Viola di rabbia, il Milan va in Champions di rigore...

day_after01"Il Milan ha fatto più punti della Juventus in questi 3 anni".
Adriano Galliani

Un’ultima giornata all’insegna del thrilling mancato nel resto del campionato. C’era in palio il terzo posto valido per l'ingresso nei preliminari di Champions League e la possibilità di incassare tanti soldi accedendo ai gironi eliminatori. Fino a una manciata di minuti dalla fine quel terzo posto era marchiato viola, visto che Jovetic e compagni stavano vincendo nettamente a Pescara, mentre il Milan, contro ogni pronostico, stava perdendo a Siena e sembrava sempre più difficile poter rimontare quel golletto segnato nel primo tempo da Terzi.

Balotelli fa rima con "Rigorelli". C’è voluta una furbizia di Balotelli e una relativa ingenuità di Felipe che gli ha trattenuto la maglietta a 6 minuti dalla fine. Niente in confronto alla trattenuta che nel primo tempo aveva allungato una maglia bianconera nell’area milanista (Ambrosini su Vitiello), ma Bergonzi non ha avuto esitazioni a indicare il dischetto. Rigorelli, pardon, Balotelli ha trasformato dagli undici metri e poi, puntuale come una cambiale, è arrivato anche il raddoppio realizzato da Mexès che ha ristabilito le distanze sui viola che intanto maramaldeggiavano a Pescara segnando 5 reti all’ultima della classe. Da segnalare i BUU all’indirizzo di Balotelli, ma se qualcuno scriverà che si è trattato di BUU razzisti si tratterà solo di qualche stolto che specula su un argomento serio. Si è trattato invece di BUU di disapprovazione per la malizia messa in gioco da Balotelli per procurarsi il rigore all’origine della rimonta rossonera.

Inter stramazzata dall'Udinese. L’ultima giornata doveva anche designare la terza squadra che parteciperà alla prossima Europa League (dopo Fiorentina e la vincente della Coppa Italia): sarà l’Udinese, che ha umiliato l’Inter espugnando San Siro con un insolito 2-5 che lascia più incertezze che mai sul futuro della panchina nerazzurra. Inter che chiude al 9° posto non riuscendo nemmeno a qualificarsi direttamente agli ottavi di Coppa Italia, mettendo così fine ad un girone di ritorno disastroso, giocato a ritmo da zona retrocessione. Da segnalare uno striscione dei tifosi interisti: "Vogliamo una società seria", praticamente un curioso ossimoro. Decise da tempo le piazze più importanti di primo e secondo posto, nonché le squadre retrocesse in serie B, il fine settimana ha visto la promozione in serie A di Sassuolo e Verona. Un piccolo centro del modenese per la prima volta nella massima serie e una grande piazza come Verona che in un passato non lontano si è fregiata di uno scudetto, ma che mancava in serie A da ben 11 anni. Grande piazza con una tifoseria piuttosto accesa che sta già facendo preparare titoloni nelle redazioni dei giornali rosa. Già mi vedo Balotelli zittire la curva veronese ai primi strilli e chissà quali nuovi cori intonerà la curva gialloblù in occasione del prossimo Verona-Napoli?

E se Moratti ripensasse a Guido Rossi? Si vedrà. Adesso vacanze per tutti e spazio alla gran fuffa di parole del calciomercato. Sulla carta ci si aspetta che si rinforzi ulteriormente la Juventus, ma lo stesso discorso si può fare anche per il Milan che ha centrato il terzo posto in un campionato che sembrava poter essere di transizione. In crescita la Fiorentina, mentre su Napoli e Roma ci sono i punti interrogativi dei preannunciati cambi sulle rispettive panchine e, per i partenopei, da verificare la partenza o meno di Cavani. Dalla possibilità di investire bene il ricavato della cessione dipenderà la competitività ai massimi livelli della società di De Laurentiis. Quanto all’Inter non si è ancora capito chi sarà l’allenatore. Al di là della conferma di Stramaccioni già annunciata da Moratti è difficile credere che si tratti di una soluzione definitiva. Comunque sia, quello che va in archivio è stato un anno letteralmente perso dall’Inter, che si ritrova con pochi uomini su cui fondare il rinnovamento, senza giocatori per fare mercato e un bilancio disastroso in arrivo, che non mancherà di condizionarne la possibilità di fare calciomercato. Chiude il cerchio la mancata qualificazione alle coppe europee con la forzata riduzione del monte ingaggi. Tutti elementi che non lasciano presagire un futuro roseo per la società nerazzurra. Ci vorrebbero dirigenti esperti come Guido Rossi per risollevarla, o forse stavolta non basterebbe nemmeno lui.

TOP DI STAGIONE

ALLENATORE - Antonio Conte (Juventus). Chi altri se non lui? Certo Guidolin e anche Montella. Ma quello di Conte in questo biennio è stato un mezzo miracolo sportivo. Inizia la stagione con una squalifica di 10 mesi sul groppone (poi ridotta a 4) perché “non poteva non sapere”, ma la Juventus che scende in campo è sempre a sua immagine e somiglianza. Festeggia il secondo scudetto migliorando la prestazione della scorsa stagione e porta la squadra nelle prime otto d’Europa.

GIOCATORE - Edinson Cavani (Napoli). Con i suoi gol trascina il Napoli un gradino sotto a dove lo aveva portato Maradona. Non a caso il Napoli va in crisi nella parte cruciale della stagione quando lui si inceppa per 5-6 partite. Poi si riprende chiudendo la stagione con 29 reti in 34 partite, sua miglior stagione realizzativa delle 3 giocate ai piedi del Vesuvio.

“GIOVANE” - Paul Pogba (Juventus). E’ andato oltre le più rosse aspettative. Si è dimostrato un fenomeno sia a livello tecnico che fisico, un vero e proprio “crack” di mercato arrivato in bianconero praticamente gratis. Il domani è suo, ma dovrà stare più attento a certi comportamenti istintivi che gli sono costati le tre giornate di squalifica che lo hanno tenuto fuori squadra nelle ultime partite.

FLOP DI STAGIONE

ALLENATORE - Zdenek Zeman (Roma). L’inizio era stato promettente in quanto a dichiarazioni. Per lo stregone ceco la Roma poteva puntare allo scudetto. Poteva anche essere, ma non con lui in panchina. Esonerato alla 23esima giornata, dopo la sconfitta in casa contro il Cagliari, quando la squadra occupava l’ottavo posto. Con il suo successore poi la squadra è migliorata, ma era troppo tardi per rincorrere una qualificazione in Champions.

GIOCATORE - Antonio Cassano (Inter). Partito bene, con gol, assist, qualche sprazzo di classe e i soliti proclami, si è perso per strada insieme alla squadra, finendo per litigare con Stramaccioni per poi infortunarsi e perdere la parte finale della stagione. Gettata al vento l’ennesima occasione ad alto livello. Probabilmente l’ultima.

“GIOVANE” - Mattia Destro (Roma). Delude le attese finendo sempre o quasi in panchina a fare da riserva a Totti, Osvaldo e Lamela. Causa anche un infortunio che lo tiene lontano dal campo la parte centrale della stagione trova poco spazio. Venti presenze in campionato e sei reti rappresentano un bottino davvero deludente per uno arrivato a Roma in pompa magna come lui.

 

Twitter: @nicolanegro