La Juventus quaglia e allunga sull'Inter stoppata a Bergamo

day_after01Con la Juventus che vince facile a Pescara, l’Inter che cade a Bergamo e la Lazio che fa suo il derby contro la Roma, la classifica prende una fisionomia molto precisa. La Juventus in testa che allunga sull’Inter, seconda, che guida un filotto di squadre che comprende Napoli, Fiorentina e Lazio. Poi il limbo di metà classifica, dall’Atalanta al Milan, con in mezzo altre 6 squadre, quindi la zona più calda che ospita 7 squadre.

Dopo la battuta d’arresto patita contro l’Inter, la Juventus ha ristabilito subito le distanze. E’ vero che il Pescara è sembrato poca cosa, ma l'aggressività e la determinazione di Pirlo e compagni è tornata a essere quelle dei tempi migliori. Altro che in calo fisico! Pesava a livello psicologico la lunga imbattibilità, ma ora l’impressione è che la squadra bianconera abbia ritrovato la sua freschezza e quella cattiveria agonistica che sembrava smarrita. Bene tutti, soprattutto la coppia Quagliarella-Giovinco ha giocato in scioltezza regalando anche numeri di alta scuola. Poi sull'1-6 la squadra è parsa rallentare per risparmiare un po' le forze, ma anche per via di quella mentalità un po’ balorda con cui ci ritroviamo ad aver a che fare in Italia, in virtù della quale l'avversario va rispettato. Una mentalità che a me non piace, perché penso che l'avversario lo si rispetti giocando fino al 90', l'umiliazione vera è smettere di giocare per non infierire. Un discorso questo che vale in generale, non specificatamente per la partita di Pescara.

Disco rosso per l’Inter a Bergamo dove si interrompe una serie di 7 vittorie consecutive. Sconfitta che non fa una grinza, con la squadra allenata da Stramaccioni che ha pagato le assenze e forse una certa stanchezza per l’impegno infrasettimanale di Europa League. Nella parte alta della classifica vincono tutte le altre. Ce la fa un Napoli piuttosto sottotono che, trascinato dai soliti Cavani e Hamsik, trova solo nel quarto d’ora finale l’orgoglio per ribaltare il risultato e tornare alla vittoria, dopo la sconfitta esterna contro la Juve e il pareggio interno con il Toro; ma la resa genoana è da squadra senza nerbo e personalità: quella che stava maturando contro Cavani e compagni era una vittoria da difendere con i denti e invece il Grifone è franato proprio nel finale subendo tre gol in veloci azioni di contropiede. Chi ha dimostrato invece gioco e personalità è stata la Fiorentina di Montella, che ha espugnato San Siro milanista con una prestazione di grande autorevolezza. Certo che dopo la vittoria contro il Chievo e il pari rimediato in Champions contro il Malaga ci si aspettava un Milan in ripresa, invece i rossoneri continuano nella loro schizofrenia al ribasso, dimostrando più limiti che virtù. Allegri continua comunque a metterci del suo: perché mai escludere Pazzini e soprattutto Bojan per gli imbolsiti Pato e Boateng? Spettacolo thrilling nel derby romano. La Roma di Zeman becca altre 3 reti e si fa rimontare per l’ennesima volta in questo campionato. Anche stavolta il tecnico boemo ha accampato qualche scusa di circostanza, ma la verità è che la Roma per allestire una squadra degna del “Maestro” ha chiuso il calciomercato con un passivo di oltre 16 milioni di euro. Solo la Juventus ha investito di più in serie A e la Roma di Zeman, dopo 12 giornate, è più indietro della tanto criticata Roma di Luis Enrique della stagione scorsa. Forse l’esonero lo meriterebbe chi ha sganciato Montella alla ricerca di facili suggestioni.

Nel limbo della classifica c’è un bel traffico, fra provinciali terribili e nobili decadute. A guidare il gruppetto c’è l’euforica Atalanta che contro l’Inter ha raccolto la terza vittoria consecutiva, poi la Roma, quindi Cagliari e Catania che nell’anticipo del sabato pomeriggio hanno pareggiato una partita da sbadigli; non migliore lo spettacolo offerto da Parma e Siena giusto 24 ore più tardi, con i ducali che non riescono a superare la diga senese eretta alla ricerca di un prezioso punticino salvezza. E’ buono il punto che l’Udinese rimedia a Verona contro il Chievo, mentre sono tre punti d’oro quelli del Torino vittorioso sul Bologna, perché permettono ai granata di agganciare il Milan nel plotoncino di squadre che affollano la metà classifica.

Nell’ultimo troncone di classifica è il Pescara che apre il girone infernale; ma chi se la prende con Stroppa cosa pretendeva da una squadra tutta nuova con tantissimi giocatori che mai avevano giocato in serie A? Insieme agli abruzzesi ci sono Chievo e Palermo, con i rosanero vittoriosi con pieno merito nello scontro diretto contro la Sampdoria che inanella così la settima sconfitta consecutiva e viene scavalcata da Miccoli e compagni. In piena zona retrocessione apre il terzetto il Genoa, che contro il Napoli a Marassi ha rimediato la quinta sconfitta consecutiva (quarta della gestione Del Neri che ha sempre perso). La buona notizia per le squadre della Lanterna è che il prossimo turno le vedrà di fronte in un derby che metterà in palio punti pesanti per salvezza. Almeno una delle due interromperà così la serie negativa, ma anche un pari non sarebbe da disprezzare per la convalescenza della Genova calcistica. Dietro c’è il Bologna che con Gilardino che non segna più come all’inizio sta letteralmente sprofondando verso il basso. Chiude il Siena che a Parma ha però colto un punto prezioso e nel prossimo turno, contro il Pescara, cercherà i punti per abbandonare la scomoda posizione di fanalino di coda.

TOP DI GIORNATA

Quagliarella (Juventus). Tre gol, di cui uno in plastica rovesciata, per riscrivere una volta per tutte le gerarchie dell'attacco bianconero. Un gol ogni 55' fra campionato e coppa è la media di un giocatore che dovrebbe giocare con maggiore regolarità.

Cavani (Napoli). Segna un gol decisivo, ma il Cavani che impressiona davvero è quello che ti ritrovi a contrastare in ogni parte del campo, che torna in difesa e riparte a razzo in avanti per finalizzare la ripartenza. Inesauribile!

Montella (all. Fiorentina). La viola attacca la zona Champions e lo fa a pieno diritto perché, dopo la Juventus, è la squadra che sta esprimendo il gioco migliore. In pochi mesi Montella ha assemblato al meglio una squadra nuova di zecca allestita con estrema oculatezza, tanto da chiudere in attivo il calciomercato estivo. Ne è venuta fuori un’orchestra in grado di suonarle a chiunque anche quando manca Jovetic, il solista assente contro il Milan.

FLOP DI GIORNATA

De Rossi (Roma). Pur con tutte le attenuanti del caso, date dalla pressione del derby e più in generale dalla difficile stagione che la Roma sta vivendo con Zeman in panchina, un professionista del calibro di De Rossi non può farsi cacciare per aver rifilato un pugno in pieno volto a un avversario. E “capitan futuro” è pure recidivo. Un gesto, quello di De Rossi, che potrebbe rappresentare la svolta idonea a decretare la partenza del centrocampista giallorosso con destinazione Parigi o Manchester. Baldini aspetta solo l’offerta giusta.

Pato (Milan). E’ davvero in condizioni imbarazzanti. Lontanissimo da una forma accettabile che gli possa consentire di fare la differenza. Eppure Allegri lo manda in campo, forse suggestionato dalla rete decisiva segnata dal “Papero” nell’infrasettimanale di Champions League. Pato è lento e senza un guizzo che sia uno. Spreca ignobilmente anche un calcio di rigore spedito alto in curva.

Allegri (all. Milan). Si complica la vita cambiando una formazione che sembrava stesse iniziando a funzionare. La manovra perde le accelerazioni centrali di Bojan trovando invece un Boateng in piena involuzione e un Pato depresso e imbolsito.

 

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