Ecco perché il sorteggio non poteva essere truccato

sorteggio... ed eccone ancora una.
Ecco un'altra telefonata, irrilevante o sfuggita che dir si voglia, per noi certamente "scagionante". Risale al 18 dicembre 2004, una conversazione intercettata fra Nicchi e Bergamo.
In realtà, essendo l'inchiesta basata completamente su prove indiziarie scaturite nella stragrande maggioranza da intercettazioni, questa prova non può essere trascurata perché, nonostante riguardi un episodio di poco interesse ai fini processuali, se ne può evincere il pensiero dei due interlocutori riguardo al sorteggio.
Prima di passare all'analisi del dialogo riassumiamo brevemente lo scenario.
Il 21 novembre 2004, quattordicesima giornata del campionato di serie B, si gioca la gara Catanzaro-Arezzo che finirà 1-1. Vanno in vantaggio gli ospiti e i padroni di casa pareggiano grazie ad un rigore inesistente concesso dall'arbitro Pantana nei minuti di recupero.
Per questo motivo il giudice di gara viene sospeso per un mese (quattro giornate). Al suo rientro il sorteggio lo abbina con la partita Arezzo-Perugia, quindi ritrova alla prima occasione proprio il club che aveva danneggiato.
Bergamo maledice il fato che, nonostante ci fossero altre possibilità, ha voluto proprio l'arbitro sbagliato nella partita sbagliata.



Bergamo: "D'altra parte come fai a lasciare una partita così, dal momento che quel maledetto sorteggio, con Pantana che rientrava dopo un mese per aver sbagliato in Catanzaro-Arezzo ed è stato sorteggiato li!".
Nicchi: "Domani è dura, domani è dura, te lo dico io. Domani...".

Proseguendo, Nicchi, immaginando il peggio, cerca di confortare Bergamo, scaricando le colpe sul sorteggio; questa fatalità li fa parlare in generale del sistema di designazione ed è un'occasione buona per farci capire come gli addetti lo giudicassero.

Bergamo: "Veniamo accusati (dai media, ndr) di non aver combattuto il sorteggio, come se noi avessimo avuto la forza di poterlo fare. E abbiamo detto: 'Però pensate anche una cosa che noi abbiamo fatto una griglia oggi con quattro arbitri: Collina, che l'abbiamo trovato, gli altri tre sono internazionali che hanno cominciato la A con noi e sono diventati internazionali con noi. Bertini, Rosetti e Paparesta. Per cui, probabilmente, un po' di lavoro si è fatto. C'avevamo fermo da una parte Trefoloni che è un altro internazionale e quindi, voglio dire... Dondarini, anche se non sarà una cima, è internazionale. Però, ormai, il sorteggio, o danno fiducia a chi c'è, o se no... insomma'"

Paolo Bergamo si sfoga dicendo al collega che, nonostante un sistema poco elastico, le critiche al loro operato non sono giustificate, visto che sono riusciti comunque a far crescere una serie di arbitri di livello internazionale. (Certo che paragonandoli con quelli emersi nell'era Collina è dura dargli torto, basta pensare che in Sudafrica 2010 era presente un solo rappresentante di una delle scuole arbitrali più prestigiose al mondo: Rosetti, ereditato fra l'altro dalla gestione precedente).
Nelle parole dell'ex designatore inizia già ad avvertirsi anche (siamo solo all'inizio del campionato) un senso di delegittimazione che porterà l'anno dopo alla sua sostituzione.

Bergamo: "Eh, voglio dire, ci mandino via, ci mettano un altro, altri tre, altri cinque, altri dieci. Noi dovremo ringraziare nella vita questa opportunità che ci hanno dato, però chi viene non può continuare con il sorteggio".

Tornando al leit motiv della telefonata, la gara a rischio prevista per il giorno dopo, Nicchi ricorda che la gara è già "delicata" per motivi di campanilismo, "aspettavano questa partita da 13 anni, l'ultima volta che hanno giocato questa partita hanno disfatto la città", i tifosi la vivono come un derby e la sfortunata designazione aumenta logicamente la tensione.
Le preoccupazioni dei due sono prettamente di ordine pubblico, non si discute della qualità dell'arbitro o della sua imparzialità, ma del fatto che vista "con gli occhi del tifo" questa designazione può sembrare provocatoria.

"Quella di Pantana è un macello, te lo dico, perché qui si fa male al tifoso, il tifoso dice: 'Sai che cosa viene adesso? Che ci state provocando'. Ora dimmi te se vuoi star lì ad aver interesse a provocar la gente. Però se tu le leggi sotto gli occhi di chi non vede con la tranquillità delle cose, ma vede con un colore che è quello del tifo, per loro è una provocazione.".

A questo punto il designatore si rammarica per non aver adottato soluzioni risolutive, che, col senno di poi, si sarebbero potute trovare.

Bergamo: "Sarebbe stato meglio invece averla prevista. Oltretutto domenica scorsa, non l'avevamo fatto rientrare perché avevamo una serie di partitacce. Questa volta si è detto: 'Dai oh, toccherà proprio quella lì'?!".
Nicchi: "Aver pensato prima, era meglio lasciarlo fuori un'altra giornata. Poi te l'ho detto...".

Bergamo se la prende poi anche con Piero Mancini, presidente aretino, che non lo ha allertato, anche in questo caso Bergamo dice che avrebbero potuto utilizzare un altro stratagemma: "Se c'è una questione così, Dio bono, chiamami e dimmi: 'Paolo, guarda, ad Arezzo succede questo, questo e questo...'. Ma cosa ci costava?! Metto nella seconda griglia una gara in più di B, ci metto un altro arbitro."
Quindi gli espedienti per evitare un'accoppiata arbitro-partita effettivamente c'erano: prolungando una squalifica, dando uno stop forzato, spostando l'arbitro o la gara in un'altra griglia.
Ed eccoci arrivati al punto.
Perché scervellarsi, arrabbiarsi, rammaricarsi? Le palline non erano truccate e perfettamente riconoscibili?
Perché affidarsi alla fortuna o ad altri stratagemmi per evitare l'abbinamento Pantana-Arezzo?
Queste domande le giriamo agli inquirenti ed ai portavoce, sempre più balbuzienti, della Babele accusatoria.
Chissà cosa si inventerebbero per convincere il tribunale ed i loro lettori, di fronte a queste considerazioni, che le designazioni non erano affidate alla Dea bendata bensì alla Dea truccata.