La Champions League è quest'acqua qua

ChampionsSembra fin troppo logico, per essere calcio, ma l'eliminazione ai quarti ad opera del Bayern di Monaco è l'esito che fin dall'inizio della stagione ci si aspettava. Questo ci dicevamo lo scorso autunno: "La Juve è una squadra che può arrivare ai quarti - barra - semifinali", e quella barra è il sorteggio che ti fa incrociare la strada della corazzata bavarese invece del Malaga. Incrociando il Malaga avremmo avuto la possibilità di fare un passo in più, ma di andare oltre per ora non c'è proprio verso, il nostro livello è questo. Quindi non è il caso né di drammatizzare né di sconfortarsi.
In 180' la Juventus è stata in partita 15' a voler essere generosi (non diciamo 25'' secondi per non infierire, dato che a Monaco prendemmo il primo gol in modo casuale). E quei 15' di Juve capace di imporre il suo gioco che si sono visti a Monaco retrospettivamente si sono dimostrati frutto di un eccesso di prudenza dei nostri avversari che, andati prematuramente in vantaggio e temendoci come chi teme qualcuno che ancora non ben conosce, sono arretrati per non rischiare di prendere un gol importante in casa. Ma non appena hanno capito la consistenza di chi avevano davanti, non c'è stata più partita.
Alzi la mano chi l'altro giorno ha avuto anche per un momento l'impressione di potercela fare. Chi davvero è riuscito a pensare "io ci credo". Nell'arco di tutta la partita, al massimo in due o tre casi si è avuta l'impressione di poter magari segnare almeno una volta, con un pizzico di fortuna in più. Mentre i nostri avversari hanno invece creato diverse occasioni nette e infilato senza grandi problemi altri due gol.
Le ragioni di un divario così evidente possono essere diverse. Anche qui, però, la spiegazione è quella più logica, da tempo acclarata: le lacune di mercato. Un reparto offensivo che manca di campioni di vera levatura internazionale, le fasce coperte da onesti pedatori, come Asamoah e Padoin, ma snaturati rispetto al loro vero ruolo.
Inutile soffermarsi sugli episodi, anche perché appigli a recriminazioni non ce ne sono. Per vincere la Champions ci vuole anche fortuna, ma bisogna avere le qualità per guadagnarsela. Il Chelsea l'anno scorso ha fatto un miracolo, ma era una squadra comunque rodata da anni di Champions e in grado di schierare alcuni campioni di statura internazionale nei ruoli chiave. Le giustificazioni di Conte e Marotta in questo sono ineccepibili, questa squadra ha solo un anno e mezzo di rodaggio, e una sola stagione significativa a questi livelli. Ma molte scelte di mercato restano discutibili. I rinforzi di quest'anno hanno potuto supportare la corsa in campionato, ma si sono dimostrati inadatti a compiere il salto di qualità europeo. Se si vuol puntare a questo obiettivo, bisogna assolutamente effettuare un cambio di passo a livello di management. E' vero che lo scenario ci propone un gruppo di società che possono garantire un tetto ingaggi e un budget per gli acquisti al di fuori dalla nostra portata, ma la storia del calcio insegna che grandi innesti si possono fare senza svenarsi, basta scegliere bene e impiegare meglio. Il tormentone del top players, in voga da almeno un anno (se facciam finta di non ricordare che nell'estate 2011 tra Dzeko e Krasic si era scelto quest'ultimo), è quanto mai attuale. Llorente non può essere l'uomo del salto di qualità, e arrivare per il terzo anno di fila a reclutare il Bendtner della situazione all'ultimo momento non sarebbe più giustificabile. Così come bisognerà evitare di reclutare giocatori in sé potenzialmente validi ma senza un'idea chiara di cosa farne, perché poi finiscono a giocare fuori ruolo, come Asamoah, Isla e lo stesso pur generosissimo Padoin, e si arriva a schierare nella partita più importante della stagione 5 interni di centrocampo tutti insieme.
La stagione sta per concludersi come doveva: una buona esperienza in Champions League e uno scudetto che sancisce la supremazia in campo nazionale. Nessun tifoso dotato di senno può attaccare una società che è riuscita a intraprendere questa strada due anni fa, offrendo molte soddisfazioni. Le lacune a livello internazionale sono però chiare e circostanziate, nei prossimi mesi il mercato ci dirà cosa potremo aspettarci negli anni a venire.

Twitter: @Ju29roMario