La Juventus si avvicina al traguardo, mentre il Napoli allunga sul Milan

day_after01La Juventus mette un altro mattoncino nella costruzione dello scudetto battendo di misura il Pescara, mentre il Napoli rafforza la seconda piazza allungando su un Milan sciupone. In attesa del derby romano, in area Europa League fa scalpore la sconfitta interna dell’Inter per mano dell’Atalanta che rilancia le ambizioni europee di Catania e Udinese.

Per la Juve il traguardo si avvicina. Ci è voluto un sacrosanto rigore alla Juventus per sbloccare la partita a 18’ dalla fine. D’accordo sui complimenti a Pelizzoli, estremo pescarese che, parata dopo parata, si è esaltato al cospetto dello Juventus Stadium ma, benché rimaneggiata, la Juventus ha faticato decisamente troppo tempo per battere la peggior difesa del campionato, ovvero una squadra che nelle ultime 12 partite ha racimolato la miseria di un punto. Le scorie del doppio impegno di Champions League hanno indubbiamente pesato, ma l’ampio turnover poteva assicurare una maggiore tranquillità di fronte a un avversario pure rimaneggiato. Di buono c’è la vittoria che consente ai bianconeri di avvicinare il traguardo scudetto. Con il Napoli che vince contro il Genoa rimangono nove le lunghezze di vantaggio. Nel caso i partenopei le vincessero tutte, a Pirlo e compagni basterebbero comunque solo 12 punti, meno di 2 punti a partita. Ma sul cammino del Napoli ora c’è il Milan, da affrontare a San Siro in uno scontro diretto che verosimilmente varrà solo in chiave secondo posto. A Firenze la squadra allenata da Allegri ha letteralmente buttato via la vittoria facendosi recuperare due gol nell’ultima mezz'ora nonostante la superiorità numerica. Partita guastata dall’arbitraggio di Tagliavento, che prima ha danneggiato i viola con l’eccessiva espulsione di Tomovic, ma poi ha dato il la alla rimonta della squadra di casa, concedendo un rigore generoso per un intervento di Nocerino su Ljajic e negandone uno piuttosto netto per il Milan allo scadere per un fallo di mano di Roncaglia.

Un breve inciso sulla "cultura sportiva". Ha ragione il presidente del CONI Giovani Malagò quando dice che in Italia c’è “una scarsa cultura sportiva”. Brutto il siparietto in tribuna al Franchi con Galliani bersaglio di lancio di monetine e costretto ad andarsene. La cultura sportiva e la tolleranza rappresentano un problema enorme nel nostro Paese, ma per fare qualcosa bisognerebbe iniziare mettendo alla berlina anche certe dichiarazioni degli addetti ai lavori. Bruno Nobili, allenatore del Pescara, per esempio, si è lamentato in modo piuttosto grottesco dell’arbitraggio della partita contro la Juventus; e che dire dell’articolo de “Il Mattino” che parla di “rigore regalato” alla Juventus e di “espulsione esagerata”, come se la regola che punisce i difensori che commettono fallo interrompendo una chiara azione da gol l’avessero inventata gli juventini? Malafede? Ignoranza? O tutte e due? La “cultura sportiva” dovrebbe iniziare da lezioni sulla “cultura della sconfitta” che non esiste in Italia. Non si riesce a capire che non si può imparare a vincere se prima non si impara a perdere. Qualche anno fa era stato promosso il terzo tempo anche nel calcio imponendo il saluto a fine partita, ma si è trattato di un fuoco di paglia, di un’iniziativa non si sa perché, presto abbandonata. Di comportamenti che onorino il fair play ci si riempie solo la bocca per salvare la forma, ma in quanto a sostanza non si combina niente finché si tollerano comportamenti come la mancata partecipazione del Napoli alla premiazione della Supercoppa italiana, con l’aggravante, in quell'occasione, che il tutto è avvenuto all’estero.

Da ingiustizia a ingiustizia. Tornando a Fiorentina-Milan c’è da dire che i viola hanno reagito all’ingiustizia subita da squadra vera, al contrario di quanto successo all’Inter nel posticipo. E’ successo che in vantaggio di due reti l’Inter si è vista assegnare contro un rigore inesistente grazie al quale l’Atalanta ha accorciato le distanze, ma poi ci ha messo del suo facendosi infilare da altri due gol di Denis per poi chiudere la partita con Ranocchia a fallire il più comodo dei gol davanti a un incredulo Moratti, cui certo non sarà piaciuta la rissa finale che ha coinvolto anche Schelotto. Come se non bastasse, dopo Milito e Palacio ora si è fermato anche Cassano. In attesa del derby romano c’è da annotare come il Catania, stoppato sullo 0-0 dal Cagliari, abbia fallito una ghiotta occasione per avvicinare i quartieri nobili della classifica. All’Europa un pensierino inizia a farlo anche l’Udinese che, lanciata da uno straripante Di Natale, ha piegato nettamente il Chievo. A metà classifica pareggiano tutte: Bologna-Torino nello scontro diretto, il Parma a Siena, il Cagliari a Catania. Salto triplo per l’Atalanta che, espugnando San Siro interista, scavalca in un colpo solo Sampdoria, Torino e Chievo. Le sconfitte di Sampdoria e Chievo tuttavia risultano in definitiva indolori, visto che rimane consistente il loro vantaggio sulla zona retrocessione.

Si infiamma sempre di più la lotta per non retrocedere. Con la vittoria esterna del Palermo a Marassi (secondo successivo consecutivo con Sannino in panchina), il Siena che avanza di un punticino e il Genoa battuto nettamente a Napoli, ora la classifica mette le tre squadre a pari merito, con il Siena però in vantaggio negli scontri diretti nei confronti delle due antagoniste. Fra le tre squadre se ne salverà verosimilmente soltanto una.

TOP DI GIORNATA

Denis (Atalanta). Mata l’Inter con una tripletta strepitosa.

Ilicic (Palermo). Mattatore assoluto, trova finalmente l’ispirazione per giocare una partita di altissimo livello. E’ inarrestabile nelle progressioni come nell’occasione in cui realizza il gol decisivo per alimentare le speranze di salvezza palermitane.

Di Natale (Udinese). Grande doppietta di opportunismo e con tanto di prodezza balistica assoluta. Con 17 reti Di Natale scavalca El Shaarawy e si insedia alle spalle di Cavani nella classifica marcatori.

FLOP DI GIORNATA

Tagliavento (arbitro di Fiorentina-Milan). Rovina la partita più interessante della giornata rifilando un’esagerata espulsione a Tomovic e da lì in poi ne azzecca veramente poche. Sa di compensazione il rigore accordato alla Fiorentina per l’intervento di Nocerino su Ljajic e al Milan manca un rigore all’ultimo minuto per un netto fallo di mano di Roncaglia. Ma dopo il rigore non accordato alla Juventus contro il Genoa per il fallo di mano di Granqvist pare che gli arbitri italiani certe cose non le fischino più.

Guarin (Inter). Sbaglia tutto lo sbagliabile e anche qualcosa in più, tanto è vero che alla fine si becca pure i fischi dei propri tifosi.

Allegri (all. Milan). Episodi a parte, è inaccettabile farsi rimontare due gol nell’ultima mezz'ora da una squadra in inferiorità numerica. Il Milan ha letteralmente buttato via la partita lasciando colpevolmente l’iniziativa ai viola senza mai pressare. L’allenatore non può non essere responsabile di un simile atteggiamento.

 

Twitter: @nicolanegro