Cade la Juventus, l'Inter punta lo scudetto, Napoli rimanda i sogni

day_after01Ci sono giornate in cui il campionato prende una svolta. Quella che ha messo di fronte la Juventus all’Inter è stata una di queste. L’imbattibilità della Juventus di Antonio Conte si è fermata a 48 partite (morto che parla...) ed è successo nel modo più eclatante, inaspettato e indesiderato per gli juventini, proprio con l’Inter che ha espugnato lo Juventus Stadium e lo ha fatto con pieno merito, nonostante una partenza ad handicap e una direzione arbitrale globalmente disastrosa.

L'Inter allo scudetto ci fa un pensierino. Il messaggio al campionato è chiaro: la Juventus non è imbattibile e non può perdere solo contro se stessa, anche se contro l’Inter ci ha messo molto del suo. Difesa troppo alta e beffata sulle pur temute ripartenze, centrocampo tutt’altro che tonico con Marchisio, Vidal e Pirlo in particolare lontani dalla forma dei giorni migliori, ma soprattutto un’assoluta inadeguatezza di un attacco mai incisivo, in cui si segnala l’irritante prestazione di Giovinco. L’Inter ha costruito la propria rimonta al gol di Vidal, viziato peraltro dal fuorigioco di partenza di Asamoah, aggredendo ogni pallone, mettendo in campo più determinazione e approfittando di una direzione di gara a senso unico nella ripresa, dopo che nel primo tempo poteva lamentarsi a ragione per errori di valutazione che l’avevano danneggiata. Decisivo il pareggio su rigore concesso per un fallo netto, ma commesso fuori area, da Marchisio su Milito. Poi una distribuzione a senso unico di cartellini gialli e l’Inter che ha fatto sua la partita con due gol a coronamento di altrettante ripartenze. E’ così che la lotta per lo scudetto apre uno spiraglio e l’Inter sorprendente che espugna lo Juventus Stadium ci si infila di diritto portandosi a un solo punto dalla capolista.

Sogni rimandati per il Napoli. Al San Paolo ce la stava facendo, grazie a un golletto del rientrante Cavani, anche un Napoli povero di gioco e di idee; ma la squadra di Mazzarri è stata beffata in pieno recupero dal Toro che l’ha costretta al pareggio, per altro strameritato da parte dei granata. La clamorosa sorpresa della giornata è il crollo di una Lazio che a Catania apre ufficialmente lo stato di crisi, avendo raccolto solo uno striminzito punticino nelle ultime tre partite. Non il viatico migliore per affrontare la settimana che porta al derby contro una Roma che, dopo due sconfitte consecutive, è tornata a vincere passeggiando contro il fantasma del Palermo. Ma davanti alle romane c’è la Firenze calcistica che, fra una dichiarazione e l’altra sulla FIAT e Marchionne, scende in campo e travolge con un poker di reti un fragile Cagliari che interrompe così una serie positiva di quattro vittorie.

Nel limbo di metà classifica si fanno largo quindi il Catania, il Parma che manca il salto di qualità perdendo inopinatamente a Pescara e l’Atalanta, che espugna il Marassi doriano costringendo alla sesta sconfitta consecutiva la Sampdoria di un Ciro Ferrara ora quanto mai in bilico. Un punto sotto queste tre ci sono il Cagliari, l’Udinese che strappa il pari a Bologna, ma soprattutto il Milan che sembra aver trovato la quadratura del cerchio risorgendo con un pokerissimo rifilato al Chievo. Difesa a quattro, Ambrosini a fianco di Montolivo in mediana, El Shaarawy, Bojan ed Emanuelson a portare scompiglio dalla trequarti in su e Pazzini a far da boa in avanti.

In coda la vittoria del Siena sul Genoa accorcia la classifica. Il Pescara, che batte il Parma, e il Toro, che conquista un punto d’oro a Napoli, stanno un gradino più su di Sampdoria e Chievo. Poi il Genoa che a Siena rimedia la quarta sconfitta consecutiva (la terza da quando Del Neri ha sostituito De Canio in panchina). Sono in piena zona retrocessione Palermo e Bologna, mentre il Siena con i 3 punti della vittoria contro i genoani sarebbe virtualmente a metà classifica e invece la chiude, ma il ritmo è quello di una squadra che centrerebbe la salvezza.

TOP DI GIORNATA

Milito (Inter). E’ il giustiziere di una Juventus troppo brutta per essere vera. Infallibile dal dischetto e opportunista in occasione del gol del vantaggio. L’attaccante argentino è proprio quello che manca alla Juventus.

Stramaccioni (all. Inter). Coraggioso e spregiudicato (non spensierato eh!). Si gioca i suoi tre assi con coraggio e spregiudicatezza e gli va bene perché la Juventus che gli si para contro sta tutta nel bluff iniziale di un gol segnato in fuorigioco. Però dovrebbe essere meno permaloso e buttarla semmai sull’ironia. E’ un po’ ridicolo quando si offende per un “provinciale” o uno “spensierato” affibbiatogli lungo il percorso

Gomez (Catania). Due gol, un assist e le solite giocate di qualità con cui il Catania manda in bambola la Lazio.

FLOP DI GIORNATA

Giovinco (Juventus). Fallisce un’altra opportunità e lo fa nel modo peggiore. Vuole strafare, tiene troppo palla, cerca soluzioni difficili invece di giocare semplice come si fa quando le giocate non ti riescono. Magari sente troppo la pressione, la responsabilità di dover fare qualcosa di speciale con la maglia che indossa, ma è in queste partite che si vede la dimensione dell’uomo e del calciatore, e Giovinco non c’è.

Petkovic (all. Lazio). Squadra spaesata e umiliata dal Catania. Due sconfitte e un pari nelle ultime tre partite. Se non è crisi si tratta comunque di una flessione importante e domenica c’è il derby contro la Roma.

Tagliavento (arbitro Juventus-Inter). Direzione pessima la sua. Incolpevole sul fuorigioco non segnalato dal suo assistente in occasione del gol juventino, ma non altrettanto quando è lontano dall’azione e non ravvisa gli estremi del cartellino giallo da affibbiare a Lichtsteiner quando lo svizzero scalcia Palacio. Gli interisti lo assediano nel sottopassaggio e lui nella ripresa arbitra cercando di compensare i gravi errori del primo tempo. Ne viene fuori una direzione disastrosa a tutto tondo. Bocciato!

 

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