Benvenuta Stella d'argento

L'11 giugno la Coppa Italia contenuta nella bacheca bianconera avrebbe dovuto compiere 20 anni. Tuttavia, ieri il conteggio si è azzerato: conquistando il secondo obbiettivo stagionale, quello a detta di tutti più alla portata, la Vecchia Signora si è aggiudicata la decima Coppa Italia della sua storia.
Il match non è stato dei più facili e, come spesso accade, contro squadre che si chiudono a riccio la Juventus fatica a sfondare e a imporre il suo gioco. D'altronde, ricorrere alla difesa a 3 aveva esattamente questo fine per Pioli: nelle precedenti partite di quest'anno fare gli splendidi non aveva pagato, anche a causa dell'alterigia con cui i media avevano riempito le teste dei laziali, convincendoli di poter addirittura puntare allo scudetto.
Per larghi tratti quindi le due compagini hanno mostrato un calcio un po' noioso, punzecchiandosi e scontrandosi spesso a specchio a centrocampo in modo sterile.
In particolar modo, gli uomini di Allegri, nonostante l'ampio tempo a disposizione per preparare il match, sembravano svogliati, anche se questa è una condizione che si ripete di sovente quando i bianconeri si approciano a uno scontro da favoriti.
Non stupisce quindi che siano stati proprio i laziali a segnare per primi e a portarsi in vantaggio, alimentando le fantasie di mezza Italia... prontamente stroncate sette minuti più tardi da Chiellini, con un gol in mezza rovesciata. Già solo questa rete doveva far capire agli juventini che la serata sarebbe andata a finir bene, ma l'attenzione dei tifosi era concentrata sulla prestazione decisamente sottotono della squadra, in particolar modo di Pirlo e Pogba: Pirlo si è dimostrato più lento del solito, sbagliando anche vari passaggi che sono invece il suo punto di forza. Pogba invece sembra ancora ben lontano dal suo migliore stato di forma, e in queste coondizioni si è dimostrato assolutamente impresentbaile per Berlino. Meno peggio l'attacco: Tevez si è limitato a suonare la sveglia solo nell'ultima mezz'ora di partita, con molte accelerazioni di qualità, dando l'idea che voglia in qualche modo preservare le energie per il finale di stagione; Llorente invece ha corso, ma il basco è il tipo di giocatore che rende solo se la squadra attorno a sè gira bene.
Si è dovuti arrivare ai supplementari per decidere un vincitore, dal momento che, sebbene la Juventus tenesse di più palla, la Lazio col 3-5-2 puntava semplicemente a murarsi nella propria area di rigore e a ripartire velocemente.
Questa volta però, a differenza di Doha, la fortuna ha arriso agli juventini: doppio palo di Djordjevic al 96', capovolgimento dell'azione e gol di Matri, che fissava cosí sul 2-1 il risultato.
Il primo pensiero per questa tanto agognata decima va sicuramente a Lotito, il quale si era tanto prodigato per spostare a Lunedì il derby romano e dare ai suoi più tempo per riposarsi. Beh, prodigato... aveva semplicemente chiesto a se stesso, ecco.
Il secondo va a Galliani: nell'agosto del 2013 si comprò Matri per 11 milioni più bonus, finanziando di fatto retroattivamente l'acquisto di Tevez, quello stesso Tevez che lui si era fatto sfuggire pochi mesi prima. Non pago, un anno e mezzo dopo ce lo ha prestato gratuitamente, pagandoci anche metà del suo stipendio. E Matri ha ringraziato dell'opportunità portando, di fatto, la Juventus in finale (suo il gol che apre le danze con la Fiorentina) e regalandole ieri la stella d'argento. Non male per un giocatore preso a gennaio essenzialmente come tappabuchi...

Infine, l'ultimo pensiero è per gli antijuventini d'Italia e per i telecronisti di TeleLazio... si è vero il logo sullo schermo diceva altro, ma è difficile credergli: da bordo campo l'80% delle notizie concernevano gli spostamenti di Pioli, le sue indicazioni ai giocatori ma soprattutto le sue proteste verso il quarto uomo per qualunque decisione l'arbitro prendesse. La telecronaca era invece lazio-centrica:
- "Cosa può fare la lazio per impensierire i campioni d'Italia?"
- "Radu dovrebbe salire e dare più supporto a Basta" "Sì, ma va benissimo così, sta facendo un partitone comunque"
e così via.
Divertente anche il siparietto a Zona Undici nel post partita, dove si è voluto ribadire la posizione di (non) fuorigioco di Matri, anche se probabilmente oggi verranno toccati altri massimi, come dimostra l'incipit dell'articolo di commento sulla finale a firma di Mario Sconcerti

In conclusione, l'annata sembrava partita benissimo per i detrattori della Vecchia Signora dopo Doha, le cui speranze sono ora tutte riposte nel Barcellona.
Mancano meno di venti giorni, ma per il momento godiamoci questo numero tondo tondo in bacheca: 60 trofei, sperando che la conta, magari, non si fermi qui...