Palazzi, Moratti e le questioni aperte su Farsopoli

morattiIn allegato un importante documento da diffondere.
Finito l'incontro con Palazzi, Massimo Moratti viene intercettato dai giornalisti, per strada, sotto gli uffici della Saras, luogo che ormai è diventato la sala stampa ufficiale dell'Inter.
E Moratti, circondato da una selva di microfoni, si lascia andare a dichiarazioni che sembrano una sentenza definitiva di assoluzione per l'Inter, assoluzione pronunciata da un giudice monocratico: Massimo Moratti. “Mi sembra una situazione kafkiana che dobbiamo essere noi....” dichiara, e siamo convinti che lui pensi seriamente di essere parte lesa di questa vicenda, e non colui il quale è chiamato a rendere conto di molte azioni poste in essere negli anni scorsi dai dirigenti dell'Inter. Né i giornalisti presenti azzardano qualche domanda insidiosa, e nemmeno nei commenti del giorno dopo ricordano i tanti punti oscuri che era chiamato a chiarire Moratti. Anzi, i due quotidiani milanesi così vicini all'Inter si esprimono in modo tanto accondiscendente da far sorgere il dubbio che abbiano ripreso una velina dell'ufficio stampa nerazzurro. “Moratti ha fornito tutti i chiarimenti che doveva fornire” ha scritto Fabio Monti, ma ormai è chiaro da che parte sta Monti: se noi di Ju29ro siamo, a suo dire, i tifosi personali di Moggi, lui sembra essere il tifoso personale di Moratti. Ma chi doveva chiedere conto a Moratti è Palazzi e speriamo che almeno lui nelle tre ore di colloquio abbia affrontato tutti quei punti che la Procura federale e la FIGC devono chiarire, perché altrimenti il procuratore federale poteva tranquillamente rimanere a Roma.
Ma quali erano i fatti di cui si doveva chiedere conto a Moratti?
Quali le vicende che hanno visto coinvolti dirigenti dell'Inter che devono essere chiarite da Palazzi e della stessa FIGC?
Principalmente quattro:

In primis, naturalmente, le intercettazioni che vedono coinvolti Facchetti e Moratti.
Intercettazioni di dominio pubblico dall'aprile 2010, che sono state ignorate dagli inquirenti, e che sono state portate alla luce solo grazie al lavoro certosino dei consulenti della difesa di Moggi. Telefonate che la FIGC ha acquisito con estrema lentezza, quasi di malavoglia. Palazzi adesso deve chiarire che rilevanza abbiano per la giustizia sportiva le intercettazioni di Facchetti e Moratti.

Poi c’è l’affare Nucini. Che vi siano stati contatti continuati e costanti tra Nucini, arbitro in attività, e Facchetti, all'epoca presidente dell'Inter, è ormai un fatto acclarato. Nucini si è autodefinito il cavallo di Troia dell'Inter nella presunta cupola. La sue dichiarazioni ascoltate in due udienze del processo di Napoli sono state spesso confusionarie e contraddittorie.
Tavaroli ha riferito, in un’udienza nel processo Telecom a Milano, di aver avuto dei colloqui con Tronchetti Provera, Moratti e Facchetti verso la fine del 2002: in essi gli venne riferito di un arbitro che conosceva il sistema Moggi e aveva deciso di collaborare.
Gli raccontarono che questo arbitro (che sappiamo essere Nucini) in un incontro segreto in un hotel di Torino aveva ricevuto una sim della TIM da usare per parlare segretamente con Moggi e Fabiani. Questa testimonianza discorda nettamente con quanto detto da Nucini a Napoli: qui egli colloca l'incontro con Moggi e Fabiani al Concord di Torino solo il 25 settembre 2003. Chi dei due mente?
Dagli atti del processo Telecom si deduce che Cipriani, il quale riceve l'incarico da Tavaroli, spia già De Santis nel gennaio 2003 (risulta in data 18/01/2003 un'interrogazione illegale al sistema del Ministero degli Interni in merito alla posizione di De Santis). Questo sembra confermare la testimonianza di Tavaroli. Ma allora vi è mai stato questo incontro di Nucini con Moggi e Fabiani a Torino? Lo stesso Tavaroli, in una recente trasmissione televisiva su Antenna Tre, in merito a questo incontro ha detto “Se mai c'è stato...” esprimendo quindi forti dubbi sul racconto fattogli da Moratti, Facchetti e Tronchetti Provera.
Sarà compito del tribunale stabilire se Nucini è stato un teste attendibile o meno. Tuttavia alcune sue dichiarazioni sono di sicuro interesse per la Procura federale. Ci riferiamo ai colloqui di lavoro sostenuti con alcuni istituti bancari grazie all'interessamento di Facchetti. Uno di questi sostenuto presso la BPM con il dottor Paolillo, all'epoca amministratore di BPM, diventato in seguito amministratore dell'Inter. Procuratore Palazzi, ha chiesto a Moratti dell'incontro con Tavaroli, ha chiesto cosa sa dei colloqui di lavoro procurati da Facchetti a Nucini? Ha in programma di sentire in merito il dottor Paolillo?

E non dimentichiamoci dell'affare Telecom. Il giudice Panasiti del tribunale di Milano, ha stabilito con una sentenza del 28 maggio 2010 che gli spioni Telecom non agivano per proprio interesse personale, ma in stretto coordinamento con i vertici Telecom, e che tutti i dossier venivano realizzati nell'interesse dei vertici aziendali. Fabio Ghioni nella sua deposizione ha chiarito che “tutte le aziende alle quali era interessato, come azionariato, il signor Tronchetti, nel senso che aveva una partecipazione, le consideravamo aziende di Gruppo; tra queste consideravamo anche l’Inter un’azienda di Gruppo. Ne conseguiva che anche l’Inter, in quanto azienda del Gruppo, veniva tutelata e gestita, esattamente, come se fosse Telecom Italia...
Ricordiamo che all'epoca Tronchetti Provera e Buora erano contemporaneamente al vertice di Telecom e nel CDA dell'Inter.
E' stato inoltre appurato che i dossier Ladroni e Como che contenevano attività di spionaggio ai danni di diversi soggetti del mondo del calcio sono stati realizzati nell'interesse dell'Inter.
La vicenda Telecom è stata analizzata solo sommariamente dalla Procura federale.
Il 22 giugno 2007 la FIGC ha emesso un comunicato stampa che ha dell'incredibile, dove si legge: "Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell’ufficio Indagini sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale in ordine a numerosi articoli di stampa riguardanti il comportamento di dirigenti della società Internazionale F.C. S.p.A. nei confronti dell’arbitro Massimo De Santis, dei calciatori Christian Vieri, Adrian Mutu, Luis Ronaldo Delima Nazario, Vladimir Jugovic e del tesserato Mariano Fabiani, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte".
Quindi, fatti degli accertamenti in ordine a numerosi articoli di stampa, si è deciso che non vi fossero fattispecie di rilievo disciplinare. Recentemente l'avvocato Morescanti ha dichiarato di aver provveduto all'epoca ad inviare alla FIGC gli atti del processo Telecom riguardanti il dossieraggio nel mondo del calcio.
Atti che pare fossero stati dimenticati in cantina, limitandosi ad indagare in merito ad articoli di giornale.
Ma se nel 2007 non vi era ancora alcuna pronuncia del Tribunale di Milano, adesso conosciamo il decreto del 28/05/2010 della dottoressa Panasiti, decreto che ha stabilito che vi sono delle fattispecie penali rilevanti e ha rinviato gli atti alla procura al fine di indagare sulle ipotesi di reato a carico dei vertici Telecom.
Dottor Palazzi, non ha rilevato fattispecie di rilievo disciplinare a carico di tesserati nel decreto della dottoressa Panasiti? Ne ha chiesto conto a Moratti?

E infine c'è la vicenda Vieri, che merita un'analisi a parte e dettagliata, perché è indice di come la Procura federale si sia mossa nei confronti dell'Inter. In un precedente articolo avevamo evidenziato come il procuratore Palazzi avesse dichiarato il non luogo a procedere. Tutta la vicenda Telecom/Inter è stata liquidata con una semplice archiviazione (come da comunicato stampa sopra riportato).
Tavaroli aveva dichiarato già nel settembre 2006 che vi era stata un'attività di spionaggio ai danni di Vieri. Borrelli, all'epoca capo ufficio indagini della FIGC, il 4 ottobre 2006 interroga Moratti. Borrelli in seguito lascia e gli subentra Palazzi. Dell'indagine in merito allo spionaggio ai danni di Vieri non si sa più nulla. Fino a quando nel giugno 2007 viene emesso quel comunicato stampa che rende nota l'archiviazione della pratica.
L'avvocato di Vieri, Danilo Buongiorno, ha chiesto per ben tre volte di poter conoscere le motivazioni di quell'archiviazione. Alla terza il procuratore Palazzi, il 18 febbraio 2009, risponde con una lettera che è un capolavoro di burocratese.
Ma la vicenda Vieri-Telecom-Inter non s'è affatto chiusa, anzi.
Vieri ha presentato al tribunale di Milano richiesta di risarcimento dei danni per l'attività di spionaggio subita.
Ha chiamato in giudizio la Telecom e l'Inter.
Ad oggi molti testimoni sono stati sentiti, e tra questi Cipriani, Tavaroli, Tronchetti Provera e la segretaria di Adamo Bove.
Queste testimonianze confermano sostanzialmente quanto si era già appreso nel processo Telecom. Ma la novità che nessun organo di informazione ha riportato è che in data 23 marzo 2011 l'avvocato Danilo Buongiorno ha depositato presso la Procura federale della FIGC un esposto integrativo (che va ad integrare quello presentato esattamente un anno prima in data 23 marzo 2010) per la revoca dello scudetto assegnato all'Inter nel 2006. Buongiorno scrive che dalle deposizioni dei testimoni convocati nel processo in corso a Milano si evincono numerose violazioni dell'articolo 1 del codice di giustizia sportiva, da parte di soggetti tesserati, violazione per cui si chiede l'applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 18 e dall'articolo 19.
All'esposto sono allegate le deposizioni di Cipriani del 16/06/2010, di Tavaroli dell'1/02/2011, di Tronchetti Provera del 26/10/2010 e della segretaria di Adamo Bove, raccolte nel corso del processo civile che vede Vieri agire contro Telecom e Inter.
Dalle deposizioni di questi testimoni si deduce che Vieri venne controllato da Cipriani negli anni 2000 e 2001 ("Progetto Care" venne definita l'attività di spionaggio a carico di Vieri), in alcuni periodi Vieri venne pedinato 24 ore su 24; nel 2004 invece vi fu un controllo del traffico telefonico richiesto da Buora e realizzato da Bove per il tramite della sua segretaria. Cipriani riferisce che il fascicolo "Care" venne consegnato a Tavaroli e da questi all'Inter. L'Inter pagò direttamente il lavoro fatto da Cipriani che emise fatture dalla società inglese WTS Ltd, il tutto finalizzato alla massima riservatezza. Del pagamento si occupò direttamente Ghelfi. Cipriani riferisce inoltre che gli venne riferito da Tavaroli che Moratti si era detto soddisfatto del lavoro fatto.
Tavaroli da parte sua dichiara che venne contattato nel 2001/2002 da Moratti e Tronchetti Provera per avere l'indicazione di un'agenzia investigativa, e che egli indicò l'agenzia di Cipriani.
Dell'attività di spionaggio ai danni di Vieri erano sicuramente a conoscenza Tronchetti Provera, Moratti, Ghelfi e Buora.
L'avvocato Buongiorno mette in rilievo il fatto che tutti i soggetti che erano a conoscenza dell'attività di controllo ai danni di Vieri hanno rivestito o rivestono una carica nella società FC Inter. Di particolare gravità, sempre secondo l'avvocato Buongiorno, sarebbero gli illeciti commessi da Moratti e da Ghelfi. Se ne chiede di conseguenza il deferimento e la sanzione, che deve prevedere la revoca dello scudetto 2006 assegnato con atto d'imperio da Guido Rossi. Provvedimento che, sottolinea l'avvocato Buongiorno, non è sottoposto a nessun termine prescrittivo. L'avvocato Buongiorno chiede infine che nella prevista udienza del 31/03/2011 del dottor Moratti da parte del procuratore Palazzi gli venga chiesto conto dell'attività di spionaggio ai danni di Vieri e si provveda inoltre all'acquisizione al fascicolo della udienza di Moratti davanti a Borrelli del 4 ottobre 2006.

Questi i punti che Palazzi e la Federazione sono chiamati a chiarire. Devono chiarire se gli atti posti in essere da Moratti, Ghelfi, Facchetti, Buora, Tronchetti Provera e Paolillo si configurino come illeciti da sanzionare secondo quanto previsto dagli articoli 18 e 19 del Codice di Giustizia Sportiva o no.
Devono chiarire se la giustizia sportiva è uguale per tutti i tesserati o alcuni godono di speciali esenzioni.
Devono chiarire se intrattenere rapporti amicali con un arbitro in attività e procurargli dei colloqui di lavoro sia più o meno grave che fare una grigliata con un designatore. Devono chiarire se abbia lo stesso peso per la giustizia sportiva una cena di Moggi con Bergamo o una cena di Facchetti con Bergamo (o anche di Sacchi con Bergamo e Pairetto). Devono soprattutto decidere in tempi brevi se sia stata una decisione corretta l'aver assegnato uno scudetto ad una squadra che ha visto i suoi massimi dirigenti telefonare come e più di tanti altri, intrattenere rapporti di amicizia con arbitri in attività, realizzare attività di dossieraggio ai danni di liberi cittadini, qualificandolo come scudetto degli onesti.
E viste tutte le prove che ha in mano la FIGC la revoca dello scudetto dovrebbe essere fulminea, ogni ulteriore esitazione sarebbe incomprensibile e non più tollerabile.

L'esposto integrativo presentato dall'avv. Buongiorno (pdf da diffondere).