Narducci: Dopo Calciopoli il calcio è meno marcio. Vucinic KO.

News, 14 febbraio 2014.
 
Infortunio in allenamento per Mirko Vucinic: starà fuori alcune settimane. Conte verso il Chievo con scelte obbligate in difesa e in attacco. Narducci: Su Calciopoli avevamo ragione; il calcio non è più così marcio. Bonucci: E' stato giusto ritrovarci lunedì mattina per analizzare la partita di Verona; il mister ci ha fatto capire che dobbiamo eliminare i cali di concentrazione. Collina non ha cambiato idea: A Perugia si poteva giocare.
 
 
Infortunio per Vucinic: fuori alcune settimane - "Nel corso dell'allenamento odierno Mirko Vucinic ha subito una distorsione del ginocchio destro. Il calciatore è stato sottoposto immediatamente a risonanza magnetica effettuata dal professor Carlo Faletti e successivamente visitato dal professor Flavio Quaglia presso la Clinica Fornaca di Torino. Tali esami hanno escluso una lesione dei legamenti, ma hanno evidenziato una contusione dell'osso tibiale e del menisco interno. Non ci sono indicazioni chirurgiche, ma Vucinic avrà bisogno di alcune settimane per il completo recupero". Così il sito ufficiale bianconero. Conte dunque per un po' dovrà fare a meno del montenegrino, proprio ora che si apprestava a reinserirlo gradualmente in formazione.
 
A Vinovo brutte notizie per Conte - L'allenamento di ieri pomeriggio non ha certo riservato a Conte belle sorprese. All'assenza già certa di Chiellini, si va ora a sommare quella di Mirko Vucinic, proprio ora che si prospettava per lui una fase di rilancio, complice anche l'approssimarsi del doppio impegno Campionato-Europa League. Inoltre anche l'assenza di Barzagli sembra ormai certa e la linea difensiva dovrebbe essere formata dunque, contro il Chievo, dal trio Caceres-Bonucci-Ogbonna. Stante anche il fatto che Osvaldo è reduce da una debilitante sindrome influenzale, in attacco dovrebbero giocare ancora Tevez e Llorente. Solo a centrocampo Conte avrà la possibilità di scegliere liberamente chi mandare in campo.
Ieri la seduta è stata a tema tecnico e tattico: Conte ha fatto mandare bene a memoria ai suoi  movimenti di reparto e di squadra che vuole vedere applicati domenica.
 
Narducci torna su Calciopoli - Giuseppe Narducci, il pm di Calciopoli, ricorda in fondo con piacere i tempi di Calciopoli, l'indagine che gli ha dato la fama nel vasto universo dei tifosi del calcio; e rimane assolutamente affezionato al suo teorema: “A mente fredda non ho cambiato idea su Calciopoli, anzi, più passa il tempo e più mi convinco che avevamo ragione" ha dichiarato a 'La Partita Perfetta', in onda su Gold Tv, come informa il sito gazzettagiallorossa.it. E si fa forte delle sentenze sinora pronunciate, nonostante i procedimenti penali non siano ancora arrivati al terzo grado di giudizio e vi siano altri ricorsi pendenti: “Abbiamo vissuto anni di campagne per alcuni versi mistificatorie e per altri revisionistiche, su fatti realmente provati e su cui ci sono delle sentenze. Non siamo ancora alla Cassazione, è vero, ma sono state emesse un bel po’ di sentenze della giustizia ordinaria, si sono pronunciati innumerevoli gradi della giustizia sportiva, di quella amministrativa, la Corte dei Conti si è espressa, nonché sono arrivate dagli organi federali sanzioni di radiazione. Tutti questi provvedimenti, adottati da organi diversi, dicono la stessa cosa: quei fatti erano veri. Dunque, non c’è da rivedere nulla di quel periodo, possiamo invece dire di aver svolto un buon lavoro”.
Un lavoro din cui va fiero e che ha trovato appassionante: “E’ stata l’indagine più difficile della mia vita, di un livello incomparabilmente superiore a un’indagine di camorra. Non capita tutti i giorni di lavorare con l’almanacco Panini accanto, su un argomento per cui hai una grande passione. Se abbiamo dato una spallata al sistema? Io credo di sì. Non penso si possa dire che le cose siano rimaste uguali a prima. Molti dicono che il calcio è marcio come è stato marcio come negli ultimi 30 anni, ma sarebbe fare un torto a quello che è successo. Poi è vero che il calcio 'vive' di mali, visto che siamo ancora dentro al calcio scommesse, ma quella vicenda del 2006 credo si sia chiusa definitivamente”.
Certo, il fatto che la Juve non si arrenda ed esibisca orgogliosamente al mondo le sue tre stelle lo irrita non poco: “E’ forse questo il male di cui soffre tutto il Paese, anche in settori come la politica e la vita civile: rifiutarsi ostinatamente di riconoscere dei provvedimenti o delle sentenze. Anche nel calcio ci si rifiuta di riconoscere le istituzioni. Ognuno può pensarla come vuole, i giudici possono essere criticati, ma prima di tutto bisognerebbe avere il rispetto”. “Si è montata una campagna tesa a far scomparire quei fatti, attraverso parole come 'farsa', 'inganno', 'menzogna' - osserva risentito - Come se quella storia fosse stata inventata, come se non esistessero quei colloqui, quelle intercettazioni che tutti hanno visto. E infatti i provvedimenti continuano in gran parte ad affermare che quei fatti erano veri”.
E le telefonate trascurate? Evidentemente non erano rilevanti: "Se quelle telefonate avessero il valore da qualcuno ipotizzato, si sarebbe avuto qualche contraccolpo sul processo, invece nelle carte non c’è una citazione nemmeno 'a pie’ di pagina', segno che non sono state ritenute di peso. Viceversa, sono state enfatizzate dagli imputati per sostenere la propria innocenza”.
E il calcio, ora come allora, il dott. Narducci lo guarda con una lettura malevola: "Disamorato? In realtà guardo le partite in maniera diversa, sono disincantato, come lo sono i colleghi e gli investigatori che hanno fatto quell’indagine. E credo sia comprensibile. Quando guardo tante partite mi scappa l’istinto di guardarle secondo una lettura criminale. Ho un occhio smaliziato sugli episodi che accadono in tutte le partite. Di errori, disattenzioni, casualità faccio ancora una lettura malevola”.
 
Bonucci: Giusto aver dovuto rinunciare al giorno libero  - I primi ad apprezzare la decisione di Conte di sopprimere il lunedì libero per ritrovarsi a Vinovo a riflettere sulla delusione di Verona sembrano essere proprio i giocatori bianconeri, come si evince dalla parole di Leonardo Bonucci a Sky: "È stato giusto ritrovarci lunedì mattina di modo che si è potuto analizzare quello che è stato a Verona. E il mister ha ritenuto opportuno togliere il giorno libero, per farci capire qual era l'importanza di vincere una partita come quella di Verona. E poi per far capire che per continuare ad essere la Juventus che siamo stati, nei due anni passati e in questo inizio di stagione dobbiamo continuare ad essere cattivi e a non avere quei cali di concentrazione che abbiamo avuto. E sicuramente se i metodi che ha avuto il mister fino ad oggi ci hanno portato alla vittoria è giusto seguirli, anche se dentro di noi c'era il rimorso e il rimpianto di non aver vinto a Verona."
 
Collina insiste: A Perugia si poteva giocare, le cronache dell'epoca mi diedero ragione - Pierluigi Collina ha festeggiato ieri il suo 54° compleanno  ai microfoni di Radio Sportiva. E non ha saputo astenersi dal ricordare l'impresa delle sua carriera, quella che riuscì a raccogliere l'invocazione di Cragnotti e aveva regalato lo scudetto alla Lazio facendo disputare nella palude di Perugia una partita che di tutto poteva essere tranne che di calcio, visto che il pallone non voleva saperne di rimbalzare né di scivolare, il tutto dopo un'interruzione monstre di oltre 70 minuti.
Ma lui è certo di aver preso la decisione 'giusta': "Non ci sono decisioni facili da prendere, tutte sono importanti e comportano responsabilità importanti. Perugia fu qualcosa di particolare, vale la pena ricordare come furono vissuti e commentati quei momenti, se riprendete in mano le cronache dell´epoca vedrete che erano tutti in linea con quello che decisi. Poi con il passare del tempo si tende dimenticare".
Nessuno potrà mai dimenticare l'immagine di quel pallone che non rimbalzava: Perugia fu senz'altro qualcosa di particolare, sicuro non una partita di calcio, anche se decise la sorte di uno scudetto.


 


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