Juve-Bologna ’01: la partita dell’arbitro Nucini…

Le cronache del processo di primo grado di Calciopoli hanno portato alla luce un ex arbitro autodefinitosi prima il “Che Guevara dei fischietti” e poi “una sorta di cavallo di Troia”: Danilo Nucini. Ritenuto teste fondamentale dall’accusa, Nucini si è reso protagonista di una serie di anomalie di cui abbiamo ampiamente parlato: i due verbali praticamente identici dopo le deposizioni dell’ottobre 2006 all’ufficio indagini della Federcalcio e al Maresciallo Di Laroni nel settembre 2007, il “complicato rapporto” con la scheda Tim che gli avrebbe consegnato Fabiani (se si guardano le deposizioni in dibattimento del 26 maggio 2009 e del 15 marzo 2011 le sue risposte sulla scheda sono: “ prima mai usata, poi forse usata due  volte, buttata, non buttata, non annotato il numero, annotato il numero"), imballata il 25 settembre 2003. Scheda che dopo successivi accertamenti dei carabinieri risultava attiva sin dal 23 maggio 2003.
 
Senza dimenticare che, mentre era ancora in attività, entrava in confidenza con Facchetti e si affidava ad Ernesto Paolillo per la ricerca di un posto di lavoro in qualche banca. Dopo pochi giorni dalla pubblicazione delle prime intercettazioni, Nucini, in un’intervista a Repubblica, aveva già dato qualche assaggio di quello che sarebbe stato il suo ruolo nel processo penale, parlando tra le altre cose, di un Juventus-Bologna del 14 gennaio 2001 che egli stesso aveva arbitrato. All’81’ di quella gara Nucini concesse ai felsinei un rigore, a dir poco discutibile, per un intervento di Iuliano  sul tiro di Piacentini, a metà fra braccio e gamba. Andò bene ai nostri visto che Cruz sparò il rigore sopra la traversa, evitando così che il Bologna potesse pareggiare la rete iniziale di Trezeguet: il francese fu bravissimo a schiacciare di testa un bel cross dalla destra di Zidane al 12’.
 
Più che per Nucini, quella partita andrebbe ricordata proprio per la superlativa prova di Zidane che, nonostante un campo ai limiti della praticabilità per la pioggia incessante caduta su Torino, estrasse dal cilindro magie e colpi di genio destinati puntualmente a tradursi in giocate che smarcavano i compagni, mettendoli nelle condizioni di colpire a rete. Complice anche l’assenza di Del Piero, Ancelotti fu costretto a schierare il doppio centravanti con Inzaghi e Trezeguet: così la necessità di scardinare la difesa bolognese, anche con qualche colpo da fuoriclasse, passò tutta sulle spalle di Zidane che non si tirò di certo indietro; al 22’ su un suo cross Inzaghi colpì la traversa, mentre al 60’ fu Trezeguet a centrare il legno con un bellissimo tiro al volo. In mezzo a questi due episodi va annotato anche un salvataggio sulla linea di Piacentini su una deviazione aerea di Zambrotta al 33’.
 
Il Bologna di Guidolin pagò a carissimo prezzo l’assenza di Signori: schieratisi in avanti con il solo Cruz supportato da Locatelli (un trequartista impiegato seconda punta), i felsinei non riuscirono mai ad impensierire Van der Sar, preferendo piuttosto limitare i danni. Se la Juve avesse saputo approfittare delle occasioni avute e della sua netta superiorità, probabilmente sarebbe finita in goleada: fu costretta a soffrire nel finale di gara la vivacità del neo entrato Olivera, fino all’episodio del rigore poi sbagliato da Cruz.
La vittoria, seppur di misura, fu assolutamente importante, perché gli uomini di Ancelotti tornarono alla vittoria dopo due pareggi, avvicinando così a, -6, la Roma capolista che nel frattempo era incappata in un brutto quanto inaspettato pareggio casalingo col Bari.
 
Una vittoria che però mise a nudo il più grande difetto della Juventus 2000/2001: l’incapacità di piazzare il colpo del ko, nonostante riuscisse spesso a dominare l’avversario con l’estro dei suoi campioni. Era successo una settimana prima con la Fiorentina quando, in svantaggio per 0-2, i ragazzi seppero recuperare e portarsi sul 3-2 per farsi poi raggiungere 3-3. Sarebbe poi successo anche in casa con Brescia e Lecce quando, in entrambe le occasioni, i nostri si fecero raggiungere per 1-1 dopo il vantaggio iniziale. Tutti punti che sarebbero risultati pesantissimi al termine di un campionato che avrebbe visto la Juve arrivare due punti sotto la Roma campione d’Italia.