciale. Solo vittorie esterne sui campi di tre squadre che lotteranno per non retrocedere, nulla di cui andare particolarmente fieri. I cugini rossoneri sfatano il tabù San Siro ma, forse, sarebbe più opportuno parlare di tabù Allegri. Con Tassotti in panchina, infatti, arriva la prima vittoria casalinga grazie alla doppietta del piccolo faraone, unico giocatore di discreta tecnica rimasto nel reparto avanzato dopo l'addio di Ibra e i soliti infortuni di Pato e Robinho. Così come per l'Inter non è stata una vittoria granché convincente, col Cagliari spesso vicino al pareggio finché l'espulsione di Conti non ha messo il lucchetto sul match.

Alla fine l'unico tabù rimane quello dell'Olimpico per la banda zemaniana, uscita ancora senza vittoria nonostante, come contro il Bologna, la superiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo. Del tanto sbandierato calcio spettacolo di Zemanlandia nemmeno l'ombra, sblocca l'eterno Totti dopo un'azione da flipper; ma una papera di Stekelenburg regala il pari a una Samp che andrà poi più vicina al clamoroso vantaggio che non alla sconfitta. Alla fine, tolta la passeggiata sul campo dove ha trovato il successo pure il Siena domenica scorsa, l'impresa migliore degli zemaniani rimane la travolgente vittoria a tavolino di Cagliari. E sabato arriverà l'esame Juventus Stadium.

In zona retrocessione, come prevedibile il trecentesimo cambio di panchina di Zamparini non ha sortito effetti di rilievo: due partite e due sconfitte per Gasperini e prima vittoria per un Pescara che forse di occasioni per gioire non ne avrà molte altre durante la stagione. Ora ci sarà un avvicendamento anche in società (Lo Monaco al posto di Perinetti) e chissà che non assisteremo ad un innovativo turnover tra Gasperini e Sannino sulla panchina più traballante d'Italia. Con Zamparini, tutto è possibile.


TOP DI GIORNATA

Cavani (Napoli). Tripletta e trono di capocannoniere. Andato via Ibrahimovic, è di gran lunga il miglior centravanti del campionato italiano.

Klose (Lazio). Vince il premio fair play di giornata, ammettendo il tocco di mano con cui avrebbe portato in vantaggio la Lazio. Ma arbitro e assistente d'area dov'erano?

Montella (Fiorentina). Mostra un calcio di ottimo livello, mette sotto la Juve come a pochi era riuscito nelle 44 partite da imbattuta e si dimostra, dopo Conte, l'allenatore più moderno che c'è in Italia.


FLOP DI GIORNATA

Stekelenburg (Roma). Topica clamorosa che regala a Munari il goal del pareggio, dopo la frittata cucinata insieme a Burdisso contro il Bologna. Era partito nettamente meglio l'anno scorso con Luis Enrique.

Bergessio (Catania). Rifila, lontano dagli occhi di arbitro e assistente d'area, un pugno ad un avversario: gli costerà sicuramente tre turni di squalifica con la prova televisiva.

Giovinco (Juventus). Ha la sua seconda chance con la Juve, senza l'ombra incombente di Del Piero e con un allenatore che continua a dargli fiducia. Di questo passo, però, le occasioni finiranno e lui rimarrà una eterna promessa incompiuta ad alti livelli.