MilanPhone/6 - Meani, la protesta di Minotti e l'Ufficio Indagini

Intercettazioni MilanAl termine dell'udienza del primo giugno 2010 l'avvocato Gallinelli deposita la circolare numero 7 della Lega Calcio, datata 5 agosto 2004, che regolamentava l'accesso negli spogliatoi e De Santis nella sua breve dichiarazione spontanea dice:
"Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto e letto le disposizioni, certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente parlare a sproposito delle visite di Moggi, ma tutti sapevano cosa si poteva e cosa non si poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura. Ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni".

La difesa ha dovuto produrre quella circolare perché, ad iniziare dalla prima deposizione del 9 febbraio, il coordinatore delle indagini e firmatario delle informative aveva detto:
Auricchio: Ora le, diciamo, valutazioni investigative sono, appunto, individuabili al di là dell’evento in sé, e quindi la discesa negli spogliatoi etc. …cosa peraltro, diciamo, comunque dal punto di vista anche della disciplina sportiva comunque non consentito, non previsto…
Proteste delle difese in coro: "Ma non è vero!".

Ma gli investigatori non solo avrebbero dovuto cercare quella circolare della Lega, prima di scrivere e sostenere un'inesattezza, ma avevano anche ascoltato altre telefonate nelle quali si parlava delle visite di dirigenti negli spogliatoi, visite che non erano una "esclusiva" di Luciano Moggi. Auricchio, a proposito delle visite di Moggi e Giraudo nello spogliatoio del Granillo di Reggio Calabria, aveva anche evidenziato che l'arbitro Paparesta non aveva refertato l'accaduto.
Ma è l'unico caso in cui si sono imbattuti gli uomini della squadra "off-side"? No!
Oggi possiamo ascoltare una nuova telefonata inedita che dimostra come la cosa non è un unicum moggiano, perché gli investigatori ascoltano che la stessa cosa è avvenuta per Meani, solo che questa non la evidenziano. Dalla telefonata si comprende che Meani era nello spogliatoio dell'arbitro anche nell'intervallo e che l'uomo dell'Ufficio Indagini non referta le proteste di Minotti. Fosse stato Moggi al posto di Meani possiamo ipotizzare che questa telefonata sarebbe stata riportata quantomeno nel capitolo "Il controllo del Palazzo", se non in più capitoli. Nella stessa telefonata apprendiamo, "de relato", che anche per Sacchi era abitudine fermarsi a lungo negli spogliatoi dell'arbitro. Ci hanno presentato Meani come l'uomo che "curava" soprattutto gli assistenti, ma il numero degli arbitri con i quali Leo è in contatto telefonico confidenziale non è mica roba di poco conto. E Christian Brighi, giovane arbitro di soli trentuno anni (nel 2006, ndr), non è certo un "coetaneo ex collega" del Leo.

La telefonata segue la partita Milan-Parma 3-0, giocata il 24 aprile 2005, arbitrata da Rosetti, assistenti Maggiani-Grilli, e Brighi quarto uomo.



Meani-Brighi, 29 aprile 2005, ore 10.11.
Brighi: Pronto?
Meani: Pronto!
Brighi: Sì chi è?
Meani: Ascolta, io prendo Contini, tu prendi Minotti e facciamo la sfida.
Brighi: Ah ah (ride)
Meani: L’unica cosa che l’arbitro sarà un po’ a mio favore, eh…
Brighi: Che bastardo che sei!
Meani: Oh, hai capito?
Brighi: Tutti mi chiedevano l’altro giorno, ma chi è quello pelato di fianco a Meani. Sul finale mi dicevano chi è quello pelato…
Meani: Ascolta vuoi sapere l’ultima della faccenda?
Brighi: Sì dimmi…
Meani: Sai che il Parma ha telefonato a Galliani a scusarsi?
Brighi: Davvero?
Meani: Sì.
Brighi: Bene!
Meani: Dicendo… dicendo che Minotti è un coglione, che non doveva fare una roba del genere.
Brighi: No, ma infatti lui ha pisciato fuori dal vaso. Ieri parlavo col Conte che stranamente sapeva già tutto e allora mi fa: "Scusami, perché non gli hai detto che, quando c’era Sacchi a Parma, era delle mezz’ore negli spogliatoi?"
Meani: Eh, ha ragione.
Brighi: "E nessuno ha mai detto niente e non era neanche l’addetto all’arbitro". Ho detto: "Guarda io purtroppo non c’ero, per cui…".
Meani: Ma lui, io non ho ben capito. Lui a te… Com’è successa la faccenda?
Brighi: Lui, prima della partita, quando tu eri lì dentro, è arrivato lì e mi ha detto: "Ma lui deve stare sempre qui?". E io gli ho detto: "Guarda, perché, che problema c’è?". Lui è andato via. Quando è venuto a fare la sostituzione del secondo tempo, ha detto: "Ma scusami, ma lui è sempre qui?". Ho detto: "Guarda che se hai dei problemi dillo con lui o fai una protesta ufficiale. Fai quello che ti pare. Guarda che a noi di fastidio non ce ne dà. Poi, ripeto, è a casa sua".
Meani: E’ addetto all’arbitro, esatto!
Brighi: "E’ a casa sua, per cui, se vuoi dire qualcosa, digliela, ma dillo con lui direttamente". Ha preso su, è andato via, perché bisogna poi aver le palle per dire certe cose.
Meani: Infatti lui a me non ha detto niente, perché se mi dice qualcosa dico: "Ascolta un po’, Minotti, io sono un addetto all’arbitro, sono entrato, c’è l’Ufficio Indagini". Perché c’era dentro Greco; infatti Greco si è incazzato: "Ma tanto ci sono dentro io…".
Brighi: Eh, ma lui è così, purtroppo, mi hanno detto che è un po’ suonato…
Meani: Infatti… infatti… adesso gli fanno il culo. Ma ieri mi ha chiamato Galliani, mi ha detto: "Sai che il Parma ha telefonato?". Lui non sapeva niente, Galliani. Mi fa: "Ha telefonato a scusarsi per il comportamento di Minotti che avrebbe fatto…". E lui è caduto un po' dal... (incomprensibile) "Saranno cazzi suoi, è deficiente". Ma lui veramente ha pisciato fuori dal vaso.
Brighi: Sì, sì, no, ma infatti si è comportato male, anche perché poi ripeto fin che lo dice a me è un conto, però dopo se alla fine lo va a dire anche all’Ufficio Indagini ci fa anche una figura di merda perché erano presenti loro... per cui…
Meani: Ma no, ma poi infatti l’Ufficio Indagini, Greco, continuava a venir da me e mi diceva: "Ma Leo, ma questo continua a rompere il cazzo. Allora scriverò che lui mi segnalava la tua presenza, ma io scriverò che io ero dentro con te".
Brighi: Perfetto, per cui…
Meani: Infatti…
Brighi: Ho visto il comunicato, mi sembra che non ci sia scritto niente.
Meani: No, niente.
Brighi: Appunto, per cui…
Meani: Lui ha scritto, ha scritto: "Se io lo invitavo" l’ha inculato così, "Se io lo invitavo a entrare insieme a me, per venire a chiedere qualcosa"… di qua e di là… Ma guarda che coglione che è questo...
Brighi: Vabbè…
Meani: Adesso gli scaravento addosso le truppe cammellate! Eh sì eh, sta' pur certo.
Brighi: Quali sono le truppe cammellate?
Meani: I miei cavalli di battaglia…


Ora facciamo un gioco e leggiamo la seconda telefonata che proponiamo oggi sostituendo al nome Meani il nome Moggi. Come sarebbe stato romanzata la frase "Ci sono io domenica, eh. Tranquillo" detta da un uomo della Procura Antidoping a Moggi alla vigilia di Milan-Juventus?
Lasciamo il tutto alla vostra immaginazione, che sicuramente avrà come base di partenza i titoli dei giornali del 2006. Ricordate quei giorni? Ricordate i titoli su Padovano cui si associava solo "ex juventino" e non giramondo del pallone? Ricordate la macchina del fango usata senza garantismo? Nessun direttore sentiva di dover "preservare" qualcuno, allora, nemmeno dei ragazzi, una collega, delle famiglie.
Possiamo presumere che questa telefonata sarebbe stata riportata da Auricchio nelle informative, nel capitolo "La vicenda doping. La risposta del Palazzo", se ci fosse stato Moggi all'altro capo della cornetta.



Di Palma (Procura Antidoping)-Meani, 6 maggio 2005, ore 14.57.
La telefonata avviene due giorni prima di Milan-Juve, scontro scudetto dell'8 maggio 2005.
Meani: Pronto?
Di Palma: Meani buonasera, Adriano Di Palma, Doping, ciao.
Meani: Ciao, non ne ho di biglietti.
Di Palma: A noi bastava solamente uno...
Meani: Uno vediamo dai, uno lo recuperiamo...
Di Palma: Uno solo, uno solo perché l'altro ha avuto un invito dallo sponsor.. uno solo.
Meani: Lo recuperiamo, vabbè.
Di Palma: Ci vediamo là.
Meani: Ciao, ciao, ciao.
Di Palma: Ci sono io domenica, eh.
Meani: Benissimo, ciao grande!
Di Palma: Tranquillo, ciao.


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