Nella deposizione di Gianfelice Facchetti a Napoli c'è un momento del controesame condotto dall'avvocato Gallinelli che vale la pena approfondire, e riguarda un altro mistero di Farsopoli che comunque, nonostante le risposte del teste Facchetti, resta ancora irrisolto. La verità l'ha portata con sé Giacinto Facchetti.
Stiamo parlando della notizia, diffusa nel 2006, secondo la quale Facchetti avrebbe registrato le confidenze di Nucini. Un'altra leggenda metropolitana di Farsopoli, come il sequestro di Paparesta, o un fatto realmente accaduto? Ci sono articoli di stampa che lo danno per un fatto accaduto, per alcuni giornalisti ci sarebbe anche una dichiarazione di Tavaroli ai pm del caso Telecom, ma manca la prova, manca il cd.
Di questa storia non ci interessa assolutamente quello che potrebbe essere l'eventuale contenuto del cd, anche se, in teoria, potrebbe rivelarci un'ulteriore versione dei fatti raccontata da Nucini a Facchetti, come nel caso degli appunti sulle persone presenti al presunto incontro al Concord. Un eventuale cd potrebbe aiutare a contestualizzare meglio i fatti e chiarire quale versione è vera tra quelle di Tavaroli e Nucini sull'anno del presunto incontro a Torino? Forse, anche se già le date del "Dossier Ladroni" farebbero pendere la bilancia dalla parte della versione di Tavaroli.
Ci interessa altro nel nostro lavoro, che non si ferma ad una lettura sommaria, legata al singolo momento, ma cerca di annodare i fili, di mettere in ordine i pezzi del puzzle da noi battezzato Farsopoli.
Durante il "dialogo", come l'ha definito lo stesso Gianfelice Facchetti, in Procura a Napoli, del 26 aprile 2010, i pm Narducci e Capuano fanno verbalizzare quanto Gianfelice dichiara a ruota libera attingendo ai ricordi e agli appunti del padre e pongono una sola domanda, come evidenzia l'avvocato Gallinelli: "Leggendo il verbale, l’unica domanda che io vedo che Le è stata fatta, e a cui Lei risponde, è la seguente: Mi viene chiesto se io ho mai appreso da mio padre che i colloqui intrattenuti con Danilo Nucini erano stati registrati all’insaputa dell’arbitro ed io rispondo di non avere mai appreso nulla da mio padre".
Gallinelli, quindi, pone la stessa domanda: "Lei sa, perché glielo riferì Suo padre o qualcun altro, se Suo padre appunto registrava le sue conversazioni con l’arbitro Nucini?".
Facchetti risponde: "Non mi risulta, no. E’ una cosa che qualcuno ha scritto, però…".
Prima Gianfelice non ricorda chi scrisse l'articolo su Repubblica dell'11 maggio 2006, poi dice "Era Mensurati. Marco Mensurati", assecondato dall'avvocato Gallinelli, ma l'articolo non è di Mensurati. Gallinelli chiede perché, se il fatto narrato non è vero, non è stata richiesta una smentita di quell'articolo, e Gianfelice risponde: "L’11 maggio 2006 mio padre era presente, era Presidente dell’F.C. Internazionale che, dal momento in cui non hanno deciso di fare nessun tipo di azione legale, non vedo perché dovessi farlo io", e alla domanda sul perché in seguito non chiese lui una smentita, replica: "Ribadisco che essendo uscito l’articolo all’11 di maggio del 2006, mio padre era vivo e, al di là di quello che, voglio dire, poi sarebbe accaduto, stava benissimo ed io non rispondevo certo delle azioni di mio padre".
L'avvocato Gallinelli ha insistito su questa domanda anche con Nucini: "Lei ha letto, oppure Le hanno riferito di un articolo di Luca Fazzo, Repubblica, in cui si fa riferimento a delle registrazioni dei colloqui intervenuti tra Lei e Facchetti? Le posso leggere…", Nucini: "Sì, legga, non c’è problema. Sì, ho saputo di qualcosa di questo genere, leggendo... leggendo i giornali". Gallinelli chiede a Nucini se ritiene veritiero quanto riportato nell'articolo, ottiene una risposta negativa e domanda: "Lei ha querelato, manifestato a qualcuno, anche al giornale, oppure all’autorità giudiziaria, la sua contrarietà, il suo disappunto rispetto a quanto affermato? Glielo posso leggere? Presidente posso?", quindi legge una parte dell'articolo e chiede a Nucini: "Lei ne parlò con Facchetti di questo articolo?", e Nucini risponde: "No".
L'avvocato Gallinelli insiste da tempo nel chiedere di poter prendere visione del fascicolo archiviato come "modello 45" da parte del pm Boccassini. Abbiamo la sensazione che per l'avvocato Gallinelli l'assenza di querela nei confronti del giornalista, e di qualsiasi forma di smentita o rettifica, lasci spazio alla possibile esistenza di questo cd, di cui si potrebbe trovare traccia in quel fascicolo archiviato.
Chi scrisse quell'articolo sulla storia del cd?
I lettori più attenti sanno che quell'articolo lo abbiamo già segnalato in precedenza: lo scrisse Luca Fazzo. Quell'11 maggio 2006 a pagina 60 di Repubblica sono presenti ben due articoli su Nucini e Facchetti: il primo, "Un rigore contro la Juve è stata la mia rovina", è di Marco Mensurati, mentre il secondo, "De Santis, Nucini e il giro-Moggi", è di Luca Fazzo, che parla diffusamente di questo fantomatico cd sul quale Facchetti avrebbe registrato un colloquio con Nucini.
Marco Mensurati, che non scopre certamente per caso Nucini, dà spazio alla sua versione di "vessato", di vittima del sistema, versione che nel 2010 viene messa in discussione dalle intercettazioni che riguardano l'arbitro, e che viene addirittura ribaltata da Fabio Monti e Gianfelice Facchetti.
Mensurati e Fazzo quell'11 maggio scrivono articoli affini ed hanno lavorato spesso in tandem, firmando articoli su diversi casi, come è rilevabile dall'archivio di Repubblica, ed il più informato su certi retroscena appare da subito Fazzo.
Luca Fazzo nel suo articolo è sicuro e scrive: "Sta in un cd rom registrato dal presidente dell'Inter Giacinto Facchetti l'ultimo tassello andato ad aggiungersi al gigantesco puzzle delle rivelazioni sul lato oscuro del calcio. Nel cd c'è la registrazione di un colloquio avvenuto un paio di anni fa tra Facchetti e Danilo Nucini, allora arbitro di serie A e B", poi aggiunge che quel cd-rom è sparito, che "di sicuro non è mai stato consegnato né alla giustizia sportiva né alla magistratura ordinaria", ma che comunque "queste confidenze di Nucini a Facchetti vengono registrate all'insaputa dell'arbitro. Il dischetto non viene fatto circolare. Ma dall'Inter in qualche modo l'input arriva alla Procura della Repubblica di Milano". Fazzo parla di "input", scrive nell'articolo cose che oggi conosciamo dalle diverse versioni fornite dal Nucini a Napoli, ma allora non le aveva ancora scritte nessuno ed altri giornalisti, anche Bonini e D'Avanzo della stessa Repubblica, ne parleranno solo in un articolo del 23 maggio 2006.
Quello che già allora attirò la nostra attenzione è questo passaggio dell'articolo: "Un anno fa, Repubblica interpella sulla vicenda Giacinto Facchetti, che rifiuta qualunque dichiarazione. Per mesi, la vicenda rimane sotto traccia".
Rimane sotto traccia ma Fazzo la conosce da almeno un anno, non pubblica smentite neppure relativamente all'affermazione che il giornale interpella Facchetti e, come apprendiamo oggi da Gianfelice, sia Giacinto che l'Inter "non hanno deciso di fare nessun tipo di azione legale".
Come e da chi Luca Fazzo può aver avuto informazioni su questa storia?
Il giornalista si occupa di giudiziaria, segue casi scottanti, nel suo articolo riferisce di un interrogatorio di Emanuele Cipriani avvenuto qualche giorno prima, e sulle indagini di Cipriani scrive che durante "una perquisizione ad un collaboratore di Cipriani, è stato sequestrato un dvd con il resoconto completo di queste indagini. Ed è in quel dvd che è saltato fuori anche l'incarico assegnato a Cipriani sul 'caso" Nucini'".
Tutto questo però non chiarisce come Fazzo abbia saputo del fantomatico cd perché, se è vero che nel maggio del 2005 vengono perquisiti uffici e abitazioni di Tavaroli e Cipriani, è altrettanto vero che Fazzo dice che il cd è sparito, quindi non è stato trovato nelle perquisizioni, né Fazzo potrebbe averne appreso l'esistenza dall'interrogatorio di Cipriani, in quanto di pochi giorni prima e lui sa da un anno prima. Una possibile risposta l'avremmo avuta qualche mese dopo.
Ora non ci avventuriamo in ipotesi, annotiamo una serie di fatti e circostanze e lasciamo al lettore valutazioni ed ipotesi.
Cipriani viene intervistato pochi giorni dopo, il 2 giugno 2006, da Bonini e D'Avanzo, di Repubblica, e dichiara: "Non potrò rispondere alle domande che sono state oggetto dei miei tre interrogatori secretati".
Il 1° agosto 2006 "Il Giornale" informa che Luca Fazzo viene sospeso dal direttore di Repubblica, quindi segue una "separazione consensuale" con il giornale di Ezio Mauro; l'ODG apre un procedimento disciplinare per le motivazioni contenute nella delibera presente sul sito dell'Ordine, con la quale si sospende Fazzo per dodici mesi.
Nell'audizione di Ezio Mauro, avvenuta il 13 novembre 2006, il direttore responsabile di Repubblica dichiara, tra le altre cose: "Soltanto negli ultimi mesi ho sentito delle voci di corridoio che dicevano che aveva dei contatti su Tavaroli e quindi mi hanno detto «State attenti quando scrive su Telecom, ma su Telecom ha contatti con Tavaroli». Ho fatto fatica a ricordare chi era Tavaroli, perché tu lo leggi sul giornale e poi i giornali cambiano, fai altre cose, leggi altro, non è che mi occupo di quello. Ho fatto fatica a ricordare chi è Tavaroli, ma mi hanno detto «Guarda che va a vedere il rugby insieme, è amico di… amico personale…»", poi Mauro legge da una lettera ricevuta da Fazzo: "A presentarmi Mancini fu Giuliano Tavaroli, allora capo della sicurezza di Telecom, che è diventato mio buon amico. I miei rapporti con i due sono a tutt'oggi non paragonabili, con Mancini si è indubbiamente creato un rapporto di dimestichezza e di simpatia e con Tavaroli invece si è sviluppata una amicizia importante condivisa anche dalle rispettive famiglie. Nulla di quello che è successo, ti dico con franchezza, nessuna delle accuse mi porta a modificare il mio giudizio etico sulla persona. Sono amico e lo considero una persona perbene e l'amicizia con Tavaroli non mi ha impedito di pubblicare…", eccetera, eccetera".
Quindi Fazzo, all'epoca, era amico di Mancini del SISMI, ma soprattutto di Tavaroli che, secondo quanto scrive Marco Mensurati in un articolo del 21 dicembre 2006, avrebbe dichiarato in un interrogatorio dell'ottobre 2006: "Facchetti mi disse di aver registrato su un cd i suoi colloqui con l'arbitro Nucini e mi chiese di fare controlli su De Santis". La stessa notizia è riportata anche da Marco Liguori.
Avrebbe potuto dirci qualcosa di più su questa storia lo stesso Tavaroli, forse anche Cipriani, entrambi citati come testimoni dalle difese a Napoli nel processo Calciopoli, ma non si sono presentati avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Ora Luca Fazzo scrive per "Il Giornale", e lo abbiamo incrociato nuovamente quando ipotizza uno scandalo del calcio, nel 2009, come riferito in un nostro articolo.
Archiviata per il momento la questione del presunto cd con il "verbo" di Nucini, evidenziamo un altro aspetto che non vi sarà sfuggito seguendo l'articolo: nelle redazioni di Gazzetta e Repubblica, le due più impegnate su Calciopoli nell'estate 2006, c'era almeno un giornalista che in un caso conosceva l'esistenza dell'indagine dall'inizio e nell'altro sapeva da un anno prima la storia di Facchetti, Nucini e del cd.
Di quell'estate abbiamo conservato anche l'articolo "Ecco come il Sismi spiava Repubblica", dove c'è un nome che abbiamo ritrovato poi nelle deposizioni rilasciate nell'indagine sulla fuga di notizie relativa a Calciopoli.
Ultima considerazione: sembra che tanti non abbiano visto quella pagina di Repubblica con ben due articoli su Facchetti e Nucini l'11 maggio 2006. Borrelli non segue quel filone d'indagine, non chiede il fascicolo alla Boccassini, i pm di Napoli non chiedono nulla a nessuno, interrogano Nucini solo a settembre 2007 e pongono la domanda sul cd a Gianfelice Facchetti solo quando si presenta spontaneamente. Tavaroli ha detto in trasmissione da Ravezzani che si aspettava di essere convocato dai pm in quell'estate del 2006, ma non succede neppure questo.