Elezioni in Lega: Cobolli bocciato, le Grandi anche

CobolliFonte: Ansa 04-SET-07 ore 16:22
Il presidente della Juventus non sembra molto sorpreso di essere stato 'trombato' nel segreto dell'urna, alla votazione per la rappresentanza nel Consiglio di Lega. ''Me l'aspettavo - afferma - perchè questa votazione viene da un'assemblea che aveva già dato segnali di aggregazione di alcune società''. Ma è la vittoria di Davide su Golia? ''No, è quella di Masaniello - risponde Cobolli Gigli - Adesso io non verro' piu' ai consigli, come è ovvio, e, per quanto riguarda l'assemblea, decideremo in base all'ordine del giorno''.
''Mi rincresce perchè la Juve aveva ricominciato a lavorare con buona volontà - aggiunge Cobolli - e quindi non partecipare ai prossimi lavori è un peccato perchè penso che la società che ha il numero più grande di tifosi poteva dare il suo contributo in questo momento nel quale si devono prendere decisioni così importanti. Penso al governo della Lega e ai diritti televisivi però la democrazia ha detto questo''. E adesso cosa pensate di fare? ''Niente perchè la democrazia è democrazia''. Però poi Cobolli aggiunge che la Juve ''continuerà a lavorare per contribuire a che venga fatta una legge giusta sui diritti tv anche in fase transitoria, perchè Roma, Napoli, Inter Juve e Milan sono i titolari dei diritti televisivi più importanti. Noi dobbiamo essere tranquilli nel caso decidessimo di affidare a una vendita centralizzata il nostro patrimonio''.

Fonte: www.lastampa.it: 5/9/2007
NIENTE POSTO IN CONSIGLIO
Lega, Cobolli bocciato golpe di Cairo & C.
Le "grandi" tornano a fare fronte comune: dopo il voto Juve, Inter, Milan e Roma se ne vanno infuriati Galliani: «Non resistiamo più» Laura Bandinelli

«Non possiamo più dire la nostra neanche per cambiare lo zerbino della Lega, noi che rappresentiamo l’80 per cento dei tifosi». Adriano Galliani riassume così il risultato dell’elezione che si è appena svolta in via Rosellini. Doveva essere eletto un consigliere, tutto lasciava pensare che Lotito, Spinelli, Cairo, Ruggeri e Pozzo venissero affiancati dallo juventino Cobolli Gigli, in rappresentanza dei grandi club, e invece ecco spuntare la candidatura del presidente del Parma Ghirardi.

Sono servite due votazioni, la prima è terminata 10-8 ma è stata resa nulla dal giudice Tosel perché servivano 11 voti, la seconda è filata liscia. Cobolli Gigli è stato appoggiato da tutti i grandi club più Empoli e Siena. Ma non è bastato. La cordata di Ghirardi capitanata dagli scatenati Lotito e Cellino ha avuto la meglio. E così al termine dell’assemblea Rosella Sensi, Galliani, Paolillo e Cobolli Gigli hanno lasciato la sede della Lega infuriati. L’ad nerazzurro si è addirittura lasciato scappare la seguente considerazione: «Così il calcio non va da nessuna parte». Il presidente di Lega Matarrese ha subito minimizzato: «La notte porterà consiglio, non è il caso di agitarsi tanto». Poi però ha aggiunto: «È in atto un grande processo di ristrutturazione» che Lotito chiama semplicemente «democrazia, come è successo per l’elezione di Prodi al governo».

L’assemblea di ieri è servita a certificare la rinascita dell’asse di potere composto da Juventus, Inter e Milan, quello che Calciopoli aveva polverizzato a suon di sentenze. Allo stesso tempo ha messo in risalto la forza dei piccoli club che a differenza del passato sono riusciti a imporsi grazie a una vera e propria coalizione. Nei prossimi consigli di Lega, quindi, Cairo avrà la possibilità di votare sui grandi temi del calcio, Cobolli Gigli, Galliani e Moratti, invece, dovranno restare in silenzio, senza diritto di voto. Spiega il presidente del Torino: «L’assemblea è sovrana, andiamo verso un riequilibrio delle risorse. Non si può avere da una parte 40 milioni e dall’altra 450».

Eppure Galliani è intenzionato a prendere provvedimenti seri: «In questa Lega - ha minacciato - non potremo resistere a lungo. Gli avvocati però mi hanno detto di non dire cosa facciamo». Da anni si parla di una Superlega composta dai grandi club che disputano la Champions League. Cairo ironizza: «Che fanno, giocano in cinque?», mentre Matarrese puntualizza: «Siamo condannati a restare insieme, perché è la legge che ce lo impone». Il palazzo del calcio però non è affatto solido. Intanto la serie B ha minacciato il blocco del campionato a partire dalla 4ª giornata se non verranno venduti i diritti televisivi delle loro partite, e senza l’aiuto di Galliani, grande esperto in materia, è difficile ipotizzare che l’operazione vada a buon fine. Anche se per forzare la mano a Sky, la Lega pare intenzionata a fissare anticipi e posticipi di A di medio-basso livello (ad esempio potrebbe saltare il posticipo di Roma-Juve).

Pure la poltrona di Matarrese non è più solida. Le otto società che hanno appoggiato Cobolli Gigli, infatti, si aspettavano da parte sua un intervento più deciso a loro favore. Invece, come ha rivelato Galliani, «è stato immediatamente zittito». Nell’incertezza generale spicca la delusione scolpita sul volto del presidente juventino Cobolli Gigli che ha dichiarato: «Non verrò più in assemblea se non per alcune questioni. Spero che la mia mancata elezione non sia un fatto personale. La vittoria di Davide su Golia? No, quella di Masaniello».

Fonte: Ansa.it:
LEGA CALCIO, LE 'GRANDI' LASCIANO L'ASSEMBLEA.
E' stata l'elezione come sesto componente della serie A in consiglio di Lega del presidente del Parma, Tommaso Ghirardi - uno che è arrivato nel calcio sei mesi fa - il 'casus belli' che ha fatto saltare oggi gli assetti perennemente precari del governo del calcio. Dal segreto dell'urna sbuca il rappresentante del Parma che batte nettamente (11-8) la volontà delle grandi di riabbracciare la Juventus e di piazzare in consiglio il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli. Il Milan non ci sta, Galliani se ne va sbattendo la porta e minacciando il ricorso agli avvocati: non può essere - dice parlando anche per gli altri quattro - che Juve, Milan, Roma, Inter e Napoli con l'84 percento di tifosi non abbiano nemmeno un voto in consiglio, mentre la maggioranza va a quei 15 che tutti insieme contano il 14% di supporter. E l'unità di misura usata significa 'peso di audience' soprattutto televisivo e fa capire quale sia la vera posta in gioco, i discorsi che per forza dovranno essere fatti sulla ripartizione dopo la vendita collettiva imposta dalla legge Melandri. Furibondi anche Ernesto Paolillo e lo stesso Cobolli Gigli, mentre Rosella Sensi sfila in silenzio senza rilasciare dichiarazioni.

"Doveva andare via, aveva avvisato - spiega il presidente Antonio Matarrese -, e poi che cosa dovevano contestare? si è votato democraticamente". Usando quel regolamento - sottolinea il presidente dell'Atalanta Ivan Ruggeri - che hanno tutti accettato: una testa un voto, e decisioni a maggioranza semplice invece che coi due terzi come si faceva prima. E che evidentemente alla prima prova il nuovo regolamento ha già mostrato la corda. Per Cellino è solo "arroganza". "Pretendevano diritti che non sono scritti da nessuna parte". In ogni caso, Matarrese non considera la baruffa sull'elezione nel consiglio di un membro della serie A una crisi grave. "Capisco l'amarezza perché avevano espresso un desiderio, ma diamogli il tempo di calmarsi". "Piuttosto - aggiunge - è grave invece la situazione della serie B" che praticamente ancora oscurata dalla televisione perché senza contratto. I presidenti della serie cadetta hanno deciso di giocare tutti insieme (a parte Brescia-Piacenza che hanno problemi di giocatori convocati dalle nazionali) domenica alle 15, ma soprattutto hanno indetto lo stop al loro campionato la domenica successiva in coincidenza col ritorno in campo della serie A. Sempre che non arrivi in extremis una soluzione. "Se ci saremo costretti - dice Matarrese - sarà un segnale politico". Indirizzato a chi? Di chi è la colpa se la B ha poco appeal e le televisioni non accettano di pagare le cifre necessarie al calcio? "Se i diritti televisivi vanno venduti per legge in modo collettivo - spiega Matarrese - ci deve essere pure qualcuno che li compra. In ogni caso stiamo lavorando per cercare una soluzione". Sembra che la serie A stia offrendo a Sky come contributo per un accordo sulla B la disputa di tutti i derby in posticipo e la non contemporaneità delle partite nella quartultima e terzultima giornata.

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