Nel giorno che ha visto una grande fibrillazione sul web per i nuovi deferimenti di Palazzi che chiamano nuovamente in causa Moggi, la Juventus per responsabilità diretta e molti arbitri, tra cui Bertini, torniamo indietro di qualche giorno per vedere quello che è accaduto a Napoli, nell'udienza preliminare del processo a "calciopoli".
Da "La Nazione" del 18 aprile, cronaca di Arezzo, riprendiamo un interessante articolo di Salvatore Mannino:
"Bertini va avanti sensa esitazioni.
Tocca a Mauro Messeri legale di Bertini, il compito di un'arringa a tutto tondo, in cui difende senza se e senza ma il comportamento del fischietto aretino. La scheda di Moggi? Paolo, spiega il legale non l'ha mai avuta, ma anche se per assurdo ne avesse ricevuta una, non basterebbe lo stesso per mandarlo a processo: non ci sono intercettazioni, non c'è un solo elemento in base al quale si possa affermare che gli arbitraggi di Bertini sono stati men che corretti. A cominciare da quello di Juve-Milan del 18 dicembre 2004, la partita alla vigilia della quale sulla sim, che secondo l'accusa era a disposizione del fischietto aretino, si sarebbe registrato un intenso traffico con Moggi e col suo uomo di fiducia, il direttore sportivo del messina Mariano Fabiani.
"A parte che non c'è un un solo elemento oggettivo in base al quale si può affermare che Bertini aveva la scheda - mette le mani avanti Messeri - quali indizi ci sono per dire che in quelle telefonate si è provato a condizionae l'incontro?". Ancora e sempre a proposito delle sim svizzere, uno solo dei presunti destinatari, il padre di Paparesta, ha ammesso di averne avuta la disponibilità. Ma è lui stesso a affermare di non avere mai parlato con Bertini, e questo è un altro elemento a discarico.
Di Inter-Fiorentina (3-2, il 20 marzo 2005) l'avvocato dice che Bertini è gia stato assolto dalla giustizia sportiva. Gli venivano contestate le ammonizioni di Obodo e Viali, che sarebbero stati squalificati nella partita seguente dei viola con la Juve, ma è risultato tutto regolare: i cartellini erano giustificati. Lo stesso per quelli comminati in Bologna-Fiorentina, sempre del 2004-2005. "Ci sono poi quatto incontri - si indigna Messeri - per i quali a Bertini non viene addebitato nessun fatto specifico. Sono il famoso Juve-Milan del 18/12/04, Siena-Juve (0-3 il 23/10/04), Fiorentina-Parma (1-0 il 23/01/04, e Siena-Messina 2-2 del 13/02/05). I Pm ci dicano quali sono i fatti storici contestati: un rigore, un'ammonizione, un fuorigioco, un gol non valido. Cosi è impossibile difendersi: è come accusare uno di essere un ladro senza addebitargli gli episodi nei quali ha commesso i furti". Inutile dire che al termine di un'arringa cosi critica dell'impostazione dei pubblici ministeri, Messeri chiede il proscioglimento in udienza preliminare, senza rinvio a giudizio. "E' un atto di fiducia nei suoi confronti - dice l'avvocato al Gup Ge Gregorio - vuol dire che crediamo nel suo scrupolo di andare a ricontrollare tutti i fatti in sette faldoni d'accusa".
In realtà, neppure la difesa si fa troppe illusioni, è probabile che al rinvio a giudizio si arrivi comunque, non perchè il giudice trovi elementi indizianti tali da far ritenere possibile una condanna, ma perchè il caso calciopoli è stato troppo clamoroso perchè un Gup si prenda la responsabilità d mandare tutti a casa dicendo: scusate abbiamo scherzato. La decisione del giudice De Gregorio fra un mese, il 13 maggio."
SUI FORUM. Sui forum l'articolo è stato dibattuto e quello che dovrebbe preoccupare è la palese sfiducia registrata nei confronti della Giustizia con la G maiuscola (non quella sportiva). Tanti gli utenti che hanno definito inquietanti le ultime righe dell'articolo eppure hanno considerato come possibile lo scenario previsto dal giornalista.
"Qual è secondo voi il giudice che non rinvia a giudizio dopo l'enorme polverone mediatico scaturito due anni fa?" ed ancora "Quella della prescrizione, secondo me, è la strada che intende percorrere l'accusa per giustificare anni di indagini con costose intercettazioni telefoniche, tanto per l'opinione pubblica Moggi è colpevole in quanto condannato dalla giustizia sportiva, e loro hanno svolto comunque un buon lavoro" sono state due delle considerazioni più frequenti ed avvalorate. Altri hanno puntato il dito contro il ruolo svolto dalla stampa: "Ecco a cosa è servita la campagna di stampa che va avanti dal 2006. A condizionare la giustizia. Il Gup non può archiviare. Anche se è palese che non c'è nessuna prova non può archiviare perché "il caso è stato troppo clamoroso", se ne è parlato talmente tanto che non può finire in una bolla di sapone".
Ci sono tornate in mente le parole di Pier Luigi Vigna, ex procuratore antimafia, che in un dibattito sul tema legalità e giustizia ha affermato: "Come si può dire che il processo dei media, specie quello televisivo, non influenzi quello reale? E chi lo sa se nel segreto della camera di consiglio i giudici, soprattutto i giudici popolari, non vengano influenzati dalla giustizia mediatica?".
Poche le voci di fiducia nei confronti della Giustizia, come quella dell'amico di Team Totò Schillaci, un avvocato: "Non ci vuole un eroe...basta un Giudice qualsiasi. Se gli elementi raccolti sono inidonei a sostenere l'accusa in giudizio un giudice deve fare quello che dice il codice di procedura penale, non la stampa. L'accusa fa la sua parte, come la difesa. Il Giudice sta nel mezzo: equo, equilibrato ed imparziale".
I PM SOSTENGONO. Ora noi ricordiamo cosa scrissero i magistrati riguardo Bertini e Juve-Milan: «Moggi e Fabiani quali istigatori, compivano atti fraudolenti finalizzati a influire sul risultato dell’incontro di calcio, esito perseguito dal Bertini che si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra del Moggi».
Emilio Cambiaghi, nell'illuminante articolo "Farsopoli 2 - Le schede svizzere: tutte le incongruenze", che vi consigliamo di leggere, scriveva: "Nel resoconto dei Carabinieri vengono contestate a Moggi, alla vigilia di Juventus-Milan del 18 dicembre 2004, ben 42 telefonate con l’arbitro Bertini. Rimane da chiedersi cosa abbiano avuto di tanto importante da dirsi. Strano poi che due persone, appartenenti allo stesso “sodalizio”, sentano la necessità di confrontarsi in continuazione sul da farsi. E poi, è così necessario telefonarsi il giorno prima della partita quando l’arbitro fa già presumibilmente parte di un’associazione che comanda «l’intero sistema calcio professionistico»? O Bertini era duro d’orecchio, oppure non c’era lui all’altro capo del telefono."
E poi, ripetendo una domanda di Cambiaghi, aspettiamo ancora una valida risposta sul perché la Procura non abbia avanzato richiesta di intercettazione anche per le utenze "svizzere", dal momento che, se le chiamate finivano in roaming sul territorio italiano, le stesse sarebbero risultate intercettabili. Strano che nei 26 mesi dalla scoperta delle schede alla comunicazione di chiusura indagini non siano state fatte azioni in questo senso.
"Bertini va avanti sensa esitazioni.
Tocca a Mauro Messeri legale di Bertini, il compito di un'arringa a tutto tondo, in cui difende senza se e senza ma il comportamento del fischietto aretino. La scheda di Moggi? Paolo, spiega il legale non l'ha mai avuta, ma anche se per assurdo ne avesse ricevuta una, non basterebbe lo stesso per mandarlo a processo: non ci sono intercettazioni, non c'è un solo elemento in base al quale si possa affermare che gli arbitraggi di Bertini sono stati men che corretti. A cominciare da quello di Juve-Milan del 18 dicembre 2004, la partita alla vigilia della quale sulla sim, che secondo l'accusa era a disposizione del fischietto aretino, si sarebbe registrato un intenso traffico con Moggi e col suo uomo di fiducia, il direttore sportivo del messina Mariano Fabiani.
"A parte che non c'è un un solo elemento oggettivo in base al quale si può affermare che Bertini aveva la scheda - mette le mani avanti Messeri - quali indizi ci sono per dire che in quelle telefonate si è provato a condizionae l'incontro?". Ancora e sempre a proposito delle sim svizzere, uno solo dei presunti destinatari, il padre di Paparesta, ha ammesso di averne avuta la disponibilità. Ma è lui stesso a affermare di non avere mai parlato con Bertini, e questo è un altro elemento a discarico.
Di Inter-Fiorentina (3-2, il 20 marzo 2005) l'avvocato dice che Bertini è gia stato assolto dalla giustizia sportiva. Gli venivano contestate le ammonizioni di Obodo e Viali, che sarebbero stati squalificati nella partita seguente dei viola con la Juve, ma è risultato tutto regolare: i cartellini erano giustificati. Lo stesso per quelli comminati in Bologna-Fiorentina, sempre del 2004-2005. "Ci sono poi quatto incontri - si indigna Messeri - per i quali a Bertini non viene addebitato nessun fatto specifico. Sono il famoso Juve-Milan del 18/12/04, Siena-Juve (0-3 il 23/10/04), Fiorentina-Parma (1-0 il 23/01/04, e Siena-Messina 2-2 del 13/02/05). I Pm ci dicano quali sono i fatti storici contestati: un rigore, un'ammonizione, un fuorigioco, un gol non valido. Cosi è impossibile difendersi: è come accusare uno di essere un ladro senza addebitargli gli episodi nei quali ha commesso i furti". Inutile dire che al termine di un'arringa cosi critica dell'impostazione dei pubblici ministeri, Messeri chiede il proscioglimento in udienza preliminare, senza rinvio a giudizio. "E' un atto di fiducia nei suoi confronti - dice l'avvocato al Gup Ge Gregorio - vuol dire che crediamo nel suo scrupolo di andare a ricontrollare tutti i fatti in sette faldoni d'accusa".
In realtà, neppure la difesa si fa troppe illusioni, è probabile che al rinvio a giudizio si arrivi comunque, non perchè il giudice trovi elementi indizianti tali da far ritenere possibile una condanna, ma perchè il caso calciopoli è stato troppo clamoroso perchè un Gup si prenda la responsabilità d mandare tutti a casa dicendo: scusate abbiamo scherzato. La decisione del giudice De Gregorio fra un mese, il 13 maggio."
SUI FORUM. Sui forum l'articolo è stato dibattuto e quello che dovrebbe preoccupare è la palese sfiducia registrata nei confronti della Giustizia con la G maiuscola (non quella sportiva). Tanti gli utenti che hanno definito inquietanti le ultime righe dell'articolo eppure hanno considerato come possibile lo scenario previsto dal giornalista.
"Qual è secondo voi il giudice che non rinvia a giudizio dopo l'enorme polverone mediatico scaturito due anni fa?" ed ancora "Quella della prescrizione, secondo me, è la strada che intende percorrere l'accusa per giustificare anni di indagini con costose intercettazioni telefoniche, tanto per l'opinione pubblica Moggi è colpevole in quanto condannato dalla giustizia sportiva, e loro hanno svolto comunque un buon lavoro" sono state due delle considerazioni più frequenti ed avvalorate. Altri hanno puntato il dito contro il ruolo svolto dalla stampa: "Ecco a cosa è servita la campagna di stampa che va avanti dal 2006. A condizionare la giustizia. Il Gup non può archiviare. Anche se è palese che non c'è nessuna prova non può archiviare perché "il caso è stato troppo clamoroso", se ne è parlato talmente tanto che non può finire in una bolla di sapone".
Ci sono tornate in mente le parole di Pier Luigi Vigna, ex procuratore antimafia, che in un dibattito sul tema legalità e giustizia ha affermato: "Come si può dire che il processo dei media, specie quello televisivo, non influenzi quello reale? E chi lo sa se nel segreto della camera di consiglio i giudici, soprattutto i giudici popolari, non vengano influenzati dalla giustizia mediatica?".
Poche le voci di fiducia nei confronti della Giustizia, come quella dell'amico di Team Totò Schillaci, un avvocato: "Non ci vuole un eroe...basta un Giudice qualsiasi. Se gli elementi raccolti sono inidonei a sostenere l'accusa in giudizio un giudice deve fare quello che dice il codice di procedura penale, non la stampa. L'accusa fa la sua parte, come la difesa. Il Giudice sta nel mezzo: equo, equilibrato ed imparziale".
I PM SOSTENGONO. Ora noi ricordiamo cosa scrissero i magistrati riguardo Bertini e Juve-Milan: «Moggi e Fabiani quali istigatori, compivano atti fraudolenti finalizzati a influire sul risultato dell’incontro di calcio, esito perseguito dal Bertini che si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra del Moggi».
Emilio Cambiaghi, nell'illuminante articolo "Farsopoli 2 - Le schede svizzere: tutte le incongruenze", che vi consigliamo di leggere, scriveva: "Nel resoconto dei Carabinieri vengono contestate a Moggi, alla vigilia di Juventus-Milan del 18 dicembre 2004, ben 42 telefonate con l’arbitro Bertini. Rimane da chiedersi cosa abbiano avuto di tanto importante da dirsi. Strano poi che due persone, appartenenti allo stesso “sodalizio”, sentano la necessità di confrontarsi in continuazione sul da farsi. E poi, è così necessario telefonarsi il giorno prima della partita quando l’arbitro fa già presumibilmente parte di un’associazione che comanda «l’intero sistema calcio professionistico»? O Bertini era duro d’orecchio, oppure non c’era lui all’altro capo del telefono."
E poi, ripetendo una domanda di Cambiaghi, aspettiamo ancora una valida risposta sul perché la Procura non abbia avanzato richiesta di intercettazione anche per le utenze "svizzere", dal momento che, se le chiamate finivano in roaming sul territorio italiano, le stesse sarebbero risultate intercettabili. Strano che nei 26 mesi dalla scoperta delle schede alla comunicazione di chiusura indagini non siano state fatte azioni in questo senso.