Nessuna associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza. Così ha decretato il Tribunale di Roma, così si era espresso con noi l'Avvocato Matteo Melandri, difensore di Luciano Moggi, nel corso di una lunga intervista rilasciataci. Intervista unica nel panorama informativo nazionale e che ha permesso a molti di comprendere davvero il processo GEA per quello che era e che poi, con la sentenza di ieri, si e' dimostrato.
E' stato con grande piacere che abbiamo avuto modo di fare una nuova chiaccherata telefonica con un disponibilissimo Matteo Melandri, che ha spiegato per noi risvolti e implicazioni di questa sentenza.
Come prima cosa ci è toccato fargli i complimenti. "Oh, grazie, vedo che siete tra quelli che hanno compreso davvero la sentenza." risponde l'avvocato. "E' stata davvero una vittoria per le tesi difensive. L'impianto accusatorio è stato accolto in minima parte. Luciano Moggi è stato scagionato da ben 11 capi di imputazione. Mettiamola come piace a voi con una metafora calcistica: come in una partita di coppa si disputano andata e ritorno, considerando il processo d'appello la partita di ritorno, beh all'andata abbiamo vinto 3-0".
Ci informiamo quindi subito sul processo d'appello e le eventuali strategie, e scopriamo grande fiducia. "La nostra preoccupazione in questo primo processo riguardava naturalmente l'accusa più grave, quella di associazione a delinquere con utilizzo di minacce ex art. 513 bis. Un'accusa assolutamente nuova in questo contesto, che fin da subito abbiamo reputato priva di fondamenta. Ci siamo dedicati a scardinare questo impianto accusatorio e ci siamo riusciti. Ora ci concentreremo esclusivamente su questi singoli episodi contestati e, credo ci siano ottime possibilita' di ottenere un'assoluzione completa in appello".
Quanto alla sostanza delle accuse che hanno portato alla condanna: "Non conoscendo, naturalmente, le motivazioni che hanno portato alla condanna, che devono ancora essere depositate, non posso esprimermi correttamente a riguardo. Posso, però, dire che, in particolare, mi ha sorpreso l'atteggiamento della corte sul caso Amoruso. Non vedo alcuna rispondenza di deposizioni e atti con il reato contestato: in questo caso Moggi ha operato prettamente e legittimamente come dirigente della Juventus. Non si scorge alcun legame con la Gea e con le accuse rivoltegli". E per quanto concerne Alessandro? "Anche la sua condanna presenta anomalie. Non credo si possano ritenere pressioni indebite una telefonata di presentazione, come quella fatta ai due giovani est europei".
Ora i media cambieranno opinione. "Non lo so. Ma è chiaro che l'esito di questo processo non si può obliare. Hanno parlato di Moggiopoli, ma figuratevi quale rilievo avrebbe avuto al tempo un'accusa come quella per cui e' stato condannato. Molto poco, credo. Un reato che certo non e' piu' grave della diffamazione a mezzo stampa, tanto per chiarirci bene".
Intanto Moggi è libero, grazie all'indulto, scherziamo noi. "Si figuri che anche da qualche redazione decisamente importante mi è giunta questa domanda. Luciano Moggi beneficia della sospensione condizionale, accordata dai giudici con la sentenza, come ampiamente prevedibile. Non gli serve l'indulto. In secondo grado poi vedremo: un innocente non ha bisogno di alcun indulto".
Disinformazione? "Non lo so. Devo dire però che finalmente ho avuto modo di sentire e leggere opinioni più equilibrate. Mi sembra il minimo. Certo c'è sempre qualcuno che con Moggi è particolarmente accanito".
L'ha letta la Gazzetta, Avvocato? "No, cosa scrivono?"
E' stato con grande piacere che abbiamo avuto modo di fare una nuova chiaccherata telefonica con un disponibilissimo Matteo Melandri, che ha spiegato per noi risvolti e implicazioni di questa sentenza.
Come prima cosa ci è toccato fargli i complimenti. "Oh, grazie, vedo che siete tra quelli che hanno compreso davvero la sentenza." risponde l'avvocato. "E' stata davvero una vittoria per le tesi difensive. L'impianto accusatorio è stato accolto in minima parte. Luciano Moggi è stato scagionato da ben 11 capi di imputazione. Mettiamola come piace a voi con una metafora calcistica: come in una partita di coppa si disputano andata e ritorno, considerando il processo d'appello la partita di ritorno, beh all'andata abbiamo vinto 3-0".
Ci informiamo quindi subito sul processo d'appello e le eventuali strategie, e scopriamo grande fiducia. "La nostra preoccupazione in questo primo processo riguardava naturalmente l'accusa più grave, quella di associazione a delinquere con utilizzo di minacce ex art. 513 bis. Un'accusa assolutamente nuova in questo contesto, che fin da subito abbiamo reputato priva di fondamenta. Ci siamo dedicati a scardinare questo impianto accusatorio e ci siamo riusciti. Ora ci concentreremo esclusivamente su questi singoli episodi contestati e, credo ci siano ottime possibilita' di ottenere un'assoluzione completa in appello".
Quanto alla sostanza delle accuse che hanno portato alla condanna: "Non conoscendo, naturalmente, le motivazioni che hanno portato alla condanna, che devono ancora essere depositate, non posso esprimermi correttamente a riguardo. Posso, però, dire che, in particolare, mi ha sorpreso l'atteggiamento della corte sul caso Amoruso. Non vedo alcuna rispondenza di deposizioni e atti con il reato contestato: in questo caso Moggi ha operato prettamente e legittimamente come dirigente della Juventus. Non si scorge alcun legame con la Gea e con le accuse rivoltegli". E per quanto concerne Alessandro? "Anche la sua condanna presenta anomalie. Non credo si possano ritenere pressioni indebite una telefonata di presentazione, come quella fatta ai due giovani est europei".
Ora i media cambieranno opinione. "Non lo so. Ma è chiaro che l'esito di questo processo non si può obliare. Hanno parlato di Moggiopoli, ma figuratevi quale rilievo avrebbe avuto al tempo un'accusa come quella per cui e' stato condannato. Molto poco, credo. Un reato che certo non e' piu' grave della diffamazione a mezzo stampa, tanto per chiarirci bene".
Intanto Moggi è libero, grazie all'indulto, scherziamo noi. "Si figuri che anche da qualche redazione decisamente importante mi è giunta questa domanda. Luciano Moggi beneficia della sospensione condizionale, accordata dai giudici con la sentenza, come ampiamente prevedibile. Non gli serve l'indulto. In secondo grado poi vedremo: un innocente non ha bisogno di alcun indulto".
Disinformazione? "Non lo so. Devo dire però che finalmente ho avuto modo di sentire e leggere opinioni più equilibrate. Mi sembra il minimo. Certo c'è sempre qualcuno che con Moggi è particolarmente accanito".
L'ha letta la Gazzetta, Avvocato? "No, cosa scrivono?"