Napoli-Juve ’81: un’autorete che valse mezzo scudetto.

Nonostante i 14 punti di vantaggio in classifica sulla seconda, la trasferta di Napoli di domenica prossima non fa dormire sonni tranquilli a molti tifosi bianconeri, considerando anche che la Juve non esce con i tre punti da Fuorigrotta da 14 anni.
Eppure, 33 anni fa, c’è stato un Napoli-Juventus ben più decisivo per la lotta scudetto: era il 7 maggio 1981. Allora infatti bianconeri e azzurri si affrontarono a due giornate dalla fine con due soli punti di distacco in classifica: Juve 40, Napoli 38 con la Roma che, con i suoi 39 punti e la gara casalinga con il fanalino di coda Pistoiese, guardava anch’essa alla sfida del San Paolo con legittime speranze di tricolore.

Le due squadre si presentarono al big-match di giornata molto stanche, poiché entrambe si erano rese protagoniste di una rimonta che le aveva sì portate ad agganciare la Roma capolista a 5 giornate dalla fine, ma anche a spendere molto da un punto di vista fisico: i partenopei però si erano poi arresi in casa ad un Perugia già retrocesso e avevano pareggiato a Firenze, mentre la Juve era riuscita a mantenere inviolato il fortino del Comunale proprio nello scontro diretto con la Roma la domenica precedente (la famigerata partita der gò di Turone, tanto per intenderci).

Da un punto di vista mentale, però, l’approccio fu totalmente diverso: la Juve, oltre ad avere una lunga storia di successi, poteva contare su un gruppo, quello di Trapattoni, che già da qualche anno si era abituato a lottare per grandi traguardi nazionali e internazionali. Napoli invece era come elettrizzata nel vivere il suo sogno e avvertiva che la posta in palio era altissima, forse anche troppo. Sin dall’atterraggio all’aeroporto infatti Trapattoni e i suoi ragazzi vennero scortati da circa una quindicina di agenti per evitare che qualche esagitato andasse oltre gli insulti e i fischi, che comunque non mancarono. Fu necessario inoltre l’intervento della polizia per allontanare i tifosi che, nel tentativo di disturbare il sonno dei nostri, si misero a suonare il clacson nella strada dove si trovava l’albergo scelto dalla Juve.

Al di là degli aspetti per cui il limite tra folclore e inciviltà è molto labile, i due allenatori, Trapattoni e Marchesi, potevano fare entrambi affidamento sui loro stranieri di grande valore, da una parte Brady, dall’altra Krol; e su due portieri di grande esperienza come  Zoff e Castellini. Il Trap però aveva Cabrini, Gentile, Scirea e Cuccureddu i quali, oltre a costruire una linea quasi invalicabile, non si facevano certo pregare se si fosse presentata la possibilità di scattare in avanti; anche se doveva fare a meno di capitan Furino e di Bettega, entrambi fermi per squalifica.

Furono novanta minuti vibranti, ma non cattivi; ricchi di tensione, ma poveri di gioco; se non ad inizio partita in cui i bianconeri partirono da subito all’attacco mostrando a pubblico e avversario la volontà di non accettare passivamente il gioco dei napoletani. Già al 1’ Fanna  si rese pericoloso con una discesa sulla fascia, mentre poco dopo fu Marocchino ad impegnare di testa Castellini. All’11’ uno slalom di Brady mise in difficoltà tutta la difesa azzurra, che dovette affidarsi ad una provvidenziale uscita del portiere su Fanna. La reazione del Napoli non si fece attendere e si concretizzò in una punizione di Musella ben sventata da Zoff: sarebbe rimasto l’unico tiro in porta del Napoli per tutto l’incontro.

Ad inizio secondo tempo Trapattoni sostituì Causio con Verza e fu proprio quest’ultimo a propiziare l’autorete che avrebbe deciso l’incontro: al 63’ Brady lanciò infatti Tardelli in uno splendido affondo sulla sinistra, passaggio basso al centro dove non arrivò Marocchino ma Verza, il cui tiro toccò lo stinco di Guidetti dando così al pallone una traiettoria su cui Castellini non avrebbe potuto fare nulla. La partita a quel punto si giocò ad una porta sola, quella di Zoff, ma i nostri si difesero con ordine e tenacia da vendere, tanto da rimediare quattro ammonizioni e l’espulsione di Verza, evitando però comunque che il Napoli potesse raggiungere il pari.

La contemporanea vittoria della Roma fece rimanere inalterato il distacco in classifica tra le due squadre e sarebbe stata così necessaria l’ultima giornata di campionato ai nostri per conquistare il loro 19simo scudetto: ma con già con quel successo al San Paolo  un passo importantissimo verso il titolo era stato fatto.