Agnelli: Avanti con Conte! Abbiamo un appuntamento con la Storia.

News, 14 maggio 2013.

Andrea Agnelli: Conte può star tranquillo; finché ci sono io, a me la fame di vittorie non passerà mai. Agnelli su Calciopoli: Le vicende del 2006 hanno chiaramente lasciato degli strascichi e ci sono tutta una serie di azioni giudiziarie che sono in corso e che per noi sono assolutamente importanti. Sampdoria-Juventus è stata anticipata a sabato. Chiellini: Nessuno di noi l'anno scorso pensava di vincere subito e per due anni consecutivi, adesso dobbiamo essere bravi a continuare. La Juventus Primavera ha vinto il torneo di Ostuni. Arrestati due degli ultras granata che il 2 dicembre 2012 ferirono gravemente un tifoso bianconero. Le decisioni del Giudice sportivo: i buu a Balotelli costano alla Roma 50.000 euro.

Agnelli: La mia Juve avrà sempre fame - Andrea Agnelli si concede con parsimonia alla stampa, soprattutto italiana; ma quando lo fa lascia in tutti noi la netta sensazione che averlo come presidente, nel desolante panorama che ci circonda, è un'autentica fortuna. Ieri si è concesso ai microfoni di Sky Sport per una mezz'ora quando ha risposto alle domande di Federico Ferri; tra i temi principali trattati, la società, Conte, gli strascichi di Calciopoli e la governance del nostro calcio.
"Quando abbiamo deciso in famiglia di ridare una responsabilità diretta a uno di noi, l’obiettivo era uno e unico, cioè riportare la Juventus a vincere, perché nella storia della famiglia quello ha sempre rappresentato. Per fare ciò, la parte preponderante che mi ero posto era di riportare quella mentalità vincente che la Juve ha avuto, ha e deve avere per continuare nel suo percorso". Un percorso che in fondo ha la vittoria: "Il futuro è un domani, noi dobbiamo guardare a quello che sarà il prossimo trionfo. Io ho sempre detto che la vittoria più bella è quella che deve venire". Andrea ha cambiato la Juve, togliendole lo smile e il basso profilo ereditati dallo scempio di Calciopoli e facendola tornare Juve, ma questa dolce responsabilità ha cambiato anche la sua vita: "Mi ha dato una dimensione pubblica che prima non avevo, quindi già solo questo fatto vuol dire che ha cambiato la mia vita. Andare per strada oggi è diverso che andarci tre anni fa, quindi sì, decisamente mi ha cambiato. Inoltre mi ha arricchito professionalmente, perché avere la responsabilità operativa di un’azienda come la Juventus, fa sì che la crescita professionale sia stata esponenziale, però le esperienze che avevo avuto precedentemente mi avevano sufficientemente preparato al profilo manageriale, la Juventus poi io l’ho vissuta da quando ero bambino, quindi diciamo che l’azienda Juventus l’ho sempre conosciuta e quindi sapevo dove andare ad affrontare le varie problematiche e i temi che c’erano quando siamo arrivati".
E le problematiche che lo attendevano non erano da poco: "Quando noi siamo arrivati, dico io, dico Marotta, dico Paratici, dico Nedved, nel 2010, abbiamo trovato una parte sportiva che era sicuramente non al livello di Juventus. C’eravamo dati due anni, quelli dovevano essere quelli della rifondazione per riportare ad avere un’ossatura della squadra che avrebbe poi potuto ambire a vincere. Questa erano le idee che c’eravamo dati. Forse è celebre la conferenza stampa del febbraio 2011, quando dissi: 'se l’anno prossimo abbiamo questi problemi, allora abbiamo un problema'. Il primo anno, che si potessero avere degli intoppi era pacifico. Guardiamo la squadra di quest’anno: abbiamo ventuno venticinquesimi completamente cambiati rispetto alla squadra del 2010, bisognava dare del tempo. L’allenatore è stato poi un elemento che nel primo anno non ci ha soddisfatto".
E quindi è arrivato Conte che, dice Agnelli, "ha funzionato da acceleratore e, quindi, i risultati a cui tutti ambivamo sono arrivati un po’ prima del previsto. Temporalmente. Quando sono arrivato ho detto: 'la Juventus deve vincere'. L’aspettativa era di vincere, diciamo che abbiamo vinto un po’ prima del previsto".
Ed ora? Ora si continua, il confronto tra tecnico e Società che si diceva imminente in realtà c'è già stato: "Antonio è venuto a trovarmi a casa, sempre a casa, lo stesso divano, abbiamo discusso di nuovo un paio d’ore. Antonio ha passato due anni estremamente intensi: il primo lasciando il Siena si è concentrato sulla Juventus in tutto e per tutto, l’anno scorso devo dire che ha fatto un’altra estate non felice o facile, perché è vero che abbiamo vinto uno Scudetto da imbattuti, però è altrettanto vero che nel frattempo Antonio era finito tra le grinfie dei procedimenti legati al calcioscommesse. Sono due anni che non si riposa e, secondo me, una settimana tranquillo gli farà sicuramente bene. Antonio conosce le aspettative del mondo della Juventus e sa perfettamente che vincere sembra di nuovo normale, ma non è così. Abbiamo discusso di quali sono le sue aspettative e lui voleva valutare con me quelle che erano alcune esigenze per poter continuare questo percorso, chiedendomi certezze, ma certezze non si possono dare a nessuno. Anche io vorrei le certezze di vincere la Champions League l’anno prossimo, però le certezze non le può avere nessuno. L’ho rinfrancato, l’ambizione della società, mia personale e sua, è quella di vincere. Il giorno dopo che l’ho incontrato io, c’è stato subito un incontro con Marotta, Paratici e Nedved, già in quella circostanza c’è stato un chiarimento su quelle che devono essere le strategie per il mercato della Juventus. Antonio ha sempre detto che non è una questione di soldi e così non è, lui vuole avere e continuare ad avere la certezza che ci siano i presupposti per continuare a vincere, e mi sembra che questi ci siano. Io non ho mai avuto riserve, lui aveva bisogno di una carezza e di una conferma che il programma va avanti e quello che gli ho detto è che può star tranquillo perché finché ci sono io, a me la fame di vittorie non passerà mai".
Allora Conte potrebbe diventare il nuovo Ferguson? "Quando uno ha tutti gli elementi tali per cui si sta bene assieme, l’auspicio è che sia così. Io lo scrissi appena arrivò Conte, auspicai che lui potesse diventare il nostro Ferguson. Sarà solo il tempo a giudicare se anche in Italia saremo in grado di avere un Ferguson. L’auspicio è questo, sì".
Tra la Juve e Conte, entrambi protesi alla vittoria, c'è di mezzo il mercato; e Agnelli è stato molto chiaro in proposito: "Devo dire che la parte di mercato, io ho sempre sostenuto che c’è quella che chiamo io la capacità di fuoco. La capacità di fuoco sono il costo del personale tesserato più gli ammortamenti. Quest’anno saremo vicino ai 200 milioni tra queste due voci, e questo ci mette tra il sesto, settimo, ottavo, nono posto in Europa. Quindi, se vale il discorso del budget, noi dovremmo raggiungere tutti gli anni, come minimo, i quarti di finale di Champions League. Ora, sappiamo perfettamente che l’equazione budget uguale risultato sportivo, non c’è. Bisogna avere la capacità di gestirlo al meglio, bisogna avere la capacità di gestire i giocatori al meglio, perché le motivazioni, il lavoro e la volontà, danno sempre quel qualcosa in più. Però, il budget che noi mettiamo a disposizione dell’area sportiva è un budget sicuramente importante. Dal mio punto di vista, ho sempre sostenuto questo e sono decisioni che vengono delegate, in primis a Marotta, che poi ne discute con Paratici, con Nedved, con Conte stesso, perché è parte integrante di queste decisioni. Loro devono stare entro questa cifra. Quindi, per me possono smontarla e rimontarla, l’importante è che il costo totale, tra ammortamenti e retribuzione del personale tesserato, faccia quello che gli viene messo a disposizione". Un suo intendimento però lo esprime: 'Rivorrebbe Ibra?' "No. Punto".

Agnelli: Calciopoli e l'appuntamento con la storia - Non poteva mancare il riferimento alle diatribe con la Federazione e in Lega: "Il 2006 è stato un terremoto in casa Juventus e quindi tutta una serie di scelte che non sono state condivise allora hanno sicuramente lasciato il segno. Da parte nostra c’è grande consapevolezza di aver rispettato la giustizia sportiva, così come rispettiamo le decisioni che oggi avvengono in Lega. C’è stata un’assemblea, con 14 voti favorevoli e 6 contrari, che ha dato un governo. Le vicende del 2006 hanno chiaramente lasciato degli strascichi e ci sono tutta una serie di azioni giudiziarie che sono in corso e che per noi sono assolutamente importanti. Detto questo, noi dobbiamo valutare quello che è l’aspetto legato al 2006 in un’ottica retrospettiva, ma di continua richiesta di parità di trattamento, perché i fatti che sono emersi successivamente sono stati fatti comunque che hanno portato alla luce elementi nuovi. Dall’altra parte però dobbiamo essere consapevoli che il governo e l’opposizione nel calcio non esistono, siamo un’unica associazione che vive nella sua collettività per migliorare e riportare il calcio italiano in posizioni più prestigiose di quelle che occupa oggi. Lo stesso discorso si può dire della Federazione: credo che l’intervista del vice presidente Albertini sia stata assolutamente eloquente l’altro giorno, quando dice 'noi oggi in seno al consiglio federale abbiamo una serie di componenti che hanno le loro posizioni e i loro punti di vista, mentre invece bisognerebbe avere un punto di vista della Federazione che prende decisioni nell’interesse del gioco calcio, non delle varie componenti'. Possiamo maturare, possiamo migliorare, ma non è il momento di criticare questa o quella azione, questa persona o quella persona. Io da quando sono nel calcio sento solo criticare la gente e anche a me è capitato di criticare. Credo che questo sia il momento di fare un passo indietro e lavorare tutti quanti, tutti uniti per riaffermare quella che è la posizione del calcio italiano in Europa". Perché niente stelle né '31 sul campo? "C’è lo scudetto sulle maglie però che è importante". Ripensamenti? "No. Da questo punto di vista, credo che la gente ne fa un discorso di contabilità. Gli Scudetti per noi sono 31, sappiamo perfettamente che l’albo ufficiale ne dà 29. Arrivati a questo punto a me magari piace ricordare un altro numero, tra l’altro domani inaugureremo la mostra “Il lunedì si parlava di calcio”, che è la storia della mia famiglia, della Juventus, e sono 90 anni e questo ci rende la proprietà più longeva di qualsiasi marchio sportivo al mondo. Bene, dal ’23 a oggi noi come famiglia abbiamo vinto 30 scudetti in 90 anni, il che vuol dire uno scudetto ogni 3 anni. Come media statistica su 90 anni fa media e quindi di questo siamo molto orgogliosi, sono trenta. Negli ultimi 3 anni abbiamo fatto anche un po’ meglio, perché abbiamo fatto due su tre. Quindi non ci resta che proseguire"
Perché la fidanzata d'Italia ha un appuntamento. Con la Storia: "Oggi ci sono tutte le componenti al loro posto, credo che tutte le componenti vogliano continuare a vincere, in Italia e anche in Europa. È difficile, perché l’anno prossimo abbiamo un appuntamento con la storia, perché la Juventus, tranne quella del quinquennio negli anni ’30, non ha mai vinto tre scudetti di fila, quindi bisogna che la mente sia focalizzata all’anno prossimo perché abbiamo un appuntamento con la storia: diventare la prima Juventus a vincere tre scudetti di fila. In Europa, andare il più lontano possibile. Abbiamo esempi che ci dicono che le certezze non esistono. Il Real Madrid sono circa dieci anni che non vince la Coppa dei Campioni, eppure è la squadra che fattura di più e quindi ha il budget superiori a tutti. Il Manchester United l’anno scorso è uscito contro il Basilea, quest’anno agli ottavi di finale. Le certezze non le ha nessuno. Ci vuole entusiasmo, passione, forza di volontà, dedizione, tanto lavoro e tutti insieme possiamo porci gli obiettivi che auspicabilmente raggiungeremo".
Video integrale dell'intervista di Sky ad Andrea Agnelli (da Superfly, TifosiBianconeri.com).

Il campionato della Juve finisce con un giorno d'anticipo - La Lega di serie A, che ha comunicato ieri anticipi e posticipi dell'ultima giornata di campionato, ha anticipato a sabato 18 maggio alle ore 20.45 l'incontro Sampdoria-Juventus, originariamente previsto per domenica 19.
Domenica alle 15 si giocheranno solo: Atalanta-Chievo, Bologna, Genoa e Torino-Catania; tutte le altre gare si disputeranno sempre domenica, ma alla ore 20.45.

Chiellini: Dobbiamo continuare a migliorare - Con Giorgio Chiellini, intervistato da Sky in occasione del suo rinnovo di contratto con la 'Puma', si è toccato il tema di stagione, quello del calciomercato; e siccome iei il tormentone di giornata era Diamanti, si è chiesto al difensore bianconero se sarebbe il benvenuto alla Juve; Chiellini ha mostrato apprezzamento per il compagno di Nazionale, "giocatore importante e decisivo, poi è un amico"; ma ha osservato: "Poi, come sempre, noi giocatori di mercato purtroppo non dobbiamo neanche parlarne, non ci riguarda, perché dobbiamo pensare al campo e vedremo. Tanto questa estate credo che si parlerà tanto di mercato finché non si riprende. Quindi ne passeranno tanti altri giocatori nella Juventus".
Poi ha parlato del cammino della Juve, giunta al secondo titolo consecutivo, un risultato andato al di là delle loro stesse aspettative e che ha fatto capire che, al di là dei chiacchierati top players, conta la volontà di raggiungere certi risultati: "Il percorso è iniziato e ci siamo resi conto di aver fatto dei salti in questo percorso, perché nessuno di noi pensava di arrivare a vincere subito l'anno scorso e soprattutto di farlo per due anni consecutivi. Ce lo avessero detto un anno e mezzo fa, nessuno ci avrebbe mai creduto. Adesso che questo percorso è iniziato dobbiamo essere bravi a continuare a migliorare giorno dopo giorno, partita dopo partita, come stiamo facendo, sapendo che non è facile e che non è solo un discorso di uomini, ma è un discorso anche nostro, di volontà di arrivare a certi traguardi".

La Juventus Primavera vince il torneo di Ostuni - La Juventus Primavera, che si sta preparando per le Final Eight del campionato di categoria, ha vinto il torneo di Ostuni battendo in finale il Milan per 4-2 (dopo aver condotto addirittura per 4-0): sono andati in goal Ceria (per lui una doppietta) Untersee e Gerbaudo.

Arrestati due 'tifosi' granata autori di un pestaggio - I fatti risalgono al derby dell'andata, Juve-Torino del 1° dicembre allo Juventus Stadium, quando un tifoso bianconero di 46 anni fu selvaggiamente aggredito e preso a calci in faccia da alcuni tifosi del Torino nelle vicinanze dello stadio: ed ora, grazie ai filmati degli impianti di sorveglianza collocati in zona, sono stati arrestati due appartenenti al gruppo di ultras responsabile dell'aggressione. L'accusa è di tentato omicidio e lesioni personali gravi (il tifoso juventino ha riportato danni permanenti al viso, nonostante i numerosi interventi chirurgici cui è stato sottoposto); la polizia continua ad indagare per identificare anche altre persone che avrebbero preso parte al pestaggio.
Inoltre il questore di Torino si sta occupando degli strascichi del derby di ritorno del 28 aprile scorso): 244 i Daspo comminati così suddivisi: 150 per i tifosi juventini (di cui 11 aggravati, cioè con obbligo di firma durante le partite) e 94 (di cui 22 aggravati).

Giudice sportivo: nessun squalificato in casa Juve - Il Giudice sportivo ha squalificato per due giornate Muntari, espulso in Milan-Roma, perché già diffidato e nuovamente ammonito per proteste, all'atto dell'ammonizione, ha reiteratamente strattonato l'Arbitro; un turno di squalifica per Totti, espulso, sempre in Milan-Roma, per avere, al 49' del secondo tempo, in azione di gioco, colpito un avversario con una manata non violenta al volto; un turno anche per Garcia Renan (Sampdoria), espulso per avere, al 46' del secondo tempo, contestato l'operato arbitrale indirizzando ripetutamente un'espressione ingiuriosa al Direttore di gara. Inoltre sono stati sanzionati con una giornata di squalifica altri 5 giocatori già in diffida e nuovamente ammoniti: Balzano (Pescara), Garcia e Kurtic (Palermo), Insigne (Napoli) e Marchionni (Parma).
Multata di 50.000 euro la Roma "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato continuativamente a tre calciatori della squadra avversaria cori e grida espressivi di discriminazione razziale, inducendo l'Arbitro, al 2° del secondo tempo, a disporre la sospensione della gara per circa due minuti onde farli desistere da tale biasimevole comportamento; con recidiva specifica"; sanzionato con un'ammenda di 15.000 euro anche il Milan, "per avere suoi sostenitori, nel corso del secondo tempo, indirizzato reiteratamente su alcuni calciatori avversari un fascio di luce-laser"; infine per il Napoli multa di 8.000 euro (5.000 "a titolo di responsabilità oggettiva per aver ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa dieci minuti"; 3.000 "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato reiteratamente ad un Arbitro addizionale cori insultanti".


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