Calciopoli su Rai3 seppellita da sensazioni, 'non so', 'non ricordo', 'si dice'.

News, 23 giugno 2013.
 
 
La terza puntata di 'Un giorno in Pretura' dedicata a Calciopoli è una summa dell'intera vicenda: testimoni zoppicanti, balbettanti e ambigui, con le sensazioni e i ricordi a intermittenza che la fanno da padroni; più onnipotente di Moggi sembra Carraro. Giaccherini: Tutto quanto sognavo fin da quando ero bambino si sta realizzando. Miccoli indagato dalla Procura di Palermo: coinvolto in una vicenda di estorsioni condita da offese al giudice Falcone.
 
 
Un giorno in Pretura: Quando perde la Juve non c'è reato - "Nella terza puntata ci occupiamo dei sorteggi per abbinare gli arbitri alle partite, per capire se in alcuni casi siano stati alterati. Ed infine seguiamo il filone di indagini legato agli interessi di Andrea Della Valle e Claudio Lotito, nella vicenda della rielezione di Franco Carraro a Presidente della Figc. E’ possibile che il risultato di alcune partite giocate dalle loro rispettive squadre – Fiorentina e Lazio – sia stato condizionato?". Questa le parole con cui RaiTre presentava la puntata di ieri sera.
L'assunto di partenza era stabilire se Luciano Moggi fosse così potente da essere in grado di condizionare i sorteggi. I primi due 'testi' (il primo in verità nel processo è un imputato per frode sportiva) a carico sono due pezzi da novanta: Leonardo Meani e Maurizio Zamparini. Meani, che era l'addetto agli arbitri per conto del Milan, intercettato in un colloquio con l'arbitro Pierluigi Collina, riferiva parole riferitegli, a suo dire, da Carlo Ancelotti (l'allenatore che sino al 2001 era stato sulla panchina della Juve e poi a novembre 2001 aveva preso il posto dell'esonerato Terim su  quella milanista); ma vedremo che Ancelotti, una volta sul banco dei testimoni smentisce praticamente in toto le affermazioni di Meani: "Non ho mai detto a Meani che sapevo al giovedì che Moggi mi diceva gli arbitri della domenica e né tanto mai che Moggi era in grado di stabilire i calendari prima del campionato; che Moggi avesse un rapporto privilegiato con De Santis questo lo posso... lo posso affermare, anche se non ho dati". Era solo una sensazione che io avevo". L'ennesima sensazione di un processo fondato non solo sui si dice, ma anche sulle sensazioni.
Quanto a Zamparini, parlava di una fantomatica promessa di Moggi di fargli assegnare un arbitro (Rizzoli) per una partita delicata, senza peraltro ricordare assolutamente il giorno in cui tale conversazione era avvenuta, per cui, come evidenziato dall'avv. Prioreschi, il tutto sarebbe potuto essersi verificato a sorteggi già avvenuti e Moggi avrebbe semplicemente sfruttato il fatto di essere, legittimamente, a conoscenza dell'esito degli stessi.
Il piatto forte poteva essere quello dell'alterazione dei sorteggi, del quale RaiTre è riuscita solo a mettere in evidenza l'accanimento con cui il pm Narducci ("non bisogna aggredire il testimone, mi pare che lei stia un po' esagerando", il richiamo della dott. Casoria) cercava di trovare nelle parole di Manfredi Martino un qualsivoglia appiglio che facesse intravedere l'irregolarità dei sorteggi. Atteggiamento fallimentare e obiettivo fallito, lo hanno ammesso le stesse motivazioni della sentenza (pag.90): "Che il sorteggio non sia stato truccato, così come hanno sostenuto le difese, è emerso in maniera sufficientemente chiara al dibattimento. Incomprensibilmente il pubblico ministero si è ostinato a domandare ai testi di sfere che si aprivano, di sfere scolorite, e di altri particolari della condizione delle sfere, se il meccanismo del sorteggio, per la partecipazione ad esso di giornalista e notaio, era tale da porre i due designatori, Bergamo e Pairetto, nell'impossibilità di realizzare la frode". In particolare del teste Manfredi Martino recitano le motivazioni: "....Manfredi Martino, presentato come colui che doveva far luce sulle irregolarità. il cui esame ha prodotto solo un coacervo di risposte da presa in giro, tipo il colpo di tosse del designatore Bergamo nel bel mezzo del sorteggio dell'arbitro Collina, non imputato, per la partita Milan-Juve...." Questo episodio non ci è stato mostrato, come non ci è stato mostrato il controinterrogatorio dell'avvocato Maurilio Prioreschi, nel momento in cui (video "Calciopoli: Manfredi Martino tra 'non so' e 'non ricordo'")"è felice" di sentire ammettere, proprio dalla bocca del balbettante testimone dell'accusa ("Lei non è chiaro, è ambiguo, La richiamo all'ordine" è stata l'esortazione della dott. Casoria), come le domande, più che suggestive, addirittura affermanti aprioristicamente il taroccamento dei sorteggi, da parte degli inquirenti avessero indotto il Martino a trovare e fornire una possibile spiegazione di tale increscioso fatto. Parola solo all'accusa, dove peraltro, come da motivazioni, teste e pm non hanno fatto granché bella figura.
Dopo la doverosa rievocazione dei fatti di Juve-Parma del 7 maggio 2000, con il goal annullato a Cannavaro (all'epoca difensore del Parma), la partita che tempo fa l'avv. Gallinelli, difensore di De Santis, ha individuato come la madre di tutti i guai di Massimo De Santis (in quanto anche nel Dossier Ladroni commissionato alla Polis d'Istinto di Cipriani si fa riferimento a questa partita) e per la cui direzione contestata lDe Santis fu sospeso per quattro mesi (altra dimostrazione che arbitrare pro-Juve fosse tutt'altro che pagante), è tornato sulla scena Zdenek Zeman, peri i fatti di Lecce-Juve, una partita (diretta da De Santis, qua sta il vulnus) che secondo il boemo non si sarebbe dovuta giocare per la pioggia che avrebbe reso impraticabile il terreno; sta di fatto che i capitani delle due squadre, Del Piero e Ledesma, interrogati, hanno dichiarato di non aver richiesto all'arbitro nessuna interruzione della gara in quanto il terreno era sì pesante, ma non tale da non permettere un regolare svolgimento della partita.  Come era invece in quel Perugia-Juve che costò ai bianconeri lo scudetto del 2000, fatto ricordato proprio dall'ex arbitro nella sua deposizione spontanea: "Nel maggio del 2000 si è disputata una gara e sul terreno di gioco c’era molta più acqua. Il 14 maggio 2000 Collina non interruppe a Perugia: ma quando perde la Juve non c’è reato".
Per il resto abbiamo sentito solo di andirivieni di dirigenti negli spogliatoi (Cellino che prima di Reggina-Cagliari va negli spogliatoi e così Foti durante l'intervallo di Reggina-Lazio) e la performance di Carraro, con un altro dei suoi 'per carità' a Paolo Bergamo, questa volta in risposta ad un SOS di Claudio Lotito: "se il Brescia è più forte che vinca, ma che non succedano casini", qualcosa che non ci meraviglia dopo la Carraro-Bergamo del 26/11/04: "Mi raccomando che non aiuti la Juventus per carità di Dio, è una partita delicatissima in un momento delicatissimo, per carità di Dio, che non aiuti la Juventus", esortazione che poi Bergamo a Rodomonti, arbitro designato, tradusse con un "pensa più a chi è dietro" (che era l'Inter).
Poi la trasmissione prosegue con i turbamenti dei Della Valle e con Lecce-Parma, fino ad arrivare alle arringhe dei difensori di Moggi, con Prioreschi che rispolvera i baffi rossi e gialli e le telefonate che non c'erano e Trofino, e fino alla sentenza finale. Della quale, anche alla luce del nulla che, ad ogni rilettura, per colpevolista che voglia essere, assurge a protagonista della vicenda di Farsopoli, speriamo che il processo d'appello faccia giustizia.
 
Giaccherini: Il mio sogno da bambino si sta realizzando - Il Brasile ha battuto una stanca Italia (4-2), ma il migliore, quello con più benzina nel motore, e autore anche di un bel goal, è stato Emanuele Giaccherini, quel Giaccherini della cui convocazione molti si chiedevano il perché: a loro il ragazzo di Talla ha risposto sul campo ed ora è felicissimo: "Un'occasione a partita mi capita sempre - ha detto ai microfoni di RaiSport - stavolta è andata bene. Sicuramente non l'avrei mai immaginato, però ora sono qua e diciamo che tutto quello che sognavo fin da quando ero bambino si sta realizzando. Ora che sono qua cerco di dare il mio massimo contributo alla Nazionale". Alla possibilità di tornare qui per il Mondiale non vuol pensare, per ora: "Questo non lo so, io vivo il presente, perché da qui al Mondiale manca un anno e possono cambiare tante cose. E' logico che per un giocatore il Mondiale è il top, quindi è logico che ci pensi. Per ora penso al presente, penso a far bene ora e penserò a fare bene l'anno prossimo per la riconferma per il Mondiale". Non è un titolare fisso, lui, di questa Nazionale, ma il suo pregio è quello di sentirsi sempre e comunque importante: "Mi sento importante come tutti i giocatori. Chi va in campo si deve sempre sentire importante, perché ha la massima fiducia da parte del mister. Non è un caso se il mister fa giocare". Nemmeno alla Juve è un titolarissimo, ma lui il posto vuole conquistarselo sul campo, con prove come questa: "Sinceramente, tutte le volte che il mister mi fa giocare, io cerco sempre di fare il massimo e magari da queste prestazioni, anche il mister vediamo se l'anno prossimo mi farà giocare di più. Però quello che fa il mister Conte e quello che fa Prandelli, per me è importante; tutte le volte che mi danno spazio è sempre una vetrina importante". Dopo il goal al Brasile il Giaccherinho con  cui lo ha battezzato Conte sembra andargli a pennello, e la cosa lo diverte, in fondo: "E' una cosa simpatica che apprezzo".
 
Miccoli indagato: estorsioni e insulti verso Falcone - Fabrizio Miccoli ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Palermo con l'accusa di concorso in tentata estorsione e accesso abusivo a un sistema informatico, per l'utilizzo di quattro schede telefoniche, intestate a persone ignare, quattro clienti di un centro Tim il cui gestore si sarebbe lasciato convincere dal calciatore a fornirgliele: una di esse sarebbe poi finita nella disponibilità di un amico di Miccoli, il figlio del boss mafioso Antonio Lauricella cui, secondo le carte l'attaccante salentino avrebbe commissionato il recupero di alcune somme di denaro, azione constatate da intercettazioni che, al di là dei fatti e della loro rilevanza, provocano sconcerto per le espressioni utilizzate, come quando Miccoli dà appuntamento ad un amico, testualmente, "davanti all'albero di quel fango di Falcone", offendendo vergognosamente la figura di un magistrato cui lo stesso Miccoli, in occasione delle partite del cuore, era solito dedicare i suoi goal. "Una cosa di bassissimo livello", è stato l'unico commento di Maria Falcone, sorella del giudice assassinato. Gli investigatori sarebbero in possesso anche di altre intercettazioni tra il calciatore e Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro (e figlio di Filippo Guttadauro, il messaggero dei pizzini tra Messina Denaro e Bernardo Provenzano). Per Giampiero D'Alia, ministro della Funzione Pubblica, Miccoli va radiato. La Procura della Federcalcio aprirà un'inchiesta su Fabrizio Miccoli. La Figc ha chiesto all'organo inquirente sportivo di fare luce sulla vicenda giudiziaria che riguarda il calciatore e in particolare sul contenuto delle intercettazioni in cui si fa riferimento al giudice Falcone. Il procuratore Palazzi chiederà gli atti ai magistrati.

 


Foto Gallery