Penta su Tuttosport: "Accusa con buchi ed errori"

Ieri presso il tribunale di Napoli si è tenuta un'udienza del processo d'appello noto come processo calciopoli. Abbiamo seguito in diretta il processo grazie alla presenza in aula del nostro amico Francesco. L'udienza era riservata alle arringhe difensive, tutti gli avvocati intervenuti hanno criticato aspramente l'impianto accusatorio, esponendo censure sia sotto il profilo giuridico che nel merito. Certamente un'udienza interessante nell'economia processuale, da seguire per sentire anche le ragioni delle difesa.

Ma evidentemente il punto di vista delle difese non interessa, visto che, come ci ha raccontato Francesco, nessun giornalista era presente in aula. Nessuno di quelli che presenziavano quando ci fu la requisitoria del PG con le richieste di condanna poi pubblicate con enfasi da molti quotidiani, era presente in aula. Evidentemente interessano maggiormente le tesi ballerine dell'accusa che quelle molto più solide delle difese.

In merito all'udienza di ieri ci sembra interessante l'intervista che Guido Vaciago di Tuttosport ha fatto a Nicola Penta, intervista che riportiamo:

 

TORINO - La sentenza bis di Calciopoli dovrebbe arrivare il 3 dicembre, al termine di un'udienza campale nella quale parleranno gli avvocati di Luciano Moggi, ma anche ieri è stata una tappa importante per il processo d'appello a Napoli. Hanno parlato gli avvocati di Innocenzo Mazzini, il vulcanico ex vicepresidente della Figc, Claudio Botti e Vittorio Bratti che hanno puntato sulle contraddizioni della sentenza di primo grado "da cui - hanno sostenuto - emerge che il campionato non fu alterato". "Il sistema Moggi non esiste - ha detto Bratti - esiste un sistema calcio condiviso da tutti in grado di garantire favori a una squadra piuttosto che a un'altra a seconda del momento". Sono poi intervenuti i legali degli arbitri Dattilo e Racalbuto, del presidente della Lazio Lotito, dell'adetto agli arbitri Meani e del presidente della Reggina Lillo Foti. Abbiamo fatto il punto dell'udienza con il consulente delle difese, Nicola Penta, uno dei massimi esperti di Calciopoli.

Dottor Penta, com'è andata l'udienza di oggi?
"Complessivamente bene e vale la pena citare l'arringa dell'avvocato Palladino, difensore di Dattilo. Si è sviluppata sull'ipotesi della famose ammonizioni preventive da parte della procura e il fatto che è emerso è che i giocatori ammoniti dal Dattilo durante la partita Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 e che erano stati inizialmente presentati come 'diffidati', quindi da squalificare per Udinese- Juventus, in realtà non furono mai ammoniti nelle tre partite precedenti e quindi giocarono regolarmente contro la Juventus".

Un errore piuttosto grossolano dell'accusa.
"Certo ed è ancora più grave se si pensa che su questa ipotesi accusatoria completamente sballata si è basta la condanna di Dattilo e rappresenta uno dei capi di imputazione di Moggi e Giraudo".

In fondo, bastava un'analisi più accurata.
"Il mio lavoro è consistito nell'analizzare le tre giornate precedenti, visto che si trattava della quarta di campionato. Abbiamo effettuato un'analisi attraverso gli archivi storici dei giornali utilizzati dai Carabinieri per le indagini, ovvero Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e Repubblica e ho estrapolato i tabellini. Un lavoro che avrebbero dovuto fare gli inquirenti in modo più accurato, visto che si sono condannate delle persone. per altro, anche la famosa attribuzione delle schede e dei presunti contatti è risultato sballato nel caso di Dattilo".

Cioè?
"Dattilo viene condannato in primo grado perché il Tribunale ha ritenuto che ci fossero stati dei contatti con le schede straniere fra lui e Moggi in prossimità della gara Udinese-Brescia del 26 settembre. In realtà i contatti della scheda attribuita a Dattilo, che i Carabinieri hanno analizzato, risultano solo dal 12 novembre 2004, quindi circa due mesi quella famosa gara Udinese-Brescia. Anche in questo caso tutto è sballato. Il capo di imputazione non sta proprio in piedi"

Ha parlato anche l'avvocato di Lotito: come le sembra la posizione del presidente della Lazio?
"Lotito è rimasto l'unico imputato di Chievo-Lazio insieme a Mazzini... Non ci sono i designatori e non ci sono arbitri: come si può combinare la frode? Mazzini non avere potere di designare o condizionare gli arbitri, Lotito non poteva arbitrare o dirigere la partita, chi ha diretto quella gara, ovvero Rocchi, è stato assolto sia in primo che in secondo grado nell'abbreviato. Insomma, Lotito non può che essere assolto".

Altre annotazioni dell'udienza?
"Ho trovato interessante un passaggio dell'arringa di Mugiello, l'avvocato di Racalbuto. 'Ha detto ai giudici: non si è mai vista un'associazione per delinquere senza scopo di lucro. Qui non ci sono i soldi'. Per me è una constatazione che dovrebbe far riflettere i giudici sull'utilizzo forse un po' leggero di quel tipo di imputazione da parte dell'accusa".

Il giudice ha allungato di una settimana il dibattimento: la sentenza arriverà il 3 dicembre o possono esserci altri rinvii?
"Ha solo inserito un'udienza ulteriore il 3 dicembre, quando parleranno gli avvocati Trofino e Prioreschi per Moggi, ma in quell'occasione credo che si arrivi alla sentenza".

Che idea si sta facendo di questo appello?
"La solita... quella del primo grado. E' un processo pieno di riscontri negativi. Non si riescono proprio a trovare riscontri positivi. Si può parlare per ore e ore, ma senza mai trovare un riscontro positivo per l'ipotesi accusatoria".