Processo Gea: oltre la reticenza dei media


2) Campioni mancati

Ci sono poi gli ex giocatori della Juve uniti da un comun denominatore molto eloquente: a Torino non sono riusciti a sfondare, sono stati ceduti a squadre "minori", e ora attribuiscono la colpa del loro fallimento al fatto di non aver dato la procura alla GEA. Una recriminazione alquanto discutibile, dato che tra i grandi campioni che nei 12 anni della Triade hanno viceversa dimostrato il loro valore, nessuno era procurato GEA...

Salvatore Fresi (27-02-08). Uno degli acquisti più inutili della gestione Triade (per fortuna ce ne furono pochi). Per l'accusa, la sua cessione dalla Juve al Perugia sarebbe avvenuta tramite delle minacce. Peccato che, a detta di chi ha assistito all'udienza, dopo essere stato incalzato dal giudice, alla fine abbia dovuto ammettere di aver festeggiato quella cessione a champagne, dato che gli fruttò un bel contrattino di due miliardi di lire l'anno; addirittura, alla serata sarebbe stato presente anche il suo procuratore GEA, l'imputato Pasquale Gallo, che avrebbe ospitato per una notte in mansarda. Di vere minacce a suo carico, dunque, nessuna traccia.
Nick Amoruso: RAI24 per definire la sua parentesi juventina sceglie un'immagine sobria: una "discesa agli inferi". Ma chi si ricorda le sue imprese in maglia bianconera sa che, molto più semplicemente, non si dimostrò all'altezza di Del Piero, Inzaghi, Trezeguet e Kovacevic. Per questo venne ceduto a una squadra minore, in grado comunque di garantirgli un contratto miliardario. Così Moggi, il 17-06-08: «Un buon giocatore per squadre come la Reggina e dovrebbe solo ringraziarci per aver guadagnato con noi 14 miliardi di lire»
Corrado Grabbi (04-03-08): Cerca di contrabbandare per minacce i rilievi che il Direttore gli faceva su certe sue movimentate seratine. Come Amoruso e Fresi, usa il fatto di non aver dato procura alla Gea come scusa per non essere riuscito a sfondare nella Juve. Così Moggi, il 17-06-08: "Non ha mai giocato bene da nessuna parte, stava in mezzo al campo a guardare gli altri giocare". Qui altri interessanti dettagli del suo intervento.
Marco Rigoni (04-03-08): Secondo l'accusa fu venduto a una squadra minore per punizione, avendo revocato la procura alla Gea. Gli organi della cosiddetta informazione hanno però omesso di parlare dell'incidente stradale che gli stroncò la carriera ad alti livelli, nonché della vicinanza che la Juve di Moggi gli manifestò in seguito al sinistro. Per fortuna in aula se ne è parlato.
Fabrizio Miccoli (03-04-08): Per chiudere la questione, basterebbe citare il suo procuratore non-Gea Francesco Calandro che ai microfoni di Primaradio, la sera della sua deposizione, ha negato "un'ipotesi di mobbing per i problemi causati a Miccoli da Luciano e Alessandro Moggi durante la sua permanenza alla Juventus".
Invece, le pravde cartacee e catodiche hanno pompato alcuni brandelli della sua deposizione per far credere che Moggi lo vessasse. Le argomentazioni sarebbero:

  1. Proibizione di usare orecchini
  2. Esclusione punitiva da festeggiamento scudetto con sindaco di Pinzolo (organizzato però da Grande Stevens e il sindaco di Torino Chiamparino, e per uno scudetto che non aveva vinto, perché era al Perugia).
  3. Pressioni per un trasferimento in prestito al Portsmouth, per altro poi nemmeno concretizzato.

Che ciò fosse accaduto per forzarlo a dare la sua procura alla Gea è solo una vaga supposizione sua, al cui supporto sa portare unicamente una telefonata del concittadino Antonio Conte che l'avrebbe consigliato in tal senso. Un po' pochino, no?

Il fatto è che nell'estate 2004, su input di Capello che non credeva in lui, Moggi non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di sostituirlo con un certo Ibrahimovic. Di per sé Lucianone non lo vedeva nemmeno così male, tanto che rifiutò anche un'offerta di Lotito per scambiarlo con Cesar. E se la Fiorentina decise di non riscattarlo la colpa non fu né di Moggi né della Gea, ma del fatto che i viola reputarono che non ne valesse la pena.
Grazie al palcoscenico offertogli dalla Juve moggiana ebbe pure l'occasione di venire convocato 8 volte in Nazionale, e guarda caso senza essere assistito dalla Gea. Se poi il mai sbocciato "Maradona del Salento" a 28 anni si è ridotto a fare il panchinaro del Palermo, è difficile pensare che la colpa sia di un dirigente ormai da quasi 2 anni escluso dal mondo del calcio.
Così Moggi, il 17-06-08: "Miccoli è venuto a dire che è rimasto in pullman quando la Juve festeggiò lo scudetto in Comune a Torino: era stato Franzo Grande Stevens a organizzare la festa e Miccoli non faceva parte della Juve che aveva vinto il campionato. E poi era pieno di orecchini, sulle orecchie, sul naso magari li metteva anche sulle gambe e questo alla Juve non va bene".
Giovanni Tedesco (27-03-08): Qua non è ben chiaro quali possano essere le minacce a suo carico, dato che le sue uniche recriminazioni sono quelle di non essere riuscito a giocare alla Lazio, come sperava. Dalla sua deposizione, sembra che il problema con la GEA sia da far risalire a mere beghe contrattuali, causate da firme poste su qualche contratto di troppo. Ha detto il centrocampista: "Come procuratore ufficiale avevo Imborgia, ma dal 2000 ero rappresentato da Pastorello pur non avendo mai depositato la nuova procura. Poi un giorno Gaucci mi telefonò durante l'estate e mi disse di raggiungerlo a Roma perché mi avrebbe fatto conoscere delle persone. Andai nella sede della Gea dove conobbi Alessandro Moggi ed Emiliano Zavaglia. Mi venne prospettata l'idea di passare a un grande club, si parlava della Lazio. Presi un po’ di tempo, poi decisi di affidare la mia procura alla Gea, dopo avere avvertito Pastorello, e firmai con Emiliano Zavaglia, senza depositare la procura in federazione perché era ancora in vigore quella con Imborgia". Passò l'estate senza che nessuno della Gea né della Lazio si facesse vivo con Tedesco. Rimasto al Perugia, la reazione del giocatore fu la seguente: "Mi sentii con Zavaglia e gli feci presente tutto il mio malcontento per le promesse non mantenute, il mancato passaggio alla Lazio e gli dissi che pensavo di lasciare la Gea. Fabio Grosso mi presentò Stefano Antonelli e con lui preparammo al lettera di revoca della procura a Imborgia. Ma la Gea a quel punto depositò la procura firmata da me con Zavaglia. Ne nacque un'inchiesta federale al termine della quale io venni condannato con un'ammenda di 1500 euro e Alessandro Moggi fu deferito".