Calciopoli: Non fu associazione, Bergamo parlava con tutti.

7 novembre 2013.
 
La difesa di Bergamo al processo d'appello su Calciopoli: "Non c'è reato associativo per Bergamo che parlava con tutti, non solo con la Juve". Calcioscommesse: convocati in 300 (tra cui Conte) il 10 dicembre a Cremona. Moratti: Calciopoli era un muro non superabile. Si chiude definitivamente con la sconfitta di Gianfelice Facchetti la questione della sua querela nei confronti di Criscitiello e Moggi.
 
Bergamo parlava con tutti, non solo con la Juventus - Nessuna frode ha alterato il campionato di calcio 2004-2005, questo il fil rouge che ha attraversato tutte le arringhe difensive pronunciate martedì nell'Appello del processo su Calciopoli: del resto questa è una conclusione cui era il già arrivato il pur spaccatissimo trio giudicante presieduto dalla Casoria al termine del processo di primo grado.
Il boccone più succulento e atteso era certamente l'arringa dell'avvocato Silvia Morescanti, legale di Paolo Bergamo (per il quale la Procura generale ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione. L'avv. Morescanti ha chiesto la nullità della sentenza di condanna di primo grado lamentando come siano stati compressi i diritti della difesa: "Fu nominato dalla Corte sostituto processuale l'avvocato di Moggi, i cui interessi erano in palese contrasto con quelli del mio assistito (la Morescanti era in quel periodo in astensione per maternità, ndr)". "Le intercettazioni - ha proseguito - andavano tutte trascritte e non sono una prova. Non c'è reato associativo per Bergamo che parlava con tutti, non solo con la Juve. Pertanto va assolto".
Tra gli altri interventi da segnalare:
- quelli dei legali (avv. Furgiuele e Picca) dei vertici della Fiorentina (per i quali la procura generale ha chiesto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione delle frodi sportive): la tesi sostenuta è stata  quella tesa a rimarcare come già la sentenza di primo grado abbia affermato che non c'è stata quella alterazione della griglia arbitrale indispensabile per garantire la salvezza della Fiorentina nel campionato 2004-05 attraverso designazioni 'amiche'("Relativamente alle partite Chievo-Fiorentina e Lecce-Parma - ha spiegato l'avvocato Alfonso Furgiuele - non c'è alcuna condotta fraudolenta da parte degli imputati. Si accusa Diego Della Valle di aver chiamato Bergamo, ma poi si vede che Bergamo parla con tutti e ha ragione Della Valle a dire che ci sono due film, quello da lui vissuto e quello delle intercettazioni");
- quelli  dell'avv. Enzo Siniscalchi, difensore del patron della Lazio Claudio Lotito (anche per lui il pg ha chiesto il non luogo a procedere per prescrizione dei reati); la tesi in questo caso è che si tratti di un reato "impossibile o virtuale", dal momento che tanto
l'ex presidente della Figc Franco Carraro che  l'arbitro Rocchi, accusati di aver favorito la Lazio in quel campionato, sono stati prosciolti già nell'udienza preliminare per i medesimi episodi ("La telefonata di Carraro a Bergamo è una trasparente forma di raccomandazione - ha detto - svolta nella qualità di capo della Figc. Per Lazio-Brescia, finita 0-0, precisa pure che se il Brescia merita è giusto che prevalga. Se i due principali protagonisti del concorso sono stati prosciolti non si capisce quale sia la colpa di Lotito che della presunta combine sarebbe stato il beneficiario. Doveva essere assolto solo Carraro?").
L'avv. Morescanti ha chiesto altresì l'assoluzione per altri tre suoi assistitii suoi assistiti Mariano Fabiani (ex ds del Messina) e Mariagrazia Fazi, già assolti in primo grado, e per l'ex assistente Stefano Titomanlio (in questo caso in qualità di sostituto processuale) per cui il pg ha chiesto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
L'avvocato Misiani ha infine chiesto conferma dell'assoluzione per il giornalista Rai Ignazio Scardina.
Si riprende il 19 novembre con le arringhe dei difensori degli imputati Mazzini, Dattilo, Meani, Puglisi e Foti.
Conclusione delle arringhe dei difensori (tra cui quelli di Moggi) e sentenza il 27 novembre.
 
Calcioscommesse: Conte convocato a Cremona il 10 dicembre - La procura di Cremona ha inviato  a circa 300 persone, tra indagati, avvocati e ad oltre 60 società sportive gli avvisi di convoacazione per l’incidente probatorio, fissato per il 10 dicembre e chiesto al gip Guido Salvini dal procuratore Roberto di Martino sui 200 computer, smartphone e tablet dei 111 calciatori ed ex calciatori indagati nell’ambito dell’inchiesta. A giudizio di Di Martino gli strumenti informatici "potrebbero contenere elementi di grande rilievo per le indagini, in particolare documentanti rapporti tra gli indagati, diretti a concludere accordi per la manipolazione delle partite di calcio o finalizzati a movimentare somme destinate alla corruzione o costituenti il risultato delle vincite delle scommesse". Le 19 parole chiave indicate ai periti chiamati ad analizzare i dispositivi sequestrati sarebbero, si apprende: Abbraccio, assegni, Beppe, Bolognesi, cambiale, Cervia, Civ, garanzia, gol-gol, handicap, Makelele, over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, Zingari.
Tra gli indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sportiva e convocati figurano i nomi di Antonio Conte, Massimo Mezzaroma, presidente del Siena, Stefano Mauri, capitano della Lazio, Christian Vieri, Beppe Signori e Stefano Bettarini.
 
Moratti: Calciopoli muro non superabile - Mssismo Moratti si è raccontato in un'intervista al settimanale 'Sette'; ne sono uscite alcune anticipazioni nelle quali, raccontando la sua presidenza, non si è fatto mancare il solito pruriginoso accenno a Calciopoli: "Calciopoli era un muro non superabile", racconta la 'pillola' diffusa.
In realtà a non essere superabile era quella Juve, infarcita di campioni, contro cui l'Inter dei Gresko, dei Dalmat e dei Sorondo nulla avrebbe mai potuto fare. Moratti se ne rese conto: fu 'Dossier ladroni', fu 'Calciopoli'.
 
Gianfelice Facchetti di nuovo sconfitto in tribunale - La vicenda era iniziata il 23 ottobre 2010 quando, nel corso della trasmissione 'Notti magiche', Michele Criscitiello, giornalista di Sportitalia (ora Lt Sport), aveva intervistato Luciano Moggi, le cui affermazioni avevano a tal punto indispettito il figlio di Giacinto Facchetti  che aveva querelato i due per diffamazione. Il pm aveva sostenuto la tesi che Moggi, in un confronto  con Javier Zanetti, parlando di Telecom e delle telefonate sparite, aveva lasciato "falsamente intendere che lo stesso Giacinto Facchetti avesse commesso reati quali quelli da lui commessi e per i quali procede l'autorità giudiziaria di Napoli".
Nella primavera del 2012 il Gip del Tribunale di Milano, Paola Di Lorenzo aveva archiviato il procedimento penale a carico di Michele Criscitiello e Luciano Moggi con una sentenza di "non luogo a procedere". Gianfelice Facchetti aveva però presentato ricorso contro l'archiviazione: la Cassazione ne aveva accolto la richiesta e annullato la sentenza, rinviando gli atti ad altro gip.
Ora la chiusura della vicenda, con la definitiva sconfitta delle tesi accusatorie sostenute dal figlio di Facchetti e l'assoluzione di Criscitiello per non aver commesso il fatto.
D'altronde per conoscere i fatti concernenti Facchetti e l'Inter è sufficiente lasciar parlare il documento redatto da Palazzi che, qualora non fosse intervenuta una tempestivamente salvifica prescrizione, sarebbe stato l'inevitabile preludio a pesanti deferimenti.

 


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