In un precedente articolo si era affrontata la bizzarra questione della radiazione automatica di Moggi secondo quanto trapelava dalla FIGC circa i propri orientamenti a riguardo.
In sintesi, in FIGC si stava pensando all'ipotesi di comunicare a Moggi la sua radiazione senza che nessun organo emettesse il formale provvedimento.
Non ci soffermiamo oltre, se non per ricordare che per questa strada la FIGC si esporrebbe ad un bruciante quanto rapido annullamento da parte del TAR, che non potrebbe che rilevare l'inesistenza del provvedimento di radiazione.
Ad oggi non si sono avute notizie sugli sviluppi della vicenda; non abbiamo la presunzione di pensare che il precedente articolo abbia messo qualche dubbio ai vertici della FIGC, perché la questione è talmente semplice che non richiede consulenti esterni.
Quale che sia la decisione che verrà presa, radiazione oppure no, su una cosa non ci sono dubbi: qualcuno deve emettere un provvedimento, motivandolo come meglio crede. E solo poi comunicarlo a Moggi.
Per venire incontro alle esigenze della FIGC di radiazione di Moggi, vediamo le possibilità concrete e le controindicazioni per ciascuna di esse:
1) Recependo il parere di Coraggio, Abete emette il provvedimento di radiazione, motivando che essa è automatica a fronte della proposta della giustizia sportiva. Tale tesi si basa sul fatto che, mentre per il precedente codice di giustizia sportiva erano gli organi di giustizia sportiva a proporre la radiazione e il Presidente Federale a disporla, nel nuovo codice di giustizia sportiva sono gli organi di giustizia sportiva a disporla direttamente senza alcun coinvolgimento successivo del Presidente Federale. In sostanza la proposta di radiazione si convertirebbe in radiazione per l'entrata in vigore del nuovo codice di giustizia sportiva e il provvedimento del Presidente Federale dichiarerebbe la conversione della proposta in radiazione. Tralasciando altri casi di proposta di radiazione (il caso Preziosi, il primo che viene in mente, per il quale non si conoscono gli sviluppi, né si capisce se analoghi problemi di automaticità si possano porre), questa strada pare impercorribile per un motivo giuridico essenziale: in materia sanzionatoria, sia penale che disciplinare, vale il principio tempus regit actum: ad ogni violazione si debbono applicare le norme vigenti all'epoca della commissione delle violazioni. Le nuove norme sopravvenute possono essere applicate solo se più favorevoli all'imputato/incolpato.
Le violazioni addebitate a Moggi sono state sanzionate con l'inibizione e la proposta di radiazione ed applicare retroattivamente la radiazione diretta automatica significa omettere di giudicare con le norme del tempo e applicare, automaticamente e retroattivamente, norme successive più sfavorevoli. Nessun dubbio che una radiazione è sanzione più sfavorevole di una proposta di radiazione, che sanzione piena ancora non è, e non possa essere applicata retroattivamente, esimendosi dal motivare nel merito secondo le norme del tempo.
Da qui deriva che il Presidente Federale, se vuol radiare Moggi con possibilità di non naufragare davanti alla giustizia amministrativa, deve emettere un formale provvedimento che abbia una motivazione diversa.
2) Disattendendo il parere di Coraggio, il Presidente Federale, dopo quattro anni di inerzia senza emettere alcun provvedimento, potrebbe difficilmente sostenere che la proposta della giustizia sportiva abbia carattere vincolante, altrimenti dovrebbe spiegare perché abbia aspettato tanto per muoversi, in tal modo impedendo a Moggi di contrastare tempestivamente e senza ritardo il provvedimento di radiazione. Non gli resta che la strada, del resto più consona alla ratio delle norme, di sostenere che la radiazione è provvedimento non vincolato dalla proposta e avente carattere discrezionale, nel senso che vada valutata la necessarietà del provvedimento di radiazione alla luce della situazione rilevabile dopo il quinquennio di inibizione. Non risolverebbe il problema la constatazione che Moggi non è più tesserato, negando quindi la radiazione, perché verosimilmente Moggi non perderebbe l'occasione di togliersi lo sfizio di assumere incarichi in una società, magari di categoria inferiore, chiedendo il tesseramento, non essendo stato radiato. Iniziativa, tra l'altro, che potrebbe assumere alla scadenza dell'inibizione anche al solo scopo di gettare la FIGC nel caos. Quindi per Abete si tratterebbe di motivare la persistente pericolosità di Moggi, aprendo quindi la stura a tutte le obiezioni portate dal processo napoletano circa il quadro parziale posto a base delle decisioni della giustizia sportiva nel lontano 2006. Piano decisamente molto scivoloso per la FIGC, sia per i possibili sviluppi dei processi napoletani, sia per il fatto che, aprendo un fascicolo Calciopoli 2, la stessa FIGC ha certificato che il quadro dell'epoca era diverso da quello all'epoca considerato, ciò anche sotto il profilo della originaria pericolosità del DG della Juventus e della disparità di trattamento riguardo ad altri soggetti, quantomeno parimenti pericolosi secondo i canoni di valutazione adottati dalla giustizia sportiva.
3) Continuare nella linea di non decidere nulla e non comunicare nulla all'interessato, affidandosi al parere di Coraggio e al chiacchiericcio della stampa sulla avvenuta o prossima radiazione e sperando che Moggi non assuma alcun incarico e non chieda il tesseramento. La soluzione avrebbe il pregio di tenere fuori Moggi, ma risulterebbe fragile di fronte ad un'iniziativa di Moggi stesso di fare rientro. A meno che da Napoli giungano in tempo buone nuove per la FIGC.
Altre soluzioni per radiare Moggi non se ne vedono per Abete.
E se decidesse di non radiarlo, uscendo da un'impasse che alla lunga è anch'essa potenzialmente foriera di grane?
Vediamo le possibilità concrete:
1) Prendere atto delle novità napoletane e dire che, ferme restando le decisioni prese all'epoca dalla giustizia sportiva (ci mancherebbe!), tuttavia il nuovo quadro emerso fa ritenere congrua per Moggi la sola inibizione quinquennale. E' probabilmente quello che Abete pensa, forse addirittura per eccesso, ma che politicamente non pare in grado di sostenere. Altrimenti dalla FIGC non sarebbe trapelata la coraggiosa teoria della radiazione automatica senza provvedimento.
2) Adottare una soluzione creativa, sicuramente inelegante in assoluto, che però non sfigurerebbe se relazionata agli standard dell'illecito strutturato e della radiazione automatica: si potrebbe ragionare sulla sopravvenienza del nuovo codice di giustizia sportiva e sulla conseguente sopravvenuta inapplicabilità anche del vecchio codice. I particolari sono superflui per chi ha fantasia e voglia di tirarsene fuori.
In ogni caso una decisione prima o poi dovrà essere presa, se non altro perché il cerino sta inesorabilmente consumandosi..
Radiatori spenti in Figc
- Dettagli