"Per Conte omessa denuncia", titola il sito della FIGC, l'homepage di un organo istituzionale dal quale ci si aspetterebbero equidistanza e terzietà. E' questa invece l'apertura che sceglie la Federazione per annunciare i deferimenti della Procura Federale. Sugli scommettitori incalliti, i rei confessi, gli accusati di plurimi illeciti sportivi e di finalità associativa, manco il minimo accenno. E’ Conte a rubare la scena a tutti, e non si trova alcuna ragione per poter ritenere sensata e legittima una simile linea editoriale.
Lo si sapeva, da quando sono comparsi in rete i verbali di Carobbio, che l'inchiesta sul calcioscommesse non sarebbe stata più la stessa. E non solo per il tifoso juventino, che si è sentito, chiaramente, colpito in prima persona. Dal giorno di Superpippo tutti avevamo compreso come almeno anche per i media la vicenda sarebbe cambiata non poco.
Ad essere tirato in ballo era il tecnico della squadra campione d'Italia, la squadra più amata ed al contempo più odiata della penisola, ed era pertanto facile immaginare come questo coinvolgimento si sarebbe rivelato una manna dal cielo per i giornalisti di professione, una ventata d'aria fresca per un'inchiesta che pareva non interessare più i lettori, ed anche un diversivo, se vogliamo, giusto per evitare di riempire sempre e solo pagine e pagine di balle di mercato estivo.
Con Conte si sono potute così confezionare edizioni su edizioni a parlare di probabile deferimento, di ipotesi patteggiamento, si è giocato ad indovinare gli anni di squalifica e sulla base di questi ipotizzare soluzioni interne per la guida della squadra (Carrera? Baroni?) ed addirittura esterne (Capello? Prandelli?). E via discorrendo. Tanto discorrendo.
L’attenzione che la stampa ha rivolto al coinvolgimento di Conte origina da una motivazione meno nobile rispetto all’interesse “di cuore” del tifoso juventino, ma pur sempre comprensibile. E' l’esigenza di vendere copie, in effetti, che può "giustificare" il trattamento tutto speciale riservato al mister. D’altronde, finché si acquistano quotidiani sportivi solo, o soprattutto, quando la Juve o suoi tesserati compaiono in prima pagina, si capisce perché poi sui quotidiani si parli solo, o soprattutto, della Juve e dei suoi tesserati.
Il dovere di cronaca, cui qualcuno vorrebbe appellarsi per giustificare la mole d’inchiostro versato per il tecnico salentino, è solo scusante risibile. Quando il bersaglio delle stilettate è un unico personaggio piuttosto che la vicenda nel suo complesso, il termine adatto che descrive la situazione è forse accanimento, e non altro. “Conte al processo!” del Corriere dello Sport, con tanto di punto esclamativo, è dovere di cronaca? A voler essere buoni, come si diceva, non è altro che mercato.
Se è il cuore ciò che scalda il tifoso juventino ed è la cassa a costituire il motore dei media, del tutto incomprensibili, oscure ed inquietanti sono invece le ragioni che possono aver spinto la FIGC a riservare cotanta attenzione al caso Conte. Come si diceva in apertura, infatti, il titolo della notizia sui deferimenti, che trovate sul sito ufficiale della Federazione, recita questo: “Responsabilità diretta per Lecce e Grosseto. Per Conte omessa denuncia”. E si fatica a trovare anche solo una motivazione in grado di legittimare questa decisione di mettere in risalto il deferimento di Conte rispetto a quello di altri. Per almeno due ragioni: perché tra un tesserato ed un altro non è concepibile che si facciano distinguo di alcun tipo; perché si è in presenza di una masnada di rei confessi e di associati a delinquere che nel complesso rischia decine e decine di anni di inibizione (e di carcere), personaggi accusati cioè di ben altra roba rispetto a ciò che viene addebitato a Conte.
L'attenzione che la FIGC pare riservare al tecnico non può allora che inquietare e far sorgere diversi interrogativi. Se non altro, l’organismo che nutre questa attenzione smodata è proprio quello che, tramite gli organi sportivi da essa presieduti, sta di fatto accusando il tecnico ed il suo staff. Non si tratta, insomma, di un quotidiano che per comprensibili esigenze di vendita pensa bene di dare maggiore risonanza alla vicenda. Chi compie ciò è invece proprio l'organismo dal quale dipenderanno le sorti di Conte. Concedere al caso così tanto rilievo, quando l'accusa che viene mossa al tecnico non è manco minimamente paragonabile a ciò di cui sono accusati in tanti in questa faccenda, è indicativo allora di almeno un fatto: che per la Federazione, vuoi per antipatia vuoi per la sua notorietà vuoi perché è l'allenatore della Juve vuoi perché è necessario mantenere alta l'attenzione sull'inchiesta, Conte non è un tesserato come tutti gli altri. Il suo caso sembra essere per la Federazione meritevole di risonanza ben maggiore rispetto a quelli ben più gravi nei quali sono invischiati gli altri soggetti. Ma a cosa potrebbe portare questa ingiustificabile "disparità di attenzione", considerando anche che dalle astruse motivazioni presenti nel deferimento si capisce bene come per il mister essa non rappresenti certo il sintomo di una maggiore tutela?
E' anche per questo timore che penso sia un bene che Conte valuti attentamente il da farsi. Io, personalmente, non mi fiderei poi tanto di chi mi reputa diverso ed ha dimostrato di bramare dalla voglia di sbattere il mio nome in prima pagina.
Per la FIGC omessa parità di trattamento
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- By Antonio Izzo