MilanPhone/9 - Ambrosino, presunto uomo della cupola che 'copulava' con Meani

Ambrosino"Ambrosino Marcello, libero assente..." è l'inizio dell'appello del giudice Casoria che ormai sentiamo da due anni riascoltando le udienze su Radio Radicale. Ambrosino secondo l'accusa è un assistente della presunta "cupola", è ritenuto un sodale di Moggi per le motivazioni già analizzate in un precedente articolo, nel quale abbiamo trattato un'intercettazione del 20 aprile 2005, nella quale Meani dice a Manfredi Martino: "Se vuoi mandamelo ancora Ambrosino".
Ascoltando quella telefonata ci era già sembrato strano che al Meani stesse bene un presunto affiliato al clan rivale. Si poteva obiettare che il Meani avesse dato quel suggerimento a Martino in base ad una prestazione positiva di Ambrosino in una partita del Milan.
Ambrosino era stato assistente in Milan-Brescia 1-1 del 9 aprile 2005, arbitrata da Rodomonti, quella partita per la quale Meani aveva detto all'arbitro: "Ti ho fatto anche prendere 7 da Cecere... grande preparazione atletica". Questo il giudizio del giornalista della rosea:
"Arbitro e guardalinee: RODOMONTI 7 Considera involontario un mani di Nesta (giusto), e non abbocca a una caduta di Cafu su contrasto di Wome. Dirige con equità e precisione anche in virtù di un'eccellente preparazione atletica che lo porta vicinissimo alle azioni. CONTINI 7 AMBROSINO 7".
Se già il suggerimento di Meani a Martino relativo ad Ambrosino aveva sollevato dubbi, la telefonata inedita che i carabinieri ascoltarono allora, e noi ascoltiamo oggi, lascia sconcertati, perché rende difficile associare Ambrosino alla figura di un componente dell'associazione a delinquere presentata da Narducci come "simile alla P2 e alla mafia" (Video), quindi legato da vincolo esclusivo, visto che poi intrattiene anche ottimi rapporti telefonici con il clan rivale.

Ci sono due passaggi "rilevanti" in questa telefonata. Il primo è quando Meani, che è assillato da cosa fa la controparte e ne studia i presunti favori ricevuti, afferma di rendersi conto benissimo di chi è schierato dall'altra parte, di fatto escludendo Ambrosino dall'elenco dei "cupolari".
Il secondo passaggio rilevante è quando Meani dice: "noi del Milan ci consideriamo forti come la Juventus o come gli altri... società di potere... se rompi il cazzo dopo noi diventiamo anche noi cattivi, perché abbiamo anche noi le nostre armi, eh!". Se c'era ancora bisogno di una prova, l'uomo del Milan che ha il polso della "situazione arbitri" non si ritiene vessato, ritiene di combattere una battaglia ad armi pari, non dice: "Ci stanno rubando il campionato"; dice: "Ce la giocheremo fino alla fine"; e quel "come gli altri... società di potere" fa ben capire che oltre alle due società che si contendono il titolo ve ne sono altre altrettanto ben attrezzate fuori dal campo, quanto a potere.
Riepiloghiamo: Ambrosino, quasi assente nelle prime due informative, viene inserito nella cupola perché il maresciallo Di Laroni gli attribuisce una sim svizzera attiva fino dal 20 dicembre 2004 al 23 marzo 2006, però sente Meani al quale è gradito come assistente. Ambrosino è anche avvocato, quindi conosce bene la legge e l'abituale lavoro della polizia giudiziaria, dovrebbe sapere dell'indagine in corso perché Auricchio dice che gli indagati ne avevano conoscenza dal maggio 2005, ma non butta la sim svizzera e la conserverebbe attiva per circa un altro anno. Non ci convince in assenza di una prova certa ed inconfutabile.
Non "tutti colpevoli, nessun colpevole", come alcuni media hanno voluto interpretate, distorcendola, la linea difensiva degli imputati che stanno evidenziano queste telefonate "ritrovate", ma "tutti innocenti fino a prova contraria certa", e con una valutazione dei fatti, e delle telefonate dell'indagine, fatta in modo omogeneo.

Come ultimo punto di interesse di questa telefonata evidenziamo che inizia con il ringraziamento per un regalo, non sappiamo quale e non ci importa, perché cadere dalle nuvole e far finta di non sapere che tutte le squadre davano regalini e gadgets a fine partita lo lasciamo ad altri, ai verginelli dello sport. Però, se ragioniamo con il metro usato dagli investigatori, non si capisce più perché questa telefonata sia stata, giustamente, considerata irrilevante e poi a De Santis venga contestato di aver ottenuto una ventina di magliette della Juventus da girare a parenti e amici. Non si comprende come gli investigatori abbiano ascoltato tante altre telefonate, di altri dirigenti, in cui si parla di biglietti, gadgets e magliette, e poi abbiano fatto l'inventario solo per quelli donati dalla Juventus, come riportato in questo articolo che Vernazza, sulla Gazzetta dell'1 luglio 2006, inizia scrivendo: "I carabinieri investigatori di «Off-side», l'inchiesta della Procura di Napoli su Moggiopoli, sono stati meticolosi nel censire i «biglietti e/o altri oggetti ufficialmente regalati dalla Juventus F.C. a esponenti di Figc, Aia, Can e Lega». Le maglie sono il dono più gettonato", e di seguito l'elenco dei beneficiari delle magliette ricevute. Leggetelo. Nelle intercettazioni "ritrovate" abbiamo sentito che anche a Facchetti venivano chiesti biglietti, gadgets e magliette da designatori, Lanese, Mazzei ed altri, abbiamo sentito che anche Meani regalava "orologini" da qualche centinaia di euro (articolo di Tuttosport) o borse con gadgets, eppure Auricchio evidenzia e dà una valenza negativa solo a quello che riguarda Moggi e la Juventus.
Siccome questo di Calciopoli è il più straordinario esempio di processo mediatico degli ultimi anni, iniziato quattro anni fa, ben tre anni prima di quello "vero" in corso a Napoli, non possiamo astenerci dal rilevare che gli stessi giornalisti e giornali che nel 2006 hanno usato parole e titoli di piombo per le magliette ricevute da De Santis, oggi girano la testa dall'altra parte e si tappano le orecchie, con il solo Tuttosport a fare la mosca bianca nel dare alla difesa lo stesso spazio dato all'accusa nel 2006.




Ambrosino-Meani, 11 aprile 2005, ore 11.29.
Meani: Pronto?
Ambrosino: Direttore, ti disturbo?
Meani: Chi è?
Ambrosino: Marcello Ambrosino
Meani: Ciao Marcello! E allora oh, sei stato contento?
Ambrosino: Mia moglie è rimasta ed ha detto "Porca miseria!"...
Meani: Cosa ha detto?
Ambrosino: Eh nien... è rimasta... (incomprensibile) perché poi la borsa con le altre cose, quella là che abbiamo trovato in macchina...
Meani: Eh, è comoda quella li per fare dei regali...
Ambrosino: Caspita...
Meani: ... per fare delle cose.. sai io l'ho pensata così perché dico...
Ambrosino: Senti io li ho già fatti i regali... perché ho (incomprensibile) tutto, tutto... il Milan non ha vinto però chiaramente non è dipeso da nostri errori, tutto tranquillo, voglio dire, poi... infatti lei mi diceva, lei un po' ne capisce... "me vabbè, neanche la Juve ha vinto quindi non è cambiato nulla".
Meani: No infatti, infatti...
Ambrosino: Ha detto "Anzi la Juve forse ci ha guadagnato perché ha rischiato ma veramente grosso di perdere", quindi tutto sommato...
Meani: Secondo me la Juve è inferiore a noi eh...
Ambrosino: Sì,anche secondo me.
Meani: La Juve è inferiore, soltanto che loro, sai, sono più fortunati... beh, comunque la giocheremo fino alla fine.
Ambrosino: Eh infatti, secondo me può sembrare paradossale, ma non sarà determinante la partita dello scontro diretto... anche se ce l'hai, ce l'hai in casa, quindi...
Meani: Non so se te lo raccontavo, io ti dicevo che purtroppo noi cosa abbiam pagato... abbiam pagato un po' di stress nervoso, perché fare il derby di Coppa Campioni non è come giocare contro... io ti dico addirittura non è come giocare contro il Chelsea, perché se tu avessi giocato contro il Chelsea... come si può dire... è più giustificato tutto, vinci vinci, perdi perdi. Qui invece la tensione è che se per caso sei eliminato dall'Inter... "eh la madonna" vien fuori qui ti fanno il culo i giornali qua là, su giù e, automaticamente ne risenti molto di più, infatti secondo me noi l'altro giorno eravamo scarichi a livello mentale.
Ambrosino: Infatti.
Meani: Perché non hai visto quella cattiveria e quell'irruenza che io ti auguro di vedere ancora al Milan, che tu vedi di solito nel Milan, il Milan quando spinge.
Ambrosino: Me lo auguro anch'io, me lo auguro anch'io, facciamo come hai fatto con quell'arbitro, con quello che gli hai detto "Ti auguro di ritornare"...
Meani: E bravo, io gli dico così il più bell'augurio è di rivederci.. se ci rivediamo, è un buon segno, eh.
Ambrosino: Caspita, hai voglia, per noi sì, rispetto... non è come andare... scendi comunque a Linate ma non è come andare a fare l'Albinoleffe... scendi comunque a Linate come aeroporto, l'unica cosa in comune è che scendi a Linate.
Meani: Io posso dire una cosa, io sono al Milan da tanti anni, ma ti dico anche di più, io poi noi... noi siamo in guerra con la Juventus perché giustamente non può esserci amore tra due società forti, ma anche andare a fare il Milan a San Siro, cioè fare il Milan a San Siro...
Ambrosino: Io sono andato a fare la Juve in casa e io ti posso garantire... io qua... e questo te lo dico veramente, non vuol essere retorica e questo è stato il motivo della mia telefonata, io sono stato tentato, ho detto lo chiamo o no? Poi tu mi hai detto "chiamami, fatti sentire", credimi, io voglio ringraziarti innanzitutto, ma non tanto per il regalo, perché il regalo in sé rimane a me, rimane a tutti, ma è il ricordo e soprattutto la disponibilità, cioè io sono arrivato, e come se tu mi conoscessi da una vita mi hai messo...
Meani: Ambrosino... ma tu fai l'avvocato di professione?
Ambrosino: Sì... sì...
Meani: Ma sai che... dopo ti chiedo una consulenza...
Ambrosino: Hai voglia, hai voglia, hai voglia...
Meani: Poi ti dicevo, sai cos'è il bello? Il bello è che io cerco, e tu lo sai, io forse avrò anch'io la mia cerchia di simpatie e antipatie e ho anche la mia cerchia che sai... io non vengo giù dal tardi... quelli che vedo un po' appiattiti dall'altra parte è chiaro che dico: beh se sei appiattito di là, stai di là, non ti gradisco, perché...
Ambrosino: E' normale...
Meani: Io le vedo le decisioni, io le vedo le situazioni, quando vedo che nel dubbio son sempre su, da una parte... e nel dubbio dall'altra parte stanno giù, cosi dico: 'Va bene se tu sei appiattito di là stai di là".
Ambrosino: E' meglio che non ci vediamo...
Meani: E' meglio che non ci vediamo.
Ambrosino: Ti rispetto ma non ci vediamo...
Meani: Bravo! Ti rispetto ma non ci vediamo, perché così io non ho l'assillo... ma io cerco, non so, anche di far vedere, tu hai notato... trovi un amico negli spogliatoi, uno che ride, scherza, tu guarda quello là, per dire, quello del Brescia che gli diceva delle ammonizioni così...
Ambrosino: Tu gli hai fatto una risata sopra, non sei proprio...
Meani: Cioè non me ne frega....
Ambrosino: Tu potevi mandarlo a fare in culo volendo...
Meani: Esatto "Ma che cazzo stai dicendo? noi siam qui che stiamo giocando...", ma perché, posso dirtelo? Perché lo so che qualche volta lo faccio anch'io...
Ambrosino: Scusami un attimo Leo, perdonami...
(riceve un'altra telefonata e gli dice di richiamare dopo un quarto d'ora, ndr)
Meani: Io dico... che cerco innanzitutto di far trovare un amico, uno che non perché se la partita va bene ha un comportamento e se la partita va male ne ha un altro... io con i miei, con i ragazzi son sempre disponibile, simpatico, cerco sempre di venire incontro, tu hai visto, voi non avevate nessun accredito, nessuna persona, ma io...
Ambrosino: Credimi, io lo dicevo a Furio e Gabriele quando poi siamo usciti: io è la prima volta che metto piede qua dentro, non so nemmeno come cazzo è fatto, quanti anelli ci ha, l'ho visto in cartolina, l'ho visto alla Domenica Sportiva 'sto stadio, arrivo qua, mi mette una mano sulla spalla e mi dice: "Eh, questo fa l'avvocato, attenzione, questo è sveglio", mi prende per il culo, mi mette a mio agio in una maniera come se io qua fossi venuto per la decima volta, tranquillo, sereno e, infatti, io gli rispondo: "Leo allora questo vuol dire che sai tutto di me e che non è un caso..", e lui mi guarda, mi sorride e mi dice "Sì, è normale che non è un caso"; queste cose alla fine ti rimangono piu di ogni altro gadget, di ogni altro regalo, perché il regalo è la persona che poi ti conosce davvero, ti dice: "tu fai l'avvocato"; evidentemente si informa su di te, sa chi sei, sa che puoi arrivare là, perché se no ti dice "Bello..."...
Meani: Sta alla larga...
Ambrosino: E' come il discorso che hai fatto tu a me "Io ti rispetto, Ambro sei un ragazzo per bene, quello che vuoi, però abbi pazienza..."
Meani: Va' a Torino.
Ambrosino: E' il discorso che hai fatto di quello... senza fare nomi... di quell'altro amico che hai detto: "Ma qua che cazzo ci fai, quando vieni in veste ufficiale con la Nazionale bene, ma tu in un derby... tu qua, qua dentro, la tua trasferta chi cazzo la paga?".
Meani: Esatto ma poi la mia rabbia... la paga la Federazione e poi dico "Cosa fai qua, che significato ha..." qui c'è (incomprensibile) di Milano... c'è tutto poi, dico, tu vuoi venire perché sei amico di qualcuno dell'Inter? Ma vieni quando si gioca Inter-Chelsea, a me non ne frega un cazzo, semifinale Inter-Chelsea, ci sei, ti dà due rigori a favore l'arbitro, io sono contento dico "Che cazzo..." bravo, ma non col Milan perché col Milan, l'Inter è il mio nemico in questo momento...
Ambrosino: Ma infatti io faccio sempre una considerazione, che è quello che poi dico a mio figlio rapportato, perché col fuoco... c'è da scherzare poco perché poi ti bruci...
Meani: Ma bravo! Perché poi dopo logicamente uno si chiede, perché poi vai a fare uno scontro, io lo chiamo sempre lo scontro di poteri, nel senso che vai a schiacciare il callo a gente che... noi del Milan ci consideriamo forti come la Juventus o come gli altri... società di potere... se rompi il cazzo dopo noi diventiamo anche noi cattivi, perché abbiamo anche noi le nostre armi, eh!
Ambrosino: Non è oggi, non è domani... paghi, è normale...
Meani: E' normale! Le furbate le conosciamo tutti.
Ambrosino: E' quello che dicevo io... tu vuoi giocare col fuoco? Quello è bello, però poi ti bruci, poi che cazzo fai? Bello mio...
Meani: Però poi, dai, uè speriamo di vederci presto dai...
Ambrosino: Dimmi, Leo, dimmi questa cosa...

Successivamente Meani racconta di aver ricevuto una multa per divieto di sosta a Roma, dove afferma di non essersi recato, e chiede un consiglio professionale ad Ambrosino che, come sappiamo, è avvocato. Parlano della cosa per alcuni minuti, Ambrosino dice a Meani di faxargli la multa presso lo studio e si accordano per risentirsi nel pomeriggio.

LE IMPUTAZIONI. Ad Ambrosino, oltre ad essere contestato il reato di associazione a delinquere, viene contestata anche la frode sportiva, insieme a Fabiani e Moggi, per la partita Reggina-Messina 0-2 del 13 marzo 2005, "risultato perseguito dall'Ambrosino (assistente di gara con Mitro, arbitro De Santis) che si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra del Fabiani".
Come si sia adoperato Ambrosino non lo abbiamo ancora capito, allora siamo andati a leggere, come faceva Auricchio, cosa aveva scritto Maurizio Nicita de La Gazzetta su quella partita: "ARBITRO E GUARDALINEE. DE SANTIS 7 Partita non facile che dirige con equilibrio, anche quando il lancio di fumogeni lo costringe a invertire le squadre in campo. AMBROSINO 6 MITRO 6"
Nessun episodio che vede coinvolti Ambrosino e De Santis.
Su questo capo di imputazione l'avvocato Cirillo, che difende Ambrosino, ha interrogato il teste Mitro nell'udienza del 23 novembre 2010.

Nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari ad Ambrosino (pagina 22 del PDF), sempre con Fabiani e Moggi, veniva contestata anche la frode sportiva per Lazio-Juventus 0-1 del 24-04-2005 (assistente con Stagnoli, arbitro Trefoloni, quarto uomo Dattilo).
Sempre come Auricchio consultiamo La Gazzetta e leggiamo: "Prima del riposo, la Lazio ha reclamato un rigore per intervento di Thuram su Emanuele Filippini. Dopo la mancata concessione del rigore, Paolo Di Canio va a protestare con il guardalinee Stagnoli. "Non mi piaci", gli ha ripetuto più volte il giocatore".
La "Moviola" di Enrica Speroni dice: "Al 42' del primo tempo intervento di spalla di Thuram, in area, su Emanuele Filippini. I laziali reclamano il rigore: l'intervento è al limite, Filippini dà l'impressione di accentuare la caduta, ma sicuramente non andava ammonito per simulazione. E non lo è stato".
Sul come si sia "adoperato" Ambrosino per determinare il risultato di queste due partite non siamo riusciti a trovare tracce neppure su altri giornali.


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