Champions League: urna benevola con la Juve

ChampionsIl sorteggio di Nyon ha riservato alla Juventus un avversario ampiamente alla portata, il Celtic.
Non voglio sottovalutare l'avversario, voglio solo essere realista: la differenza fra Juventus e la squadra cattolica di Glasgow è abbastanza evidente.
Due i precedenti: 1981-82, nel primo turno di Coppa dei Campioni la Juve supera gli scozzesi (0-1, 2-0); 2001-02, Juventus qualificata come prima nel girone autunnale (3-2, 3-4) che vedeva bianconeri e biancoverdi inseriti nello stesso girone di Porto (seconda nel gruppo) e Rosenborg.
La squadra più tifata dalle comunità irlandesi di tutto il Mondo e allenata dall'ex gloria locale Neil Lennon (una specie di Roy Keane per i tifosi di Parkhead, lo stadio privato più grande di Scozia, il secondo del Regno Unito dopo Old Trafford) torna fra le prime 16 d'Europa, e l'impresa è stata impreziosita dalla sconfitta rifilata al Barcellona, roba che fino a questo punto, oltre al Celtic, è riuscita solo al Real Madrid in versione estiva, quello che sconfisse i blaugrana nella gara di ritorno di Supercoppa spagnola.
La squadra ha le solite caratteristiche di vigoria fisica tipiche dei club di quelle latitudini, però dispone di alcune discrete individualità come il giramondo greco Samaras, dotato di fisico, tecnica ed eleganza e che in questa esperienza scozzese sta forse raggiungendo l'apice di una carriera finora piena di promesse e piuttosto vuota di certezze.
Nel club milita anche il fratello dell'interista Mc Donald Mariga, Victor Wanyama, un centrocampista col vizio del gol e dalla fisicità impressionante; ma il giocatore più rappresentativo è il capitano Scott Brown, una specie di clone dell'attuale allenatore.
Altri elementi degni di nota sono il capocannoniere dello scorso campionato Hooper, centravanti inglese che alcuni media britannici nei giorni scorsi hanno accostato alla Juve, e il giovanotto Tony Watt, non ancora diciannovenne ma già eroe della serata magica contro il Barcellona.
Il percorso europeo del club è stato ottimo: dal preliminare (4-1 ai finnici dell'HJK Helsinki) fino al girone autunnale, chiuso al secondo posto con un bottino di 10 punti dietro al Barcellona, che aveva sofferto il Celtic anche al Camp Nou rimanendo bloccato sull'1-1 (fra l'altro dopo essere passato in svantaggio) fino al 93'. Il resto del “bottino” il Celtic l'ha costruito con i due successi contro lo Spartak Mosca, battuto 3-2 in Russia e 2-1 nella decisiva gara del 5 dicembre, mentre è curioso che l'unica squadra che ha mantenuto un saldo positivo con i biancoverdi (il Benfica: 0-0 a Glasgow e vittoria 2-1 al Da Luz) sia stata destinata all'Europa League.
C'è un aspetto importante che ha sicuramente inciso nel favorire il buon rendimento europeo del Celtic, ed è l'assenza della concorrenza dei Rangers sul fronte interno, a causa dalla retrocessione dell'altra grande storica della Scottish League in quarta serie, prova ne sia qualche “incidente di percorso” che gli eredi di Jimmy Johnstone, Kenny Dalglish ed Henrik Larsson hanno accusato in concomitanza del doppio impegno. Tuttavia, vista la mancanza di avversari credibili, a febbraio il campionato scozzese sarà presumibilmente già finito, anche se questa non deve essere una scusante: senza girarci troppo intorno, se la Juve uscisse con questo Celtic andrebbe incontro ad una figuraccia senza precedenti nella sua storia.
Uno sguardo agli altri accoppiamenti mi sembra doveroso e, osservando siti e programmi tv, balza all'occhio la frustrazione milanista per la “sfortuna” di aver nuovamente pescato il Barcellona, al quale auguro con tutto il cuore di ritrovare presto al comando Tito Vilanova.
Ora, posso essere d'accordo che incontrare lo Schalke 04 (il cui abbinamento al Galatasaray solletica sin da ora gli appetiti delle papabili alla qualificazione ai quarti) fosse un desiderio che da quelle parti certe “divinità” a volte riescono a realizzare ma, dopo aver ricevuto un dono come quello del girone più scarso che la Champions League ricordi (ed averlo superato per secondi con il punteggio più basso fra le qualificate: 8 punti), attendersi altri favori dalla Dea Bendata mi sarebbe sembrato troppo persino per chi della totale mancanza di pudore ha fatto una filosofia di vita.
Pensi a giocarsela, il Milan, che la palla è rotonda e, se dovesse uscire, mi auguro lo faccia senza il corollario di sterili polemiche che accompagnarono l'estromissione patita lo scorso anno.
Fra un Arsenal-Bayern Monaco dall'esito - a mio parere - decisamente sbilanciato in favore dei bavaresi e un Porto-Malaga che stuzzica ben poco la fantasia dello spettatore neutrale (portoghesi favoriti), gli scontri più affascinanti saranno sicuramente Real Madrid-Manchester United - per la storia dei due club, Sir Alex contro l'erede designato (cui però non cede mai il posto...), il ritorno di CR7 ad Old Trafford - e soprattutto Shakhtar Donetsk-Borussia Dortmund.
Se la sfida fra “merengues” e “red devils” ha grandissimo fascino e richiamerà un'audience planetaria - e ci vedo il Madrid abbastanza favorito - la sfida fra gli ucraini e i campioni di Germania promette di essere la più spettacolare dell'intero turno: la qualità dei palleggiatori brasiliani di Lucescu contro la freschezza degli spregiudicati “mocciosi” guidati da Jurgen Klopp.
Credo che da neutrali ci sarà da divertirsi come pazzi.