La Juve vince il girone. Ed ora viene il bello...

champions03Alla faccia di chi sosteneva che la Juve europea non possiede l'autorevolezza mostrata in campionato.
Serviva un pareggio, lo Shakhtar alla vigilia manifestava propositi bellicosi e Mircea Lucescu impartiva lezioni di comportamento e morale: d'altronde, che cosa ci si può attendere da chi ha appoggiato le proprie terga sulla panchina più piangente d'Italia?
La riprova si è avuta nel dopopartita, quando il tecnico rumeno ha recriminato per il lievissimo fuorigioco di Lichtsteiner sul gol decisivo (“Lo Shakhtar deve avere lo stesso peso politico della Juventus...”), ma si è ben guardato dall'ammettere che ai bianconeri era stato in precedenza negato un sicuro rigore per quel “bagher” di Fernandinho su inzuccata dello strepitoso Chiellini ("Sul tocco di mano in area il mio giocatore mi ha detto che è stato sbilanciato...", le sue parole a discarico, in perfetto stile Inter) 
Questione di stile e di un doppiopesismo che in Italia conosciamo fin troppo bene e che nel calcio si applica soprattutto quando si parla di Juve, i cui episodi a favore sono sempre ritenuti più gravi rispetto ai torti che le vengono inflitti.
Conte, in barba alle chiacchiere di Mr. Lucescu, dimostra che stavolta la squadra prevedibile è quella di casa, e credo poco alle distrazioni dovute alle vacanze imminenti che attendono Srna e soci, perché perdere in casa non piace a nessuno (oltretutto allo Shakhtar non capitava da moltissimo tempo) e arrivare primi nel girone conta molto più di quanto ne dicano i Galliani di turno, visto il lotto delle superstiti.
E' la vittoria di una Juve che ha mostrato un volto che non conoscevamo e probabilmente non pensavamo potesse avere: quello della squadra sorniona e attendista, che non significa affatto difensivista (le superiori occasioni da gol sono lì che parlano chiaramente) ma attenta e giudiziosa, una squadra che ha evitato di aggredire l'avversario come al solito ma non ha mai accettato di farsi schiacciare, facendosi sempre trovare pronta a ripartire in velocità sfruttando la poca solidità difensiva tipica delle squadre di impronta brasiliana com'è in effetti il gruppo guidato da Lucescu.
Lo Shakhtar aveva destato grande impressione a Torino - anche se quella partita andrebbe rivista e meglio contestualizzata - e se in generale per tutto il girone era sembrato il gruppo meglio assortito, quello che esprimeva un calcio convincente e divertente, stavolta Willian e soci sono sembrati un gruppo che conosce un solo modo di giocare, tanto per citare il loro spocchioso allenatore.
Le fonti di gioco sono state bloccate chiudendo gli spazi sugli esterni e stroncando le velleità di Willian, stasera imbrigliato fra i superlativi Vidal e Lichtsteiner, centralmente si è impedito a Fernandinho di spingersi in quelle progressioni micidiali che tanto fanno male e, nel caso, è da sottolineare il gran lavoro di Pirlo, efficace in fase di contenimento come mai lo avevo notato in passato.
Poca gloria anche per i due incursori Alex Texeira e Mkhitaryan che mai hanno avuto l'opportunità di puntare l'uomo nell'uno contro uno grazie ai perfetti e puntuali raddoppi che l'esterno e il centrale bianconero di turno portavano su di loro.
Sono stati bravi gli attaccanti, Vucinic in grande spolvero nel suo ruolo di regista offensivo e Giovinco al solito impreciso e pasticcione ma sorprendente per aggressività e tenuta alla distanza, e a suo modo determinante nel disturbare Kucher sul gol.
Ma dove la Juve ha vinto la gara è sulle fasce, con Lichtsteiner ottimo in copertura e ai livelli dello scorso anno in fase offensiva, mentre Asamoah è cresciuto molto, soprattutto quanto a personalità, rispetto alle prime esibizioni europee.
A supportare i due esterni sono stati Pogba (dal lato di “Asa”) e Vidal, ammonito al minuto numero sette ma nonostante questo nettamente il migliore in campo e perfetto sia in copertura che in fase offensiva.
Arturo merita due parole in più: strepitoso col Chelsea, male col Milan, in generale straordinario per tutta la stagione, alla faccia di chi lo vede meno incisivo dello scorso anno, discorsi di chi dovrebbe occuparsi di altri sport...
Se devo fare un bilancio finale direi che passano le due migliori squadre del girone, con buona pace dei campioni d'Europa uscenti che retrocedono in Europa League: credo che questo girone complicato abbia fatto molto bene ai ragazzi di Conte, che sono sempre andati in crescendo e hanno concluso meritatamente il raggruppamento in testa e da imbattuti, impresa che li accomuna ai loro colleghi di Malaga e agli eterni rivali Borussia Dortmund e Schalke 04.
Sono contento perché a febbraio il Mister potrà sedersi sulla sua panchina per affrontare l'avversario che uscirà dal sorteggio del 20 dicembre, e la rosa comprende: lo spauracchio Real Madrid (che quel pazzoide di Bonucci vorrebbe incontrare subito...) e una serie di squadre abbordabili (anche se eviterei il Porto, per tradizione e qualità del gioco) come Arsenal, Galatasaray (immaginate il ritorno di Felipe Melo!), Celtic e Valencia.
Per concludere, permettetemi di ringraziare questi ragazzi, che sono stati snobbati dopo le prime esibizioni internazionali e bollati come buoni solo per un campionato dimesso come è diventata la nostra serie A.
Non hanno ancora vinto niente, ma da outsider in terza fascia hanno vinto il girone, acquisendo consapevolezza e spessore europeo, e sono convintissimo del fatto che il bello debba ancora venire.
E proprio per questo vorrei chiudere con le parole del nostro portierone, uno che ci ha sempre creduto e da Stamford Bridge alla Donbass Arena ha sempre sostenuto che qualcuno più forte della Juve in questa competizione c'è, ma questo non deve impedirci di puntare al massimo.
Mostrando il giusto rispetto, ma senza avere paura di nessuno.



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